La vitamina B1 o tiamina è presente negli alimenti sia in forma libera che complessata ad una proteina sotto forma di estere pirofosforico. Chimicamente presenta un anello pirimidinico legato ad uno tiazolico mediante un ponte metilenico. La vitamina B1 appartiene alle vitamine del gruppo B idrosolubili insieme alla vitamina C, B2, B5, B6, PP, B12, H ed acido folico. Queste vitamine non vengono immagazzinate nel nostro corpo pertanto è necessario assumerle quotidianamente mediante un’alimentazione corretta e variegata.
Quali funzioni svolge la vitamina B1 nel nostro organismo? Le funzioni della vitamina B1 sono quelle di catalizzare alcune reazioni biochimiche fondamentali per la sopravvivenza cellulare. Questa vitamina infatti funge da gruppo prostetico di numerosi enzimi che consentono processi di decarbossilazione: come la decarbossilazione dell’acido piruvico convertito poi in acetil-CoA , decarbossilazione dell’acido α-chetoglutarico tramite cui si ottiene il succinil CoA nel ciclo di Krebs, reazioni di transchetolazione nella via del pentosio fosfato che permettono la degradazione del glucosio.
Ma quali alimenti bisogna mangiare per assumere la vitamina B1? Nel corso dell’articolo ve lo mostreremo.
Quali alimenti contengono la vitamina B1?
La vitamina B1 è possibile ritrovarla in numerosi alimenti sia vegetali che animali. Nelle fonti vegetali la vitamina B1 si trova nella sua forma libera mentre in quelle animali essa può essere mono- o di- fosforilata. Le fonti vegetali più abbondanti di vitamina B1 sono costituite dal pericarpo dei cereali e dalle loro germe, dai legumi (fagioli, fave, lenticchie, piselli), noci fresche, lievito di birra, soia, pistacchi, grano saraceno. Anche nel riso ed in particolare in quello parboiled è contenuta una discreta quantità di vitamina B1, in quanto esso viene sottoposto ad un processo che consente il trasferimento dei questa vitamina nell’endosperma in maniera tale da non essere eliminata durante la sbramatura e l’abburattamento. Le fonti animali invece sono costituite da: prosciutto crudo, carne magra di maiale e nelle frattaglie. Una piccola quantità di vitamina B1 proviene anche dal nostro organismo e più precisamente dalla flora batterica intestinale, che dobbiamo sempre salvaguardare. Il fabbisogno di tiamina dipende dalla quantità di carboidrati che introduciamo con la dieta, infatti essi fanno aumentare il fabbisogno di vitamina B1 che si aggira intorno a 0.4 mg/100kcal/die. Un apporto supplementare è consigliato ai soggetti affetti da cirrosi epatica, ipertiroidismo o diabete. Si può consigliare, a tale scopo, l’assunzione di un integratore a base di vitamina B1. Mentre il sovradosaggio di vitamina B1 è abbastanza improbabile perché il suo contenuto in eccesso viene eliminato con le urine, diffusa è invece la sua carenza.
Leggi anche: Le fonti alimentari della vitamina A
Infatti, la carenza nell’alimentazione di vitamina B1 provoca il beri-beri, sindrome che si manifesta con un’alterazione della sensibilità e della motilità, cardiopatia, sintomi neurologici ed edema che se non trattata può portare a morte per cachessia o insufficienza cardiaca acuta. La carenza di questa vitamina rappresenta un problema socio-sanitario in molte popolazioni del Sud-Est asiatico che fondano la loro alimentazione sul riso brillato, privato dello strato esterno che contiene questa vitamina. Questo problema è stato quantomeno arginato dall’introduzione nella dieta di cereali non raffinati mantenendo inalterata la quantità intrinseca di vitamine e sali minerali. Fattori come l’assunzione di alcool ed episodi ricorrenti di vomito provocano una riduzione del suo assorbimento. Ad oggi non sono noti fenomeni di tossicità della vitamina B1 in quanto essendo una vitamina idrosolubile la quantità in surplus viene eliminata attraverso le urine.
Condividi su: