Fame chimica è il nome volgare e comune che diamo alla sensazione di insaziabile appetito che si ha dopo aver fumato hashish o marijuana. Si tratta di uno degli effetti collaterali più importanti del consumo di queste sostanze e anche uno di quelli che si manifesta con maggiore frequenza. Si tratta di una reazione fortissima ed incontrollata che colo che fanno uso abituale di queste droghe hanno avuto modo di sperimentare.
Nella guida di oggi indagheremo quali sono sia le cause che portano ad avere la fame chimica, sia invece quelle che sono le possibili conseguenze sulla salute. Questo fenomeno ha delle basi biochimiche ben definite e precise e quindi spiegabili da un punto di vista propriamente medico. Nel corso dell’articolo vi forniremo maggiori delucidazioni in merito.
Che cos’è nello specifico la fame chimica?
Si tratta di una sensazione di appetito molto forte e intensa, che sembra essere insaziabile e che si presenta tra i 30 minuti e le 2 ore successive al consumo di marijuana o hashish. La fame chimica è una costante di chi assume queste sostanze e sembra presentarsi con incredibile regolarità anche quando si è consumatori abituali della sostanza e si è sviluppata ormai una certo grado di assuefazione.
Quali sostanze la provocano?
La sensazione oggetto della nostra analisi è collegata esclusivamente alle sostanze che contengono THC (tetraidrocannabinolo) il principio attivo contenuto all’interno della canapa . Nello specifico il fenomeno è collegato al consumo di hashish e marijuana e la sua intensità e frequenza sembra essere direttamente collegata alla quantità di principio attivo che è contenuta nella sostanza.
Di conseguenza, fumare hashish provoca in genere un appetito più marcato, dato che in questa sostanza le quantità di THC possono essere di molto superiori a quelle che si trovano nella marijuana.
Perché ci viene la fame chimica quando fumiamo?
Prima di affrontare nello specifico il tema è bene fare un piccolo ripasso di biochimica. Nel nostro corpo sono già presenti cannabinoidi (chiamati endocannabinoidi, in quanto “autoprodotti” dal nostro corpo). Si tratta di sostanze che sono in grado di interagire con alcuni particolari recettori nel nostro cervello, che sono i responsabili del senso di fame. Andando ad assumere THC esogeno, si aumentano le interazioni con questi recettori e il nostro corpo, come risposta, ha una reazione ormonale che porta a sviluppare il senso di fame. La fame chimica è dunque completamente scollegata da quelli che sono gli effettivi bisogni del nostro corpo: è scatenata a livello biochimico e non ha alcuna relazione con il nostro livello di sazietà.
Perché ci viene voglia di cibi grassi e/o proteici?
Avete mai sentito qualcuno mettere freno alla sua fame chimica con una semplice insalata? Il motivo è presto spiegato: in questo caso siamo davanti a meccanismi che fanno parte del comportamento biochimico degli esseri umani (e più in generale di tutti i mammiferi onnivori e carnivori): quando la sensazione di fame è forte, aumenta la voglia di assumere alimenti estremamente energetici e sazianti, come appunto i grassi e le proteine.
Subito dopo aver fumato, soprattutto se le quantità assunte sono importanti, si può anche avvertire una forte voglia di cibi zuccherini: questo perché la marijuana e l’hashish hanno interazioni importanti con i livelli glicemici del nostro sangue e possono portare appunto il nostro cervello a richiedere sostanze che li riequilibrino immediatamente.
La fame chimica fa ingrassare?
Gira da tempo online una leggenda metropolitana che afferma che mangiare in seguito alla fame chimica non farebbe ingrassare. Si tratta però appunto di una leggenda, dato che gli alimenti assunti in seguito a questo fenomeno subiscono il normalissimo metabolismo a cui sono soggetti gli altri alimenti: vengono scomposti, bruciati e, nel caso in cui fosse necessario, stoccati sotto forma di grassi. La fame chimica dunque fa ingrassare, o meglio, le scorpacciate causate dal fumo di marijuana e hashish possono essere responsabili di un sostanziale aumento di peso.
Alla lunga può causare inappetenza
I fumatori abituali possono trovarsi ad affrontare, però, un fenomeno piuttosto particolare: nel caso in cui non consumino THC possono soffrire di inappetenza e questo può determinare un dimagrimento sul medio e lungo periodo. Si tratta però di una condizione che i medici sconsigliano, in quanto i danni del fumo sono più che noti e soprattutto in quanto i pasti che si consumano in seguito agli attacchi di fame chimica sono tutto fuorché equilibrati.
Può aiutare chi fa la chemioterapia
L’aspetto “appetente” della marijuana e dell’hashish hanno reso queste sostanze utilizzatissime, almeno negli Stati Uniti, per il trattamento di chi sta seguendo un percorso terapeutico anti-cancro, nello specifico nel caso di chemioterapia. I farmaci coinvolti in questo tipo di terapie infatti finiscono per causare nausee e inappetenze che possono essere efficacemente combattute con l’uso di marijuana terapeutica. Si tratta di terapie accessorie che sono finalmente oggetto di studio anche in Italia. Tuttavia si tratta di un metodo che va preso un po’ con le pinze perché, come è noto a molti, gli effetti devastanti del fumo di sigaretta sono sotto gli occhi di tutti.
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