La cheratosi pilare è una delle malattie più comuni che possono colpire la nostra pelle ed è un’affezione caratterizzata da una sovrapproduzione di cheratina nella zona dei follicoli piliferi. Ciò porta alla conseguente presenza di pelle secca al tatto e con aspetto rugoso, molto simile alla classica pelle d’oca con la pelle che appare ispessita e disidratata.
In medicina si distinguono diverse tipologie di cheratosi pilare:
- Cheratosi rossa atrofizzante;
- Cheratosi pilare acquisita;
- Cheratosi follicolare.
Solitamente questo difetto della pelle si concentra a livello degli arti (braccia e cosce) o i glutei e si presenta proprio con bozzi, solitamente di colore biancastro a volte rossi, che non comportano né dolore né prurito.
Una buona cura della pelle e l’utilizzo di prodotti specifici, come vedremo nel corso di questa guida, può portare ad un miglioramento della sintomatologia nonostante la cheratosi pilare sia difficile da curare: spesso può accompagnare la persona che ne è colpita fino ai 30 anni.
Iniziamo subito con un focus sui sintomi.
In questo articolo parliamo di:
Sintomi della cheratosi pilare
La cheratosi pilare è, in sostanza, un problema della cheratina, ossia quella proteina dura che protegge la pelle dalle sostanze nocive e che forma una barriera impenetrabile per batteri portatori di infezioni.
La cheratina può, in presenza di questo disturbo, formare un tappo che blocca l’apertura del follicolo pilifero con la conseguenza di una pelle ruvida e rugosa al tatto. Il motivo della comparsa di questo processo non è molto chiaro ma può essere la conseguenza di una malattia genetica o di un disturbo legato ad altre malattie della pelle. E’ altrettanto vero che compare anche in persone completamente sane, senza alcun problema a livello dermatologico.
La cheratosi pilare non presenta conseguenze maligne e si caratterizza, come accennato in precedenza, per la ruvidità della pelle.
I sintomi più comuni sono:
- presenza di escrescenze;
- pelle secca,
- bozzi indolori sulla pelle;
- prurito, in casi limitati.
La cheratosi pilare tende a migliorare nei mesi caldi, in particolare con il caldo umido tipico dei mesi estivi. Mentre, durante i mesi freddi, quando la pelle è solitamente più disidratata dalle temperature fredde, tende a peggiorare ed aumentare.
Le zone colpite sono, solitamente, il retro delle braccia, le cosce, i glutei e a volte anche la guancia fino all’arcata sopraccigliare. Nella maggior parte dei casi non comporta prurito ed è generalmente asintomatica senza arrecare particolari fastidi, se non fosse per quell’antiestetico aspetto a pelle di gallina della pelle che risulta ruvida al tatto.
Questo aspetto della pelle può, evidentemente, avere ripercussioni psicologiche soprattutto nelle persone molto giovani che sono spinte a rivolgersi ad un dermatologo per un consulto ed un rimedio efficace.
Come già anticipato il problema si risolve nel giro di qualche anno seguendo scrupolosamente i consigli del dermatologo. Ciò nonostante è possibile che il disturbo si attenui senza intervenire oppure, addirittura, riacutizzarsi al termine del trattamento.
In questi casi è molto utile rivolgersi ad un medico specializzato in questo tipo di disturbi per ricevere un’adeguata cura per la propria pelle.
Quali sono le tipologie di cheratosi pilare?
In apertura vi abbiamo parlato delle diverse tipologie e manifestazioni della cheratosi pilare. Qui abbiamo cercato di riportare le caratteristiche di ognuna evidenziando le modalità di comparsa ed evoluzione.
Cheratosi pilare rossa atrofizzante
Si tratta di un tipo di cheratosi pilare che interessa principalmente le guance e le zone auricolari. A causa dell’ipercheratosi dei follicoli piliferi, la cute appare come se fosse ricoperta da un eritema e risulta molto arrossata.
Se colpisce l’uomo, questo tipo di cheratosi pilare causa lo sfoltimento di ciglia, sopracciglia e barba che non riesce più a crescere fino a diradarsi completamente. Se la cheratosi pilare rossa atrofizzante colpisce solo le sopracciglia di parla di Ulerythema Ophryogens.
Cheratosi follicolare spinulosica
Questa tipologia di cheratosi pilare si manifesta come un’ittiosi follicolare, ovvero un disordine della cheratinizzazione che fa diventare la pelle come se fosse ricoperta da vere e proprie squame che ricordano quelle dei rettili.
Questa manifestazione non colpisce solo la pelle ama anche i capelli e le ciglia accompagnandosi ad alopecia e congiuntiviti cheratosiche se il disturbo si concentra nelle zone oculari.
Cheratosi pilare acquisita
Questa tipologia è di natura infiammatoria e spesso si associa a malattie di tipo autoimmune, di qui acquisita perché dipende da un’altra patologia.
Cheratosi pilare nei bambini
La cheratosi pilare è una patologia che può colpire indistintamente sia gli adulti che i bambini, anzi in questa seconda categoria di pazienti il disturbo è molto più diffuso.
