L’acetone è un disturbo che colpisce molti bambini e si presenta nel momento in cui l’organismo corporeo va incontro ad una carenza di zuccheri. Ma di cosa si tratta esattamente? Quali sono i sintomi dell’acetone nei bambini? Da cosa è causato questo disturbo e quali sono i rimedi?
Se anche tu stai cercando una risposta a tutte queste domande allora stai leggendo l’articolo che fa al caso tuo. Infatti, oggi ci occuperemo di questo disturbo transitorio del metabolismo che interessa moltissimi bambini quando si trovano ad affrontare periodi particolari. Vedremo insieme quali sono le cause, i sintomi e, soprattutto, i rimedi che possiamo adoperare per risolvere questa situazione.
In questo articolo parliamo di:
- Che cos’è l’acetone nei bambini?
- Quali sono le principali cause dell’acetone nei bambini?
- Perché l’acetone è così comune nei bambini? Quali sono i fattori di rischio?
- Quali sono i sintomi dell’acetone nei bambini?
- Ogni quanto si presentano le crisi di acetone? Quanto durano?
- Quali sono i migliori rimedi dell’acetone nei bambini?
- C’è un modo per prevenire questo disturbo oppure no?
Che cos’è l’acetone nei bambini?
Come abbiamo già accennato nella breve introduzione del nostro articolo, quando parliamo dell’acetone ci riferiamo ad una condizione che si presenta molto spesso durante l’infanzia, più precisamente quando l’organismo del piccolo va incontro ad una carenza di zuccheri.
Infatti, il corpo dei bambini in queste condizioni, non avendo a disposizione lo zucchero necessario per ricavare abbastanza energia, inizia a bruciare i grassi, portando il fegato a produrre i corpi chetonici, ossia delle sostanze di scarto. Per questo motivo l’acetone viene anche chiamato stato di chetosi.
Si tratta di un disturbo temporaneo del metabolismo ed i chetoni, o corpi chetonici, in realtà, vengono normalmente prodotti dal corpo, ma in caso di acetone i livelli sono decisamente eccessivi. Vediamo quindi quali sono le cause e perché si formano queste sostanze.
Quali sono le principali cause dell’acetone nei bambini?
Anche se l’acetone compare principalmente nel corso dell’età pediatrica, ciò non esclude che questo disturbo possa interessare anche gli adulti, ma oggi ci concentreremo sui più piccoli per evitare di fare confusione.
L’acetone si manifesta soprattutto in presenza di alcune condizioni ben precise come quelle citate in seguito:
- in presenza di alcuni disturbi intestinali;
- in seguito ad un digiuno prolungato;
- nel caso di febbre alta associata ad inappetenza del bambino.
Parliamo di condizioni in cui l’organismo del bambino ha decisamente bisogno di energia e, per farlo, aumenta la richiesta degli zuccheri, o meglio, del glucosio.
E’ proprio nel momento in cui le riserve di zuccheri terminano che, come abbiamo detto in precedenza, l’organismo inizia a bruciare i grassi per ricavare l’energia di cui ha bisogno e, per fare ciò, i livelli dei corpi chetonici aumentano fino a dare luogo ad una condizione di acidosi.
Proprio per questo motivo, come vedremo meglio nel paragrafo in cui tratteremo i sintomi, di solito, chi soffre di acetone emana un odore particolarmente sgradevole.
Perché l’acetone è così comune nei bambini? Quali sono i fattori di rischio?
Sicuramente ti sarai chiesto perché questo disturbo temporaneo interessa soprattutto i più piccoli e noi siamo qui proprio per rispondere alla tua domanda.
Il motivo per cui l’acetone colpisce prevalentemente i bambini è molto semplice. Infatti, in età pediatrica, l’organismo umano immagazzina gli zuccheri all’interno di organi ben precisi, ossia i muscoli ed il fegato, che, a loro volta hanno una capacità limitata rispetto al corpo di un adulto.
Proprio per questo, in presenza di condizioni che richiedono una maggiore energia, come quelle di cui abbiamo parlato sopra, il corpo di un bambino termina prima del tempo le sue “scorte” di zuccheri ed inizia il processo che porta alla comparsa dell’acetone.
Per quanto riguarda invece i fattori di rischio di questo disturbo, ricordiamo soprattutto i seguenti:
- un’alimentazione che contiene quantità eccessive di grassi;
- un’alimentazione in cui scarseggiano i carboidrati;
- il diabete infantile e altre disfunzioni metaboliche di tipo congenito:
- una febbre troppo alta;
- un’età anagrafica compresa tra i 2 e i 6 anni;
- in caso di un digiuno prolungato;
- un avvelenamento da saliciati;
- degli sforzi intensi.
