Le erbe svedesi sono la base per produrre l’amaro svedese, un famoso amaro le cui proprietà sono innumerevoli ed apprezzate da molti. Il grande potere terapeutico di queste erbe è stato apprezzato da diversi utilizzatori che negli anni ne hanno fatto utilizzo.
La prima testimonianza delle proprietà benefiche di questo rimedio è quella di Maria Treben, scrittrice esperta di fitoterapia, che ne esalta il suo utilizzo in un libro intitolato “La salute della farmacia del Signore”. Qui è contenuta la ricetta di questo amaro fitoterapico, una miscela di erbe da utilizzare sia per uso interno che esterno, che sfrutta le proprietà terapeutiche di ognuna delle erbe in esso contenute. Nel libro, però, si narra che la ricetta non è di proprietà di Maria Treben, ma è stata trovata in un antico manoscritto che raccoglieva gli appunti di un medico, il dott.Samst, che morì alla veneranda età di 104 anni.
Nell’articolo che segue elencheremo le erbe presenti nell’amaro delle erbe svedesi, la ricetta per prepararlo e le relative proprietà benefiche.
Erbe svedesi: principi attivi e ricetta originale
La ricetta originale dell’amaro prevede l’utilizzo di diverse erbe, ognuna con una specifica azione curativa e terapeutica. Nell’elenco troviamo i seguenti ingredienti:
- Aloe o polvere di assenzio;
- Mirra;
- Zafferano;
- Foglie di cassia;
- Canfora solo di origine naturale;
- Radice di rabarbaro;
- Radice di curcuma;
- Manna;
- Teriaca Veneziana;
- Radice di carlina;
- Radice di angelica.
Che funzioni hanno queste erbe? L’Aloe, il cui nome scientifico è Aloe barbadensis, contiene numerosi principi attivi tra cui glucomannani, acido cinnamico, antrachiononi catartici che hanno proprietàantibiotiche, germicide, antinfiammatorie e lassative. La senna, pianta il cui nome scientifico è Cassia angustifolia la quale contiene flavonoidi, derivati naftalenici e derivati antrachinonici come i sennosidi che hanno proprietà lassative e sono contenuti nelle sue foglie.
Lo zafferano, Crocus sativus, è ricco di fitosteroli, carotenoidi, crocina glucoside e crocetina. Svolge un’importante azione lenitiva, immunostimolante e digestiva. La mirra, Commiphora myrrhaè, un altro ingrediente dell’amaro che contiene terpeni come pinene e limonene, sesquiterpeni, fenoli, aldeide cumminica, eugenolo e cinnemaldeide. Svolge attività importanti a livello intestinale favorendo l’eliminazione dei gas e stimolando la peristalsi. La zedoaria, Curcuma zedoaria, è un’altra erba svedese presente all’interno dell’amaro svedese di cui si utilizza la radice che contiene monoterpeni, come canfene, zingiberene, e curcuminoidi. Ha ottime proprietà antibatteriche e antiossidanti. La carlina, Carlina vulgaris, è una pianta che contiene oli essenziali, tannini, inulina e sostanze amare. Ha buone proprietà diuretiche, antipiretiche, cicatrizzanti e digestive. Di questa erba viene utilizzata solo la radice. Poi troviamo la manna, il cui nome scientifico è Fraxinus ornus, una linfa che si estrae dall’albero del frassino ricca di derivati cumarinici come il faxoside e zuccheri quali mannitolo e stachilosio che viene utilizzata per migliorare la regolarità intestinale. Il rabarbaro, ossia il Rheum palmatum, di cui viene impiegata solo la radice contiene emodina, aloemodina e reina, tutti glicosidi antrachinonici che svolgono un’azione lassativa e di regolarizzazione intestinale. La canfora che si estrae dalla pianta Cinnamonum camphora, viene utilizzata per le sue proprietà anestetiche e antibatteriche. La teriaca veneziana è un insieme di erbe tra cui gramigna, lavanda, genziana, anice, menta, ginepro, cardo, liquirizia, iperico e molte altre, tutte con diverse proprietà. Infine, nell’amaro svedese troviamo la Angelica archangelica, che contiene angelicina, ostenolo, ostolo, tannini e xantotossina.
Erbe svedesi: l’amaro funziona?
