La Griffonia simplicifolia è una pianta appartenente alla famiglia delle Fabaceae o meglio conosciuta come Leguminosae che cresce nelle zone umide e tropicali dell’Africa.
Questa pianta, che può arrivare anche a misurare oltre tre metri d’altezza, produce dei caratteristici fiori verdastri (una rarità in natura) ed i frutti sono costituiti da baccelli che contengono dei curiosi semi di forma discoidale e di colorazione brunastra. Proprio per queste caratteristiche, la Griffonia simplicifolia è detta anche fagiolo africano e di questa pianta si utilizzano i semi maturi.
Il principio attivo contenuto nei semi è il 5-idrossitriptofano o 5-HPT, un composto precursore della biosintesi della serotonina (5-idrossitriptamina) uno dei principali mediatori chimici nervosi che regola il tono dell’umore, della fame e il ciclo del sonno. Detto questo, capiamo benissimo a per cosa si utilizza questa pianta e quali sono le sue proprietà utili per il nostro benessere psicologico.
In questo articolo parliamo di:
Come agisce questa pianta?
Il principio attivo di questa pianta interferisce con la trasmissione delle informazioni nervose a livello sinaptico. Ogni cellula nervosa (i neuroni) comunicano grazie ad una fittissima rete di connessioni grazie alla presenza delle sinapsi.
La sinapsi è un piccolo spazio che si trova tra un neurone e l’altro ed è in questa zona che avviene lo scambio di informazioni grazie al rilascio di particolari molecole (neurotrasmettitori) che trasportano per così dire il messaggio. Ogni neurotrasmettitore, una volta legatori al suo specifico recettore, esplica una determinata attività che, in ambito medico, è detta eccitatoria o inibitoria.
La serotonina è il neurotrasmettitore responsabile del controllo dell’impulsività, del ciclo del sonno, delle funzioni sessuali, dell’aggressività, dell’appetito e dell’ideazione al suicidio. Oltre ad essa abbiamo anche altri messaggeri chimici come la dopamina, la noradrenalina, istamina, il GABA (acido γ-aminobutirrico), la glicina: ognuno con una funzione ben specifica.
Il 5-idrossitriptofano, contenuto nella Griffonia simplicifolia, rappresenta lo stadio intermedio di della sintesi della serotonina partendo dall’L-triptofano. Il triptofano è un aminoacido presente in numerosissimi cibi, specie nella carne, nei formaggi, nelle banane e nel cioccolato: ecco perché magiare questi alimenti ci appaga moltissimo.
Nel sangue questo aminoacido si trova sia libero che legato alle proteine plasmatiche ed in particolare all’albumina che è la nostra proteina più abbondante. Tuttavia, solamente la forma libera è in grado di superare la BEE (barriera ematoencefalica) per poi essere trasformata da specifici enzimi deputati in 5-HTP e poi in serotonina ad opera di enzimi che catalizzano una reazione di decarbossilazione.
In definitiva, solo una piccolissima quantità di triptofano assunto con l’alimentazione viene trasformato in serotonina e numerosissimi studi hanno dimostrato che l’aumento della serotonina nello spazio sinaptico porta benefici al tono dell’umore, migliora il sonno ed ha un’azione antidepressiva.
Non a caso i principali farmaci ad azione anti depressiva hanno come meccanismo d’azione quello di aumentare la quantità e l’emivita della serotonina bloccando il reuptake della stessa.
L’assunzione della Griffonia porta ad un significativo aumento dei livelli di serotonina perché il 5-idrossitriptofano non legandosi alle proteine plasmatiche è capace di attraversare agevolmente la barriera ematoencefalica ed espletare le sue funzioni.
Per cosa si usa la Griffonia simplicifolia? e quali sono le proprietà?
Tutto questo discorso sulla fisiologia del sistema nervoso e sulla regolazione delle funzioni svolte dalla serotonina è molto importante per capire meglio le sue proprietà ed il meccanismo d’azione con cui esercita i suoi benefici sul nostro stato dell’umore.
La Griffonia è una delle piante più conosciute per le sue proprietà antidepressive naturali e tranquillanti, infatti l’assunzione di questa pianta si è rivelata utile per trattare tutte quelle patologie caratterizzate da una carenza di serotonina.
Poiché la serotonina è responsabile della regolazione dell’appetito, questa proprietà può essere sfruttata per combattere l’obesità ed in particolare la fame nervosa e il cosiddetto craving cioè il desiderio impulsivo ed irrefrenabile di cibo.
