Fruttosio e diabete: un matrimonio che si può fare, oppure l’ennesima limitazione per chi soffre di questa patologia? I pareri, talvolta anche tra gli specialisti, sono piuttosto controversi ed è per questo motivo che abbiamo deciso di mettere insieme un po’ tutto quello che sappiamo sulle interazioni tra la patologia e uno degli zuccheri (e dei dolcificanti) più comuni in natura. Cosa c’è da sapere riguardo il fruttosio? Si può consumare senza troppe preoccupazioni in un regime alimentare per diabetici? Oppure è da eliminare come la gran parte degli altri dolcificanti? Vediamolo insieme.
La chiave: l’indice glicemico
Secondo quanto affermato dalla scienza e dalle ricerche più recenti in materia di alimentazione, il “faro” per chi soffre di diabete è l’indice glicemico. Cos’è l’indice glicemico? Si tratta di un indice che misura la velocità con la quale incrementa la glicemia in seguito all’assunzione, alimento per alimento, di un valore pari a 50 grammi di carboidrati. Più un cibo ha un valore di IG basso, più è adatto a chi soffre di diabete. Seguendo questa affermazione, il fruttosio sarebbe uno dei migliori dolcificanti presenti in natura; infatti, se il saccarosio, che è il comune zucchero da cucina, ha valori compresi tra 60 e 70, il fruttosio risponde con valori tra 18 e 24.
Se la questione dovesse esaurirsi con questo tipo di valutazioni, non ci sarebbero dubbi sulla salubrità, per chi è diabetico, del fruttosio. Tuttavia le cose non stanno così e sono in molti i nutrizionisti che consigliano di andarci piano anche nei confronti dello zucchero presente nella frutta.
Il potere dolcificante è superiore
Quando parliamo invece di fruttosio puro, che viene isolato al fine di essere usato come dolcificante per torte, biscotti e bevande, ci riferiamo ad un’altra categoria merceologica. Non parliamo più di un carboidrato che si trova in cibi naturali, ma del suo utilizzo al posto dello zucchero, del miele, o degli altri dolcificanti.
In questo caso è bene sottolineare che il fruttosio ha uno dei poteri dolcificanti più importanti del mondo naturale, il che vuol dire che possiamo usarne di meno per ottenere un grado di dolcezza analogo. Anche in questo caso si tratta di un punto a favore di chi deve seguire una dieta che è particolarmente attenta alla quantità di zuccheri assunti, alla glicemia e alle calorie.
Calorie del fruttosio: sono analoghe agli altri zuccheri?
Per quanto riguarda invece i potenziali effetti dimagranti, o quanto meno il risparmio calorico che si potrebbe ottenere utilizzando il fruttosio al posto del comune zucchero semolato da cucina, non c’è poi molto di cui parlare. Se il saccarosio contiene infatti quasi 4 calorie per grammo, il fruttosio ne consegue 3,75, per un risparmio che, con un utilizzo normale delle due sostanze, non è affatto rilevante.
Se siete affetti da diabete e vi hanno consigliato, per intenderci, di consumare fruttosio al posto degli altri dolcificanti, naturali o sintetici che siano, vi hanno consigliato male. Stesso discorso vale per coloro che stanno seguendo un regime ipocalorico per dimagrire: non vi è alcun potere dimagrante insito nel fruttosio ed è solo leggermente ipocalorico se paragonato al saccarosio.
Il problema del metabolismo del fruttosio
Se potessimo concludere qui la nostra disamina delle interazioni tra diabete e fruttosio, ne uscirebbe senza dubbio un quadro piuttosto positivo: ha meno calorie del saccarosio, ha un potere dolcificante superiore ed ha, questa la cosa più importante, un indice glicemico sensibilmente più basso.
Purtroppo, però, le interazioni tra alimenti, nutrienti e corpo umano sono molto più complesse di ciò che sembra. Soltanto le ultime ricerche sono riuscite ad inquadrare in senso completo cosa avviene nel nostro corpo quando il fruttosio viene metabolizzato. Sembrerebbe infatti che a livelli particolarmente elevati, e con elevati intendiamo dosi superiori ai 50 grammi quotidiani, il metabolismo di questo zucchero causa reazioni tutto fuorché virtuose nel nostro corpo:
- causa la produzione di prodotti di glicazione avanzata, i cosiddetti AGE, che causano distruzione dei tessuti;
- non sopprime la fame, in quanto non è assolutamente in grado di interagire con la grelina, ovvero uno degli ormoni gastrici che segnalano l’appetito;
- può causare sindrome metabolica;
- può aumentare l’insulinoresistenza, in modo però indiretto; ostacola infatti il metabolismo corretto del glucosio a livello epatico e ne impedisce la trasformazione in glicogeno;
- incrementa i ritmi di lipogenesi, venendo poi metabolizzato come un grasso.
Si tratta di interazioni che sono considerate dai nutrizionisti, dai dietologi e dai medici piuttosto deleterie, soprattutto per chi soffre di diabete.
Conseguenze dell’abuso di fruttosio
Il fruttosio dunque è uno zucchero che non può essere considerato perfetto e che ad alte dosi (ripetiamo la soglia dei 50 grammi al giorno) può causare la comparsa di alcune importantissime patologie, alcune direttamente collegate al diabete, altre no:
- ipertensione;
- infarto;
- pancreatite;
- obesità;
- steatosi
- iperuricemia;
- gotta;
- assuefazione e dipendenza;
- insulino-resistenza, ovvero il problema principale per chi soffre di diabete.
Si tratta di conseguenze che sembrano, tra le altre cose, completamente slegate dal contenuto calorico del fruttosio, perché quando sostituito con altri zuccheri, tali sindromi si presentano con minore frequenza.
No, il fruttosio non è la soluzione ideale per chi soffre di diabete
Al principio di questo articolo avevamo potuto pensare di aver trovato nel fruttosio un ottimo dolcificante per chi soffre di diabete. Per anni si è pensato proprio così, fino a quando si è riusciti finalmente ad indagare le interazioni successive, a livello di metabolismo epatico, del fruttosio con il nostro corpo. Si tratta di uno degli zuccheri purtroppo più abusati e meno compresi, con l’industria alimentare che continua ad utilizzarlo come dolcificante in talune bevande, ricorrendo principalmente allo sciroppo di mais, uno dei dolcificanti più economici a livello industriale.
Ci sono ottime probabilità che stiate già consumando dosi troppo elevate di fruttosio, che a causa della leggenda metropolitana della frutta come alimento benefico a prescindere dalle quantità assunte, non ti avranno fatto, almeno fino alla lettura di questo articolo, preoccupare. Le cose non stanno purtroppo così, e come ricordato da importanti associazioni specialistiche, come ad esempio la The American Diabetes Association: il fruttosio è addirittura sconsigliato in caso di diabete e, inoltre, l’associazione invita al contempo a tenere sotto controllo anche le quantità di questo zucchero che vengono assunte con la frutta e con il miele. Chi vuole dolcificare i propri pasti o le proprie bevande, dovrà ricorrere ad altro dolcificante, sempre sotto stretto controllo del medico e del nutrizionista.
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