Il sale rosa dell’Himalaya è un sale di origine fossile destinato all’alimentazione che è ben diverso dal comune sale da cucina che tutti noi conosciamo.
Il sale da cucina è costituito essenzialmente da cloruro di sodio ed è possibile trovarlo negli scaffali del supermercato come comune sale marino, anche nella sua variante “iodato” adatto per coloro che hanno la necessità di integrare questo elemento nella loro dieta.
Il sale himalayano invece, oltre al cloruro di sodio, contiene oltre 84 microelementi essenziali per il benessere del nostro organismo ed è puro cioè privo di tossine e di sostanze inquinanti che invece si possono trovare come contaminanti delle tipologie di sale che vengono estratti dai mari e dagli oceani.
Qual è la sua composizione?
La composizione del sale dell’Himalaya dipende dalla zona in cui esso viene estratto ed in genere contiene il 99% di cloruro di sodio e l’1% di sali minerali come calcio, magnesio e ferro. Quest’ultimo è responsabile del caratteristico colore rosa che contraddistingue questo tipo di sale.
Il sale rosa dell’Himalaya può essere sicuramente una preziosa scoperta in cucina grazie alle sue proprietà in grado di apportare significativi benefici per la nostra salute. Tuttavia, l’estrazione del sale dell’Himalaya comporta alcuni svantaggi sia per l’ambiente che per le popolazioni locali impegnate nella sua estrazione e nel suo trasporto. Non è sempre oro ciò che luccica e scopriremo il perché nell’articolo che segue.
Voltiamo pagina per approfondire meglio le proprietà e l’utilizzo in cucina del prodotto.
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