La Griffonia simplicifolia si utilizza anche per favorire il sonno in quanto sembra incidere in maniera positiva sulla fase REM quella in cui si sogna. La serotonina, infatti, aiuta a tranquillizzarsi ed addormentarsi più facilmente incidendo positivamente anche sulla qualità del sonno notturno.
Una recente applicazione dell’estratto di questa pianta riguarda la sua applicazione nella cura della fibromialgia, una patologia caratterizzata da forti spasmi muscolari ed articolari che tendono a cronicizzare nel tempo.
Le zone più colpite sono collo, schiena, spalle che rendono difficile anche un semplice movimento e ciò è causato da una riduzione dei livelli di serotonina che possono essere integrati con l’assunzione di estratti di Griffonia.
Come si assume la Griffonia?
La dose consigliata di 5-idrossitriptofano cioè il principio attivo di Griffonia simplicifolia è mediamente di 100 mg/die suddivisa in due somministrazioni una al mattino e l’altra la sera prima di coricarsi.
Con la Griffonia si può iniziare una vera e propria terapia iniziando con dosi basse per poi aumentarle gradualmente sempre osservando scrupolosamente il consiglio del medico. In genere si comincia con una dose anche inferiore ai 50 mg per poi aumentarla tendo sempre conto della risposta individuale del paziente.
La Griffonia non è un farmaco pertanto è da mettere in conto una sua totale inefficacia nel trattare il disturbo di cui soffrite. Il punto di riferimento deve essere sempre il medico che saprà meglio inquadrare il vostro problema e trovare la terapia adatta, anche perché questa pianta non è esente da controindicazioni, effetti collaterali ed interazioni farmacologiche.
Controindicazioni ed effetti collaterali
La Griffonia, per via della presenza del 5-HTP non deve essere assunta da chi manifesta allergia o intolleranza a questa molecola. Il prodotto è controindicato nei pazienti che hanno da poco terminato una terapia a base di inibitori delle MAO, altri farmaci che si utilizzano per trattare la depressione.
Questi farmaci, infatti, hanno bisogno di un lungo periodo per essere smaltiti del tutto. Infatti, elevate dosi di 5-idrossitriptofano possono innescare un’eccessiva formazione di serotonina in organi diversi dal cervello (accumulo extra-tissutale).
Questo prodotto è controindicato anche nei soggetti che hanno avuto infarto del miocardio, angina pectoris, ipertensione arteriosa ed altre patologie connesse con la funzionalità cardiaca e vascolare.
L’assunzione in gravidanza ed allattamento andrebbe evitata perché, ad oggi, non si hanno a disposizione chiari dati sulla sicurezza del prodotto.
I principali effetti collaterali che possono manifestarsi in seguito all’assunzione di Griffonia sono i seguenti: disturbi gastrointestinali (nausea, vomito, crampi, addominali), riduzione dell’appetito, effetti di natura neurologica come dilatazione delle pupille, perdita dei riflessi sensitivi e della coordinazione motoria, vista offuscata.
In casi molto gravi, specie quelli in cui vi è un sovradosaggio del principio attivo è possibile che si manifesti la sindrome serotoninergica, una pericolosissima situazione che se non opportunamente curata può condurre a morte.
Questa sindrome può manifestarsi con maggior incidenza e frequenza se si assumono contemporaneamente farmaci che hanno lo scopo di elevare i livelli di serotonina, vediamo quali.
Interazioni farmacologiche della Griffonia simplicifolia
Questo rimedio fitoterapico non va usato con altri antidepressivi che hanno la funzione di impedire la degradazione della serotonina.
Appartengono a questa classe gli inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRIs), antidepressivi triciclici (amitriptilina, nortriptilina ecc) e gli inibitori delle monoaminossidasi (iMAO) come selegilina, tranilcipromina.
Inoltre, va evitato anche con i farmaci che agiscono come agonisti del recettore della serotonina come i triptani (sumatriptan, zolmitriptan).
La Griffonia interagisce anche con la carbidopa che si utilizza per il trattamento del morbo di Parkinson e con la α-metildopa, un farmaco per il trattamento dell’ipertensione.
Tra le possibili interazioni abbiamo anche quella con particolari vitamine come la vitamina B6 e con estratti fitoterapici come l’iperico o Erba di San Giovanni la cui associazione può potenziare l’effetto antidepressivo dell’iperico e aumentare il rischio di effetti non desiderati.
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