La cosmesi eco-bio non è semplicemente una tendenza ma una vera e propria scelta per tutelare la salute di pelle e capelli.
Tuttavia, i cosmetici bio e natural non sono solo prodotti che aiutano la detersione del corpo come bagnoschiuma, shampoo e balsamo ma comprendono anche i cosmetici decorativi come rossetti, fondotinta, ciprie, ombretti, matite e molto altro ancora.
Ma cosa vuol dire il termine cosmetici naturali? C’è differenza con cosmetici bio? Quali controlli devono essere eseguiti in fase di produzione? Come si leggono le etichette e che informazioni devono fornire al consumatore?
Per far crescere i dubbi basta dire che un prodotto di bellezza o per la salute della pelle può portare la dicitura “con estratti naturali” anche se composto fino al 70% dalle più comuni sostanze chimiche dell’industria cosmetica.
Ecco dunque una piccola guida per destreggiarsi tra i termini e le definizioni che sempre più frequentemente trovate nei reparti dedicati ai prodotti cosmetici in farmacia, in profumeria, al supermercato o nei negozi green.
La blacklist degli ingredienti nei cosmetici
Anche se ad ora non ci sono studi che dimostrino la cancerogenicità di comuni sostanze chimiche presenti nei cosmetici industriali – gli ormai noti parabeni, petrolati e siliconi, ma anche i conservanti, i coloranti, i solfati – è comunque dimostrato che a lungo andare, specie per via dell’uso frequente che si fa, questi possono creare diversi problemi e negli ultimi anni l’informazione a riguardo è fortunatamente aumentata, oltre ad essere cresciute le alternative bio e naturali.
Tutto questo però ha portato a maggiori difficoltà per i consumatori nel districarsi tra le etichette e i dati da tenere in considerazione per una scelta consapevole: sono reperibili tantissime liste di prodotti da evitare ma spesso sono del tutto allarmistiche e prive di riscontri.
Del resto, anche per quel che riguarda la cosmesi naturale c’è molta confusione che non fa bene ad un settore di recente diffusione.
Iniziamo col dire che prodotto cosmetico di origine naturale e altre definizioni simili dovrebbero voler dire che è stato realizzato del tutto o quasi con ingredienti di origine naturale, mentre prodotto cosmetico bio dovrebbe precisare che gli stessi ingredienti naturali siano appunto stati coltivati e trattati con metodologie biologiche.
Ovviamente vegano implica il non uso di ogni componente di origine animale, ma anche dei test sugli animali.
Tuttavia c’è un problema di uniformità dei controlli, degli standard di valutazione e di creazione delle diciture, in quanto ad oggi non esiste una normativa di settore né a livello nazionale né a livello europeo.
Le aziende produttrici, infatti, possono tranquillamente ricorrere all’autocertificazione e alla verifica da parte di enti privati (in Italia sono circa una decina), col risultato che le diciture non sono uniformi e per chi non è un minimo competente in chimica c’è il rischio di capirci poco o nulla.
Basta dare una veloce lettura all’INCI, ovvero l’elenco dei componenti di shampoo, balsamo, creme varie, cosmetici ecc… per rendersene conto.
Vediamo dunque di chiarire il più possibile i vari significati delle diciture, dei simboli e delle sigle più comuni, così da darvi delle indicazioni utili ad interpretare la babele che vi trovate di fronte: per quel che riguarda la cosmesi bio e naturale è il caso di fare riferimento alle indicazioni dell’ICEA (Istituto per la Certificazione Etica ed Ambientale) e agli standard Cosmos, entrati ufficialmente in vigore nel 2009 ed elaborati tramite una collaborazione tra i principali certificatori europei del settore.
Vademecum delle etichette cosmetiche
La certificazione Cosmos Natural è quella che ha valenza europea e viene concessa a cosmetici e detergenti prodotti con una formulazione naturale almeno al 98%, col restante 2% che può essere di origine petrolchimica.
Non solo gli ingredienti devono essere naturali, ma il processo di lavorazione deve rispettarne la sostanza funzionale e ci deve essere una gestione il più ecologica possibile dello smaltimento rifiuti e dell’uso dell’energia.
Eco Bio Cosmesi indica che il prodotto è realizzato con materie prime provenienti da agricoltura biologica o da raccolta spontanea: secondo lo standard Cosmos Organig almeno il 95% degli ingredienti devono essere “processati biologici” e la formulazione naturale almeno al 98% (obbligo di indicare le percentuali esatte).
Inoltre non ci devono essere tracce di materie prime non vegetali e come per la certificazione Natural la produzione deve essere a basso impatto ambientale.
Passiamo alle più comuni diciture “dermatologicamente testato” e “clinicamente testato” che trovate su tantissimi prodotti di bellezza, per la salute della pelle e simili: qui non c’entra più la cosmesi bio e green, non si certifica nulla a riguardo degli ingredienti bio, dei test sugli animali, del rispetto della natura, ma vuol solo dire che il prodotto finito è stato testato sulla pelle di volontari.
Gluten free vuol dire ovviamente “senza glutine”: cosa c’entra coi prodotti cosmetici e detergenti? Il glutine non passa attraverso la pelle, tuttavia c’è sempre il rischio che possa venire ingerito – ad esempio i rossetti – e nonostante i pericoli per chi soffre di celiachia siano davvero minimi, con questa indicazione si è certi che il prodotto non contiene derivati del grano (che possono essere usati nella cosmesi come emulsionanti e stabilizzanti) e non ne è neanche stato contaminato durante la produzione.
Fate però attenzione se trovate simbolo della spiga barrata in quanto l’Associazione Italiana Celiachia non ne ha concesso l’uso proprio perchè il glutine non passa attraverso l’epidermide.
5 Metal Tested vuol dire che il prodotto è stato testato per mercurio, cobalto, cadmio, cromo e piombo, cinque metalli pesanti che possono dare problemi di allergie e sensibilizzazioni cutanee; come saprete però c’è anche la questione dell’avvelenamento da metalli pesanti, un problema di lungo periodo dovuto all’accumulo nell’organismo di tali sostanze: l’assorbimento cutaneo è minimo, quasi nullo, purtroppo però i detergenti e i cosmetici industriali nel corso degli anni sono diventati più aggressivi nei confronti delle difese della pelle per via delle formule che portano più a fondo i principi attivi, quindi è meglio tenere d’occhio anche questo aspetto.
Nickel tested vuol dire che c’è una bassissima presenza di nickel, un metallo che può causare reazioni allergiche, e va sempre accompagnato da una percentuale: purtroppo non ci sono livelli precisi dettati dalla legge (anche per i su menzionati metalli pesanti), comunque la percentuale più bassa rintracciabile è <0.00001%. Diffidate invece della dicitura nickel free perché è impossibile accertare l’assenza totale.
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