Pianta erbacea caratterizzata da piccoli semi di color avorio, nero e rosso, l’amaranto ha origini antichissime e pare che già gli Aztechi e gli Incas amassero consumarla assieme a mais e quinoa. Definita anche pseudocereale, l’amaranto ha infatti caratteristiche che lo fanno assomigliare ai cereali, ma è privo di glutine e quindi adatto anche a chi soffre di sensibilità al glutine e celiachia. Si tratta di una pianta erbacea piuttosto versatile dalla quale è possibile ricavare farina, olio, birra e una sorta di chicco soffiato che, analogamente al riso soffiato, può essere utilizzato per preparare salutari barrette ottime a colazione.
In questo articolo parliamo di:
Amaranto: proprietà nutrizionali
Ricchissimo di proteine, molto più dei veri cereali e di altri pseudocereali come la quinoa, l’amaranto è particolarmente indicato per coloro che seguono un regime alimentare vegetariano o vegano e hanno la necessità di integrare da fonti alternative le proteine che non assimilano attraverso la carne o altri alimenti di origine animale. Queste proteine sono inoltre nutrizionalmente superiori perché costituite da amminoacidi essenziali che il nostro organismo non sintetizza autonomamente ed è quindi necessario assimilare attraverso l’alimentazione. L’amaranto contiene anche l’amminoacido essenziale lisina, quasi assente negli altri cereali, e in quantità maggiori addirittura alle fonti animali come uova, latte e carne.
Altra caratteristica degna di nota dell’amaranto è senza dubbio la sua elevata quantità di ferro (2,1 mg per 100 grammi) che lo rende un alimento particolarmente indicato per chi segue un regime vegano, a chi soffre di anemia o desidera prevenirla, come ad esempio in gravidanza.
Nonostante l’apporto energetico di questa pianta erbacea risulti leggermente alto (circa 371 kcal per 100 grammi), l’amaranto è adatto anche per chi soffre di diabete o insulino-resistenza poiché caratterizzato da un basso indice glicemico (pari a 35) e da quantità tali di proteine e fibre in grado di ridurre ulteriormente l’assorbimento di zuccheri.
Oltre all’ottima quantità di ferro e proteine, l’amaranto offre numerosi altri nutrienti essenziali quali folati, vitamina E, vitamine del gruppo B, vitamina C, fosforo, magnesio e potassio.
Amaranto: benefici
Assumere regolarmente l’amaranto apporterà svariati benefici quali, ad esempio:
- un miglior funzionamento del sistema nervoso, grazie alla presenza di vitamine del gruppo B
- minore stanchezza da carenza di ferro,
- riduzione dei fastidi legati alla sindrome premestruale, grazie alla presenza di magnesio
- riduzione della pressione sanguigna e protezione del cuore.
La presenza di fibre rende l’amaranto utile a chi soffre di stitichezza ostinata. Grazie alla sua alta digeribilità, può essere utilizzato per l’alimentazione di anziani e bambini, anche nei primi mesi di svezzamento vista l’assenza di glutine.
Il complesso di fitosteroli contenuti nell’amaranto si rivela decisamente utile anche per coloro che hanno bisogno di mantenere sotto controllo trigliceridi alti e colesterolo cattivo. Diversi studi hanno infatti evidenziato che consumare giornalmente amaranto (ad esempio pane realizzato con l’aggiunta di farina di amaranto a quella di frumento) aiuti a migliorare sensibilmente sia il quadro glicemico che quello lipidico, a tutto vantaggio del sistema cardiovascolare.
L’amaranto aiuta anche a mantenere ossa e capelli più forti, oltre che a migliorare l’aspetto della pelle, grazie alla lisina in esso contenuta. Questo amminoacido essenziale, non presente nei veri cereali, favorisce l’assorbimento di calcio e la formazione di collagene e aiuta quindi il corpo dall’interno non solo a funzionare meglio, ma anche ad apparire più giovane.
Come utilizzare l’amaranto in cucina?
Disponibile sotto forma di olio e farina, l’amaranto può diventare parte integrante nella realizzazione di svariati piatti. L’uso ad oggi più comune, però, resta quello come cereale, da assumere magari 3-4 volte a settimana alternandolo con altri cereali e pseudocereali. Le foglie di questa pianta, che è possibile consumare sia crude sia cuocendole come fossero, ad esempio, spinaci, sono la parte più ricca di ferro e possono rappresentare un’alternativa stuzzicante alle solite insalate avendo cura di abbinare una fonte complementare di vitamina C, attraverso una spremuta di arance o dei kiwi, per massimizzare l’assorbimento del ferro stesso a livello intestinale.
Data la sua estrema versatilità, non sarà difficile realizzare con i semi di amaranto anche zuppe, gnocchetti o burger vegetali in grado di mettere tutti d’accordo a tavola.
Amaranto: controindicazioni
L’assunzione di amaranto è controindicata in soggetti che presentino allergia o intolleranza nota a questa pianta. È inoltre sconsigliato l’utilizzo anche a coloro che soffrono di artrite reumatoide, gotta o problemi ai reni. Nell’amaranto è infatti presente l’acido ossalico che inibisce l’assorbimento di zinco e calcio provocando ulteriori problemi a chi soffre di queste patologie e favorendo la formazione di calcoli renali nei soggetti predisposti. Trattandosi di un alimento che abbiamo visto essere ricchissimo di proteine, infine, bisognerebbe sempre evitare di consumarlo in abbinamento ad altri cibi proteici, per una favorire una dieta bilanciata.
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