Il karkadè: dal fiore di ibisco la bevanda dalle proprietà benefiche

Una bevanda dalle tinte rossastre, che si consuma sia calda sia fredda, dal gusto acidulo che ricorda i frutti di bosco. È il karkadè, un infuso derivato dalle foglie di ibisco, utilizzato in ambito culinario, ma anche nella medicina tradizionale dell’Africa, Medio Oriente e Asia. Le proprietà, che spaziano da quelle antipertensive a quelle antidiabetiche e antibatteriche, sono oggetto di approfondimento della ricerca scientifica.

Vediamo, quindi, quali sono i benefici del karkadè, ma anche quali attenzioni è bene mettere in pratica se si assumono particolari farmaci.

L’origine antica del karkadè

Il karkadè è un infuso ottenuto a partire dal calice essiccato dei fiori di Hibiscus sabdariffa, pianta perenne appartenente alla famiglia delle Malvaceae diffusa in Africa e in Asia.
Il genere Hibiscus (Malvaceae) include più di 300 specie di erbe annuali o perenni, arbusti o alberi, ed è comunemente conosciuto come roselle, ibisco, Jamaica sorrel o red sorrel (inglese) e in arabo, karkadeh. La sua distribuzione nativa è incerta. Alcuni credono che provenga dall’India o dall’Arabia Saudita, ma ci sono prove di addomesticamento da parte delle popolazioni del Sudan occidentale intorno al 4000 a.C. Al giorno d’oggi, è ampiamente coltivato sia nelle regioni tropicali che subtropicali tra cui India, Arabia Saudita, Cina, Malesia, Indonesia, Filippine, Vietnam, Sudan, Egitto, Nigeria e Messico.

Tradizionalmente è stata utilizzata come alimento, in bevande, come agente aromatizzante nell’industria alimentare e come medicina erboristica.

Usi alimentari del fiore di ibisco

I calici freschi o secchi dell’ibisco sono utilizzati nella preparazione di bevande erboristiche, calde e fredde, bevande fermentate, vino, marmellata, gelatine, gelati, cioccolato, agenti aromatizzanti, budini e torte. In Egitto, i calici carnosi sono utilizzati per fare il “tè di cacody” e bevande fermentate. Mentre in Sudan e Nigeria i calici sono bolliti con zucchero per produrre una bevanda conosciuta come “Karkade” o “Zoborodo”. In Messico questa bevanda è chiamata Jamaica o “agua de Jamaica” o “té de Jamaica”. Nei Caraibi i calici possono anche essere utilizzati come ingredienti coloranti e aromatizzanti nel rum.
Si utilizzano anche i semi, che possono essere consumati tostati o macinati nei pasti. Mentre le foglie e i germogli sono consumati crudi o cotti, oppure come verdura o condimento dal sapore aspro. In Cina e in Africa occidentale, i semi sono usati anche per il loro olio. Un altro uso dei semi è come sostituto del caffè.

In generale, 100 g di karkadè apportano circa 37 calorie e contengono :

  • 296 UI di vitamina A
  • 18,4 mg di vitamina C
  • 8,6 mg di ferro
  • 1 mg di calcio
  • 1 mg di magnesio

L’uso tradizionale del karkadè nella medicina locale

L’ibisco è ampiamente utilizzato nella medicina locale. Ad esempio in India, Africa e Messico, gli infusi di foglie o calici sono tradizionalmente usati per i loro effetti diuretici, coleretici, e ipotensivi, e per stimolare la peristalsi intestinale. È anche raccomandato come per trattare alcune malattie nervose. Un infuso di calici di “Karkadè” è anche usato per aiutare a ridurre la temperatura corporea. Le preparazioni di calici sono usate per trattare mal di gola e tosse, così come problemi genitali, mentre la polpa emolliente delle foglie è usata per trattare ferite esterne e ascessi.

I benefici del karkadè: ecco quali sono

Ci sono studi, sia in vitro che in vivo, che hanno approfondito alcune delle proprietà degli estratti di ibisco che potrebbero, con maggiore ricerca, potenzialmente essere utilizzati in medicina. In generale sembrano esserci effetti antibatterici, antiossidanti, nefro- e epato-protettivi, effetti renali/diuretici, effetti sul metabolismo lipidico (anti-colesterolo), effetti anti-diabetici e anti-ipertensivi. Probabilmente queste proprietà sono collegate alle forti attività antiossidanti, inibizione dell’α-glucosidasi e dell’α-amilasi, inibizione degli enzimi di conversione dell’angiotensina (ACE) ed effetto vasorilassante diretto o modulazione dei canali del calcio. Gli acidi fenolici, gli acidi organici e le antocianine probabilmente contribuiscono agli effetti riportati.

La ricerca medica e le proprietà dell’estratto di ibisco

Più in dettaglio, gli studi scientifici hanno mostrato che il karkadè mostra proprietà:

  • antipertensive: con riduzione della pressione sistolica e diastolica anche in individui con diabete di tipo II lievemente ipertesi.
  • antispasmodiche: cioè con effetti sulla muscolatura liscia di utero e intestino .
  • antibatterico e antifungino: grazie all’acido protocatechuico (in modo dose-dipendente) inibisce della crescita di Staphylococcus aureus resistente alla meticillina, Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa e Acinetobacter baumannii
  • antipiretico e antinfiammatorio: alcuni ricercatori suggeriscono che siano i flavonoidi, i polisaccaridi e gli acidi organici presenti nell’estratto, i composti responsabili dell’attività farmacologica
  • antiossidante: forte effetto sui radicali liberi e sull’ossigeno reattivo. I polifenoli, in particolare le antocianine e l’acido protocatechuico, sono classi di composti fondamentali legati all’attività antiossidante che contribuisce aglieffetti epatoprotettivi e nefroprotettivi
  • effetti sul metabolismo lipidico: ha un’attività di abbassamento dei lipidi che potrebbe prevenire malattie come l’iperlipidemia. Inoltre, l’estratto inibisce l’attività dell’α-amilasi, bloccando l’assorbimento di zuccheri e amidi, il che può aiutare nella perdita di peso
  • anti-insulino-resistenza: presenta attività nella riduzione di iperglicemia e iperinsulinemia
  • assorbimento di ferro: fonte alternativa di ferro e l’alta concentrazione di acido ascorbico migliora la biodisponibilità di alcuni minerali.

Controindicazioni nell’assunzione di bevande a base di karkadè

Le preparazioni a base di ibisco, principalmente le infusioni e gli estratti acquosi, hanno un lungo utilizzo tradizionale sia nell’alimentazione che nella medicina, e in generale sono considerate sicure.
Ma bisogna tenere presente che, come qualsiasi sostanza, non è priva di rischi né controindicazioni. Infatti, il karkadè, può ridurre i livelli plasmatici di clorochina, riducendone l’efficacia. Inoltre, bere la bevanda prima di assumere paracetamolo può aumentare la velocità di eliminazione del farmaco dall’organismo.
Il consumo di ibisco, poi, durante la gravidanza è sconsigliato. Secondo alcuni studi potrebbe promuovere le perdite mestruali e quindi aumentare il rischio di aborto. Proprio per le sue proprietà con effetto sulla glicemia, può ridurre i livelli ematici di zucchero e quindi deve essere assunto con cautela da chi è in trattamento farmacologico contro il diabete e da chi ha in programma un intervento chirurgico.

Allo stesso modo, fare attenzione ad assumere karkadè se si è in trattamento antipertensivo. Per qualunque dubbio è sempre bene chiedere al proprio medico di famiglia o allo specialista di riferimento.

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