La cheratosi, infatti, colpisce in genere i bambini e gli adolescenti nel 50% dei casi; gli adulti nel 40%, e comunque entro i 30 anni. Tendenzialmente sono le bambine e le donne ad essere più colpite dal disturbo. Pare, inoltre, abbia anche una componente genetica: circa il 50% delle persone affette dal disturbo, hanno nel nucleo familiare persone che soffrono la patologia che spesso si associa a malattie cutanee come ictiosi o dermatite atopica.
Alcuni effetti benefici si ottengono nella stagione estiva: il caldo umido ha reazioni positive sui ponfi diminuendone la presenza. Ecco perché in estate, i bambini che ne soffrono, presentano una pelle più liscia, idratata e libera dalle rugosità. Possiamo, quindi, affermare che è una malattia molto diffusa nei bambini e negli adolescenti ma che tende a scomparire con l’avanzare dell’età.
Cheratosi pilare: rimedi farmacologici e naturali
Purtroppo, ed è bene ribadirlo in partenza, non esiste un trattamento universale che porti ad un miglioramento del disturbo che stiamo approfondendo. La soluzione più diffusa e più comunemente suggerita anche dai medici è quella di utilizzare delle creme idratanti che possano ammorbidire l’accumulo di cheratina nella zona specifica.
Un trattamento completo che può migliorare l’aspetto della pelle include, spesso, anche un agente esfoliante. Ad esempio, creme contenenti alfa-idrossiacidi, acido lattico o acido salicilico e urea idratano la pelle in profondità, rimuovendo al contempo le cellule morte che si accumulano sulla pelle.
Alcuni di questi rimedi sono acquistabili senza prescrizione medica: va da sé che un dermatologo potrà certamente suggerire il prodotto migliore a seconda della vostra pelle. Gli acidi presenti in questi trattamenti possono provocare arrossamenti o bruciore, di conseguenza è meglio evitarli nei bambini e in chi ha la pelle molto sensibile.
Altro rimedio possibile è l’utilizzo di corticosteroidi topici, ossia farmaci antinfiammatori che aiutano il ricambio cellulare. Pomate a base di idrocortisone o prodotti derivati, sono solitamente suggeriti per il trattamento delle zone più sensibili, ad esempio il viso e vanno utilizzate con la massima cautela attenendosi strettamente alle prescrizioni del medico. La durata di questo trattamento deve necessariamente essere a breve termine ed è il medico a seguirvi durante tutta la terapia.
I retinoidi topici sono, altresì, un trattamento molto efficace ma possono dare vita ad irritazioni cutanee particolarmente fastidiose con conseguente secchezza, arrossamento e desquamazione.
Tutti questi rimedi hanno in comune il fatto che, sospendendone l’utilizzo, il problema si ripresenta con la stessa intensità di prima. Quindi possiamo dire che i trattamenti possono avere una validità ciclica, sempre dietro prescrizione medica, da ripetere più volte nel corso della malattia fino a che questo disturbo decida di scomparire da solo.
Vi sono, poi, alcuni rimedi naturali per la cheratosi pilare, che rientrano nel novero dei cosiddetti rimedi della nonna, che allo stesso modo dei farmaci non risolvono il disturbo ma permettono di migliorare l’aspetto generale della pelle nelle zone colpite. Innanzitutto, è importante non strofinare la pelle eccessivamente: un lavaggio vigoroso può, infatti, aggravare il problema.
Dopo il bagno è utile tamponare la pelle, senza strofinare ma asciugarsi tamponando in maniera tale che una parte di umidità resti sulla pelle. Successivamente, è importante idratare la pelle con una crema lubrificante o idratante, meglio se contiene urea o glicole propilenico, che contribuiscono ad ammorbidire la pelle.
E’ utile anche applicare un prodotto che contenga acido lattico almeno due volte al giorno: l’acido contribuisce ad eliminare la cheratina in eccesso dalla superficie della pelle, assottigliandola ed eliminando in parte la ruvidità. Potrebbe essere utile anche tenere in casa un umidificatore, che aggiunge umidità all’interno della casa e aiuta a non disidratare la pelle. Ovviamente è importante, in ogni caso, bere molto.
Alcuni rimedi naturali prevedono l’impiego di ingredienti e sostanze facilmente reperibili dal costo anche molto contenuto ad esempio l’aceto di mele è molto utile grazie alle sue proprietà astringenti: basta mescolare in parti uguali aceto di mele e acqua, applicare sulla pelle con del cotone idrofilo, utilizzandolo come una lozione idratante.
Anche il sale di Epsom viene utilizzato per apportare benefici ala pelle: è ricco di minerali, ammorbidisce la pelle eliminandone le tossine riducendo lo stress e l’infiammazione della cute. Si utilizza in questo modo: sciogliere una tazza di sale in acqua calda e immergere per almeno 15 minuti la parte della pelle interessata.
Altro rimedio utile, la farina d’avena: si crea un impasto bagnando un pugno di farina con dell’acqua calda; si strofina leggermente sulla pelle interessata dalla cheratosi pilare e si lascia agire per circa 10 minuti. Risciacquare i ripetere almeno due volte la settimana.
Questi rimedi non sono definitivi, ma semplicemente un modo per alleviare il disturbo e soprattutto per migliorare l’aspetto della pelle durante il periodo in cui si manifesta la patologia.
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