Quali sono i sintomi dell’acetone nei bambini?
Così come accade per qualsiasi altra condizione patologica, anche nel caso dell’acetone, per capire se un bambino è affetto da questo disturbo, dobbiamo far riferimento ai sintomi più comuni con i quali è solito manifestarsi.
Si tratta dei sintomi che, in gergo medico, vengono chiamati sintomi della chetoacidosi e, tra i più frequenti, ricordiamo soprattutto quelli citati in seguito:
- mal di testa;
- l’alito acetonemico, anche detto alito fruttato;
- vomito che diventa sempre più acquoso;
- stanchezza;
- mancanza di appetito;
- diarrea;
- la lingua appare piuttosto asciutta e patinosa;
- respiro profondo e frequente;
- scarsa vivacità;
- occhiaie evidenti.
Tuttavia non è detto che questi sintomi si manifestino simultaneamente come è a che possibile che si manifestino sintomi più gravi quali l’alterazione di coscienza: ma fortunatamente si tratta di episodi più sporadici.
Ogni quanto si presentano le crisi di acetone? Quanto durano?
Non esiste un periodo di tempo preciso entro il quale si presenta la crisi di acetone ma devono verificarsi tutta una serie di condizioni, elencate precedentemente, che possono condurre allo stato di chetosi.
Per quanto riguarda invece la durata delle crisi di acetone, questi episodi durano uno o due giorni e, non appena si normalizza l’introito di zuccheri, cesseranno in modo del tutto spontaneo.
In questi casi bisogna fare attenzione a quello che il bambino riesce ad ingerire, soprattutto per quanto riguarda i liquidi, visto che vomitando ne perde molti. Infatti, se il piccolo non riesce ad idratarsi per bocca, potrebbe essere necessario idratare il suo organismo attraverso delle flebo, cosa che avviene nei casi estremamente gravi.
Quali sono i migliori rimedi dell’acetone nei bambini?
Se la crisi di acetone dura più di due o tre giorni, allora è opportuno rivolgersi al pediatra, soprattutto se la temperatura del bambino rimane alta per più giorni.
Visto che, come abbiamo detto nel paragrafo precedente, l’acetone comporta spesso una condizione di disidratazione, il medico potrebbe ritenere necessario che il bambino venga ricoverato, ma non è sempre così.
Come abbiamo già visto nel corso del nostro articolo, in linea di massima l’acetone è un disturbo che tende a passa spontaneamente e spesso non è necessario assumere dei farmaci specifici, soprattutto facendo attenzione alla dieta, evitando l’assunzione dei grassi ed aumentando l’assunzione dei liquidi.
Di solito i rimedi per l’acetone comprendono le seguenti bevande ricche di zuccheri:
- le bibite dolcificate;
- le spremute;
- gli estratti di frutta fatti in casa;
- i succhi di frutta;
- i centrifugati.
In pratica, se si fa attenzione alla dieta, favorendo un leggero e sano nutrimento del bambino, e alle bevande e all’integrazione degli zuccheri, soprattutto dopo le crisi di acetone, la situazione si risolverà da sola, altrimenti potrebbe essere necessario un ricovero ospedaliero.
C’è un modo per prevenire questo disturbo oppure no?
Per prevenire l’acetone nei bambini dobbiamo prima di tutto prevenire tutti i fattori di rischio del disturbo di cui abbiamo parlato all’inizio del nostro articolo, quali il digiuno, la febbre, gli sforzi eccessivi e tutte le altre condizioni che richiedono un elevato consumo degli zuccheri da parte del corpo.
Possiamo, inoltre, prevenire la comparsa delle crisi di acetone, proprio adottando tutte le regole sull’alimentazione di cui abbiamo trattato nel paragrafo dedicato ai rimedi del disturbo.
Bisogna quindi evitare che il piccolo assuma dei cibi ricchi di grassi come i seguenti:
- i fritti;
- i formaggi;
- il latte intero;
- gli insaccati;
- le carni grasse;
- il cioccolato.
L’ideale sarebbe che, mentre il bambino riduce questo genere di alimenti, prediliga l’assunzione di altri cibi ricchi di carboidrati complessi, come il pane o la pasta, che comportano una lenta digestione in cui vengono liberati gradualmente gli zuccheri nell’intestino.
In pratica, prestando attenzione alla dieta e all’assunzione dei liquidi le crisi di acetone possono essere tenute sotto controllo e, soprattutto, risparmieremo un ricovero ospedaliero al bambino.
Condividi su: