La Mozzarella Santa Lucia è uno dei prodotti più conosciuti e popolari del gruppo Galbani. Oggetto da sempre di intense campagne pubblicitarie da parte del gruppo, è un prodotto che tutti, volenti o nolenti, ci siamo trovati a consumare almeno una volta.
Si tratta di una mozzarella fresca, imbustata nel siero originale e che, almeno secondo le volontà del produttore, dovrebbe fare concorrenza alle mozzarelle da banco, quelle dei caseifici locali e nazionali e che sono considerate, in genere, di qualità più elevata.
Insieme analizzeremo pregi e difetti, vizi e virtù della Mozzarella Santa Lucia Galbani, non tralasciando i valori nutrizionali e superando anche il mero dato calorico, interessandoci sia della ripartizione dei nutrienti che della presenza eventuale di conservanti o agenti che comunque non troverebbero posto in altre mozzarelle fresche.
I formati disponibili
La Mozzarella Santa Lucia Galbani è presente sul mercato in quattro diversi formati:
- mozzarella singola da 100 grammi;
- mozzarella singola da 125 grammi;
- confezione da 3 mozzarelle singole da 100 grammi, per un totale di 300 grammi;
- confezione famiglia da 3 mozzarelle singole da 125 grammi, per un totale di 375 grammi.
Non sono più presenti sul mercato, ormai da diversi anni, le grandi confezioni risparmio da 6 e 8 pezzi.
Gli ingredienti della Mozzarella Santa Lucia
Gli ingredienti riportati in etichetta dal produttore sono in realtà semplici e molto vicini a quelli si dovrebbero utilizzare per la produzione di una mozzarella di qualità. Per produrre la Mozzarella Santa Lucia vengono infatti utilizzati: latte vaccino, caglio, sale e acido citrico.
Si tratta di ingredienti che possiamo considerare standard nella produzione delle mozzarelle industriali, anche se l’ultimo ingrediente, l’acido citrico, è un po’ la chiave di volta per comprendere la differenza tra la mozzarella tradizionale e quella invece “in busta”.
Perché si usa l’acido citrico nelle mozzarelle?
Nella realizzazione della mozzarella tradizionale si utilizzano quattro ingredienti, gli stessi che si trovano anche anche nella mozzarella Santa Lucia. Al posto dell’acido citrico che abbiamo però trovato nella Santa Lucia Galbani, vengono utilizzati i fermenti lattici vivi.
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Secondo Galbani, o meglio, secondo la spiegazione che il produttore fornisce sul suo sito internet, l’acido citrico verrebbe utilizzato per preservare al meglio il gusto del latte. Chiunque abbia assaggiato però entrambe le tipologie di prodotto, ovvero quella artigianale e quella industriale, sa bene che si tratta di una mezza verità. Il gusto della Mozzarella Galbani Santa Lucia è più salato, per un motivo legato a doppio filo a ragioni di carattere produttivo. La mancanza di fermenti lattici rende il prodotto “meno saporito” e dunque c’è bisogno di maggiori quantità di sale per renderlo appetibile.
L’acido citrico, che non è assolutamente un ingrediente dannoso, viene utilizzato in realtà per un motivo molto semplice: rende la produzione della mozzarella “fast” più veloce e più economica. I costi di produzione vengono abbattuti e si riescono, a parità di strutture produttive, ad immettere sul mercato molte più mozzarelle. Si tratta dunque di un “trucco” che ha a che fare esclusivamente con le ragioni di carattere produttivo e non con un presunto desiderio di fornire al cliente un prodotto che sappia più di latte.
L’acido citrico è dannoso? Assolutamente no. Si tratta di un reagente presente in natura e che non ha alcun tipo di controindicazione per il consumo da parte degli esseri umani. Il cambio di ingrediente (dai fermenti lattici all’acido citrico) non comporta alcun tipo di rischio per il consumatore finale.
I valori nutrizionali della Mozzarella Santa Lucia
La mozzarella Santa Lucia si presenta con una tabella nutrizionale tutto sommato equilibrata. In 100 grammi di prodotto troviamo infatti:
- 238 kilocalorie;
- 18 grammi di grassi, di cui 12,5 sono grassi saturi;
- 2 grammi di carboidrati, che sono derivati dagli zuccheri naturalmente presenti nel latte;
- 17 grammi di proteine;
- 0,7 grammi di sale;
- 320 grammi di calcio;
- 230 mg di fosforo.
Si tratta di valori che sono completamente in linea con quelli delle mozzarelle artigianali, che sono solo leggermente più grasse e leggermente meno proteiche. A livello di dieta dunque, nel consumare una Mozzarella Santa Lucia o quella di un caseificio locale non sembrano esserci grandi differenze.
Il sale è davvero un problema?
Rispetto alle mozzarelle tradizionali, la mozzarella Santa Lucia ha una quantità di sale leggermente minore, non comunque alta abbastanza per essere considerata pericolosa, neanche per i soggetti che soffrono di patologie di tipo cardiovascolare: ma sappiamo benissimo che il sale è presente ovunque nei prodotti industriali e superare la dose giornaliera raccomandata è piuttosto semplice. Certo, il gusto parzialmente ne risente, anche se trattandosi comunque di qualcosa di estremamente personale, non possiamo che lasciare a voi la decisione.
Si tratta di una mozzarella di qualità?
La Mozzarella Santa Lucia è un prodotto di qualità, secondo gli standard industriali meno per gli standard di tradizione e provenienza del latte molto spesso estero. Non ha conservanti, non è realizzata con trucchi e trucchetti dannosi per il consumatore.
Fonte foto: galbani.it |
Per quanto riguarda il gusto, dobbiamo comunque rilevare che sebbene l’acido citrico non abbia alcun tipo di effetto negativo sulla nostra salute, questo tende comunque ad offrire un prodotto che non ha il retrogusto leggermente acido della mozzarella fiordilatte. Chi è appassionato di questo prodotto nelle versioni commercialmente più d’élite, con ogni probabilità non potrà considerare la Santa Lucia Galbani un prodotto di qualità eccellente.
Dal punto di vista però dei freddi numeri e della fredda scienza, la mozzarella Santa Lucia deve essere sicuramente considerata come un prodotto industriale piuttosto in linea con quelli che sono i dettami storici per la produzione di mozzarella, fatta salva, e lo ripetiamo ancora una volta a scanso di equivoci, la presenza dell’acido citrico.
Il problema del frigo
In chiusura, da appassionati di mozzarella più che da scienziati, dobbiamo sottolineare quello che è il problema della refrigerazione delle mozzarelle, che non può che coinvolgere anche la Santa Lucia.
La mozzarella, secondo la tradizione (e secondo chi è un autentico cultore di questo prodotto) non va refrigerata, ma consumata in giornata, quasi calda. Si tratta di qualcosa che è ovviamente possibile mettere in pratica se si è così fortunati da vivere in una zona d’Italia dove la produzione di mozzarelle è presente. Chi invece deve comprarle al supermercato, non potrà che rassegnarsi alle “mozzarelle da frigorifero”, meno gustose perché leggermente meno acide.
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