Mettendo insieme tutti gli ingredienti riportati è possibile realizzare l’amaro a base di erbe svedesi in casa anche se, in realtà, in commercio è possibile acquistare un prodotto già pronto all’uso che facilitano il reperimento delle materie prime e le procedure di preparazione spesso troppo lunghe. La ricetta per realizzare questo prodotto prevede che le erbe svedesi vengano messe a macerare in un litro e mezzo di alcool a 40° in una bottiglia dal collo largo che verrà lasciata al sole oppure vicino ad una fonte di calore per circa 15 giorni. La bottiglia va scossa ogni giorno in modo da consentire una migliore estrazione dei principi attivi e per ottenere un prodotto omogeneo. Passati i 15 giorni il contenuto verrà filtrato e travasato in una bottiglia più piccola da cui servirsi ogni volta che se ne ha il bisogno. Questo amaro così ottenuto può essere conservato per molti anni: più riposa, più aumenta il suo effetto benefico.
Per cosa funziona l’amaro alle erbe svedesi? Innanzitutto, possiamo dire che l’amaro svedese serve a curare diverse patologie: stipsi, emorroidi, cistite, eruzioni cutanee, candida, smagliature, problemi digestivi, coliche addominali, mal di denti, mal di gola, dolori mestruali, dolori articolari, disturbi del sonno, calli e verruche, e molte altre patologie. Per alleviare i sintomi e curare questi disturbi, le erbe svedesipossono essere utilizzate sia dall’interno che dall’esterno e in base alla specifica indicazione vi sarà una posologia e un utilizzo diverso. Nonostante sia una sostanza naturale, non è esente da controindicazioni che riguardano principalmente la sensibilità individuale a una o più delle erbe presenti nell’amaro.
Come si usa l’amaro svedese? Come cura generica preventiva si può sciogliere in acqua un cucchiaino di amaro e assumerlo 2 o 3 volte al giorno, per circa 2 o 3 settimane. Nel caso lo assumano i bambini le dosi non variano ma cambia solo la modalità di assunzione nel senso che bisognerà fare evaporare l’alcol presente portando ad ebollizione dell’acqua e poi versare l’amaro in modo che l’alcol evapori. Se si utilizzano le erbe svedesi per problemi digestivi, è possibile ricorrere a questo rimedio ogni volta che sarà necessario nella dose da 20 a 40 gocce sciolte in acqua. Per le coliche addominali la posologia sarà di 3 cucchiaini da assumere 2 o 3 volte al dì. In caso di stipsi bisogna prenderne 3 cucchiaini al giorno con acqua tiepida, la mattina prima di fare colazione. In caso di crampi addominali, 30 o 40 gocce più volte al giorno. Per le donne con irregolarità mestruali, la dose di amaro svedese è di un cucchiaino la mattina prima di fare colazione a partire dal 14° giorno del ciclo, corrispondente all’ovulazione, assumendolo per 14 giorni consecutivi fino alla comparsa del ciclo mestruale. Nel casi di disturbi del sonno la posologia prevede un cucchiaino tutte le sere prima di coricarsi. Per i sintomi influenzali, invece, si combattono febbre e brividi assumendo un cucchiaio 3 volte al giorno un paio di ore prima dei pasti principali.
Per quanto concerne, invece, l’utilizzo esterno con le erbe svedesi è possibile realizzare suffumigi con l’amaro, facendo evaporare l’acqua nella quale viene versato l’amaro. Oppure, si potrà realizzare un impacco o cataplasma da applicare sulle zone affette da infezioni, infiammazioni o arrossamenti. Per realizzare questi impacchi sarà necessario aggiungere alcune gocce di amaro a del cotone idrofilo che sarà, poi, riscaldato a bagnomaria e proto per essere utilizzato sulla zona da trattare preventivamente lenita con della crema alla calendula. E’ consigliato lasciare in posa il cotone per un tempo che va alle 2 alle 4 ore. Inoltre, può essere impiegato anche per effettuare gargarismi sciogliendo semplicemente l’amaro in un po’ d’acqua. Essendo un ottimo antidolorifico è possibile, quindi, frizionare la zona interessata dal dolore con un panno di cotone imbevuto con poche gocce di amaro.
Infine, vogliamo concentrare la nostra attenzione sulle controindicazioni di questo prodotto pur essendo costituito da erbe assolutamente naturali. Non è, innanzitutto, indicato alle donne in gravidanza poiché alcune erbe potrebbero avere potenziali effetti teratogeni. In caso di irritazione allo stomaco, quindi gastriti, ulcera, esofagite da reflusso, è meglio evitare il suo utilizzo per il suo elevato contenuto alcolico. Lo stesso vale per le epatopatie e per tutte quelle patologie per le quali non è consentita l’assunzione dell’alcool compresa l’assunzione concomitante con alcuni farmaci come ad esempio gli antidepressivi in cui si può avere un potenziamento dell’azione. In caso di utilizzo esterno è bene evitare le zone più delicate come le parti intime o le zone con pelle molto irritata.