Caffè: 5 falsi miti da sfatare

Il caffè è una bevanda consumata in tutto il mondo. In Italia secondo stime recenti se ne consumano circa 4,7 chili pro capite all’anno (fonte), mentre in alcune nazioni del Nord Europa se ne consuma persino il doppio.

Sul caffè circolano molti luoghi comuni che il più delle volte sono completamente privi di una base scientifica. Andiamo quindi a vedere quali sono i 5 falsi miti più diffusi sul caffè e per quali ragioni non bisogna reputarli attendibili.

1) Bere un caffè prima di andare a dormire provoca insonnia

Il primo grande falso mito sul caffè riguarda la sua correlazione con i disturbi del sonno. Sono infatti molte le persone convinte che il caffè assunto alla sera sia alla base dell’insonnia, sebbene il parere degli scienziati sia un altro. In realtà a impattare negativamente sulla qualità del sonno non è l’orario di assunzione di un singolo caffè, quanto gli alti livelli di caffeina assunti dall’individui nel corso della giornata (fonte). Ne segue che se si consuma un solo caffè prima di andare a dormire non è detto che risulti un deterrente per il sonno.

Inoltre non tutte le persone reagiscono alla stessa maniera all’assunzione della caffeina e c’è una grande variabilità legata a fattori età, livelli di sensibilità, assunzione regolare di caffè e caffeina e variabilità genetica.

2) Il caffè rende nervosi

Tutti abbiamo sentito almeno una volta questo falso mito riguardante il caffè. Nel 2013 uno studio condotto dalla prestigiosa Harvard University sembra aver bocciato l’affermazione secondo la quale bere caffè causa forti attacchi d’ansia e stati di nervosismo. Al contrario, pare che la caffeina (se assunta in quantità non esagerate) possa prevenire lo sviluppo della depressione. Più nello specifico, i ricercatori della Harvard University avevano osservato che nei soggetti consumatori di caffè contenente caffeina, il rischio di suicidio o depressione forte erano dimezzati rispetto ai soggetti che bevevano caffè decaffeinato. Non si deve sottovalutare il fatto che la caffeina stimola la produzione di neurotrasmettitori quali serotonina, dopamina e noradrenalina. Aumenti di questi tre neurotrasmettitori possono determinare un miglioramento della stato emotivo nei soggetti interessati.

3) Bere caffè aiuta a dimagrire

Bere caffè non fa dimagrire. Questo falso mito si fonda tuttavia su alcune informazioni in parte vere. Infatti questa bevanda (se consumata senza zucchero) non contiene grassi o calorie. Di conseguenza è lecito pensare non faccia ingrassare. Uno studio del 2018 pubblicato sul Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics sembra aver evidenziato l’effetto transitorio della caffeina sul mantenimento del peso corporeo. Più nello specifico, bere caffè aiuta a consumare non più del 10% dei grassi contenuti nella colazione. In virtù di ciò, appare chiaro che per perdere peso in maniera considerevole non basta assumere caffè.

4) Il caffè può causare tumori

Un altro falso mito ancora diffuso individua alcune qualità di caffè come cancerogene. Negli USA per esempio una sentenza di un giudice californiano aveva obbligato i venditori di caffè – sia piccoli che grandi – a dotare il prodotto di un’etichetta nella quale si informa la clientela dei possibili effetti sulla salute. Nell’emettere questa sentenza il giudice aveva tenuto contro della presenza di acrilammide (C3H5NO) nel prodotto. Questo composto è considerato potenzialmente cancerogeno e si produce in seguito alla tostatura dei chicchi. Tuttavia secondo la comunità scientifica non è scontato che la bevanda possa essere cancerogena per l’uomo, dato che questo composto si produce in piccoli quantitativi. Oltretutto la bevanda si ottiene mediante infusione, processo che comporta la dissipazione dell’acrilammide (fonte).

5) Bere troppo caffè fa invecchiare

Non solo non è vero che questa bevanda fa invecchiare, ma diversi studi hanno anche dimostrato il contrario. Infatti il caffè è ricco di antiossidanti, polifenoli e di acidi clorogenici, capaci di preservare l’organismo dai danni da radicali liberi. L’acido clorogenico, presente in grandi quantità nel caffè verde, viene perso in gran parte con la tostatura, ma ne rimane comunque una piccola quantità che produce i suoi effetti benefici.

Nel caffè è anche presente il cafestolo (C20H28O3), un composto che facilita il controllo glicemico e la produzione di insulina. Di conseguenza, assumerlo regolarmente può ridurre il rischio di Diabete Mellito di Tipo 2.

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