Oltre a rivestire un ruolo decisamente particolare nell’immaginario collettivo, il clistere (o enteroclisma che di si voglia) è un importantissimo strumento di cura, ancora utilizzato oggi per trattare particolari condizioni di salute.
Si tratta di una procedura attraverso la quale, con l’utilizzo di speciali sonde e beccucci rettali, è possibile erogare nel retto una soluzione liquida che faciliterà l’evacuazione. In questi casi, si parla di clistere evacuativo, una soluzione indolore e non farmacologica utile per trattare la stitichezza.
Quando parliamo di enteroclisma (in ambito ospedaliero, gergalmente, viene definito anche clisma), ci riferiamo in realtà a diverse procedure, che hanno in comune l’utilizzo dello stesso strumento, ma che hanno scopi particolarmente diversi.
Il clistere di pulizia è una procedura alla quale ogni paziente che deve effettuare una colonscopia deve sottoporsi in modo tale da pulire l’intestino e permettere la sua esplorazione. Oltre a questo tipo di clistere abbiamo:
- il clistere evacuativo, che ha come scopo quello di liberarci da un blocco intestinale;
- il clistere carminativo, utile per favorire l’espulsione dei gas intestinali;
- il clistere di ritenzione;
- il clistere a flusso refluo;
- il clistere terapeutico, che viene utilizzato per somministrare medicinali in forma liquida direttamente per via rettale.
Anche per gli strumenti abbiamo ormai una certa varietà. La peretta in gomma viene utilizzata in genere in ambito domestico, che ha un beccuccio decisamente stretto e lungo, molto facile da utilizzare anche da parte dei non esperti; in ambito ospedaliero invece si ricorre sempre più di frequente ad una speciale sacca, che assomiglia per forma e consistenza a quella utilizzata comunemente per le flebo, che ha una parte terminale con un rubinetto grado di far scorrere il liquido, che verrà poi destinato ovviamente all’interno del retto.
Voltiamo pagina per approfondire le diverse tipologie di clistere o enteroclisma.
Condividi su: