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Il latte di soia, conosciuto e commercializzato come bevanda di soia, è una bevanda vegetale che si ottiene dalla macinazione dei fagioli di soia precedentemente essiccati. Nei prodotti che acquistiamo al supermercato non troveremo mai la dicitura latte di soia ma bevanda a base di soia. Questo non è un tentativo frode in quanto in Italia la dicitura “latte” viene usata solo per riferirsi a latte di origine animale. Il latte di soia è un alimento originario dell’Asia e ha preso piede anche nell’alimentazione dei popoli occidentali dove viene usato al posto del latte di origine animale.
Infatti, le persone con particolari intolleranze alimentari, come quella al lattosio o alle proteine del latte, preferiscono bere ed utilizzare il latte di soia al posto del latte vaccino anche nelle ricette, piuttosto che rinunciare completamente al latte. È un alimento che rientra anche nell’alimentazione vegetariana e vegana in quanto essendo un alimento di origine vegetale non vi è alcuno sfruttamento animale per produrlo (cruelty free). Come viene preparato il latte di soia? La soia è una pianta originaria della Cina ed molto diffusa nella tradizione culinaria locale, dove il legume di soia non viene utilizzato solo per produrre il latte di soia ma anche formaggi come il tofu, un alimento dal sapore delicato e dalla consistenza gelatinosa. Il latte di soia è non è altro che un’emulsione di acqua e grasso vegetale misto a proteine che si ottiene lasciando macerare per una notte intera i legumi di soia in acqua che poi verranno macinati. Le proprietà della soia, tuttavia, vengono addirittura sfruttate per realizzare cosmetici naturali, mangimi destinati all’alimentazione animale e fertilizzanti. Ma quali sono le proprietà nutrizionali di questo alimento? Vi sono particolari controindicazioni nell’assunzione del latte di soia? In questo articolo troverete tutte le risposte.
Focus sulle proprietà nutrizionali del latte di soia
Tralasciando le caratteristiche organolettiche di questo prodotto che possono risultare diversamente gradevoli ai più, il latte di soia nasconde proprietà nutrizionali non trascurabili che possono essere sfruttate per benessere generale e per la nostra salute. Innanzitutto, essendo il latte di soia un alimento di origine vegetale esso è naturalmente privo di colesterolo, che è invece presente in quantità modeste nei vari tipi di latte di origine animale (latte di mucca, latte di capra, latte di pecora ecc) e per questo viene preferito per l’alimentazione di pazienti affetti da ipercolesterolemia. Inoltre è ricco di acidi grassi insaturi, alleati del nostro benessere cardiovascolare, i quali sono presenti in percentuale maggiore in tutti gli alimenti di origine vegetale e scarsamente presenti negli altri tipi di latte.
La quota proteica del latte di soia è paragonabile a quella del latte vaccino, ma è la qualità degli aminoacidi che cambia. Purtroppo, tra gli alimenti di origine vegetale non ne esiste uno in grado di fornire un pool aminoacidico completo perché gli alimenti di origine vegetale non posseggono tutti gli aminoacidi essenziali, cosa che invece hanno quelle di origine animale. Il latte di soia infatti risulta ricco di lisina ma carente degli aminoacidi solforati metionina e cisteina. Pertanto, per completare l’apporto aminoacidico basterà abbinare questo alimento con altri ricchi degli aminoacidi di cui il latte di soia risulta carente in un regime alimentare equilibrato. Nonostante questo però, le proteine del latte di soia risultano più digeribili ed hanno effetti benefici sulla salute del nostro sistema cardiovascolare: infatti, riducono la quantità di lipoproteine LDL (colesterolo cattivo) e trigliceridi nel sangue aumentando la quota di lipoproteine HDL (colesterolo buono).
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi per la nostra salute?
Il latte di soia è un alimento consigliato in tutti quei casi in cui vi è la necessità di ridurre l’apporto di colesterolo, essendone questo alimento del tutto privo. Inoltre, il latte di soia trova posto nell’alimentazione delle persone che sono intolleranti al lattosio (zucchero contenuto nel latte) e alle proteine del latte vaccino. Però, bisogna fare una precisazione: se il latte di soia viene assunto perché si è intolleranti agli effetti del lattosio, questi disturbi scompariranno in quanto la soia non ne contiene; se, invece, si è intolleranti alle proteine del latte allora bisogna fare attenzione perché si può esserlo anche a quelle della soia. Sarà compito dell’allergologo stabilire se siete allergici o meno a queste proteine. È un alimento indicato anche per la dieta dei diabetici in quanto aiuta a regolare il livello di zuccheri nel sangue. Però dobbiamo prestare attenzione all’etichetta: non deve esserci lo zucchero tra gli ingredienti, altrimenti ne vanifichiamo gli effetti benefici, anzi rischiamo addirittura di avere l’effetto contrario. Molte bevande a base di soia che si trovano in commercio sono addizionate di zucchero per mascherarne il sapore che spesso può essere sgradito a molti.
Se volete mascherare il sapore, qualora non fosse gradito, potete aggiungere del cacao amaro oppure del caffè. Il latte di soia è un ottimo alleato contro la steatosi epatica (accumulo di grasso al fegato) in quanto è stato dimostrato che alcune proteine contenute in esso contrastano l’accumulo di grasso negli epatociti. Per la presenza di isoflavoni (molecole ad azione estrogeno-simili) la soia, nelle sua varie forme alimentari, trova posto nella cura di disturbi legati alla menopausa come le vampate di calore. Quali sono gli svantaggi del latte di soia? Il latte di soia è carente di calcio, minerale che spesso viene aggiunto alle preparazioni commerciali. Inoltre poiché contiene elevate quantità di acido fitico anche l’assorbimento degli altri minerali presenti può essere compromesso. Ciò accade perché l’acido fitico agisce da chelante sequestrando importanti minerali (calcio, magnesio, manganese, zinco, ferro ecc), evitando il loro assorbimento intestinale. Altro tasto dolente sono le vitamine: la vitamina D e la vitamina B12. La vitamina D è essenziale per il corretto sviluppo dello scheletro in quanto favorisce il riassorbimento di calcio a livello renale evitandone l’escrezione. La vitamina B12 è fondamentale per il corretto funzionamento del comparto neurologico.
Gli alimenti che contengono questa vitamina sono di origine animale (carne, uova, latticini) mentre quelli vegetali ne sono privi o contengono la pseudo vitamina B12 che è inattiva. Pertanto, coloro che seguono un regime alimentare vegano farebbero bene ad assumere integratori di questa vitamina. La soia è controindicata nei pazienti affetti da patologie renali in quanto, come molti alimenti di origine vegetale è ricca di ossalati, che tendono ad aggregarsi e precipitare portando alla formazione dei calcoli renali. Inoltre è controindicata in tutte quelle donne che soffrono di infezioni fungine da candida, in quanto la soia modifica il pH fisiologico delle zone intime favorendo il suo sviluppo. Non è indicata per chi ha carenze di iodio, infatti ciò interferisce con la funzionalità della tiroide, in quanto la soia può aumentare il rischio di sviluppare ipotiroidismo se non vi è un adeguato apporto di iodio nella dieta. Mentre per tutti coloro che seguono una terapia ormonale sostitutiva a base di levotiroxina (Eutirox® o Tirosint®) bisogna prestare molta attenzione perché la soia limita fortemente l’assorbimento rendendo questo farmaco inefficace. Tuttavia, questo non è un problema legato solo all’assunzione di soia ma lo stesso effetto si ha con alimenti ricchi di fibre (alimenti integrali, legumi, frutta, verdura), integratori a base di calcio e ferro, preparazioni per combattere il reflusso gastroesofageo che contengono sali di alluminio e magnesio. Inoltre bisogna prestare attenzione all’assunzione di grosse quantità di isoflavoni perché, anche se non scientificamente dimostrato, non è errato presumere che queste sostanze possano avere interferenza con l’apparato sessuale femminile ed essere responsabili di molti casi di infertilità e di particolari forme di cancro.
Il latte di soia e i bambini: tutte le controindicazioni
«Mio figlio è allergico al latte di mucca, posso dare il latte di soia?». Questa è una domanda sovente tra le mamme che si trovano a svezzare il proprio bambino e si accorgono che il piccolo ha un’allergia alle proteine del latte. Mai fare scelte azzardate soprattutto quando si parla di alimentazione dei bambini; per questo il nostro consiglio è quello chiedere sempre il parere di un medico specialista in allergologia e disturbi alimentari connessi. Il fabbisogno giornaliero di vitamine e minerali nei bambini è maggiore rispetto all’individuo adulto. Il latte di soia non è un alimento completo da un punto di vista nutrizionale per essere sostituito con facilità al latte vaccino nei bambini; la mancanza di calcio e di vitamina D, infatti, non soddisfano le richieste di un bambino che è in fase di crescita. Inoltre, anche l’assenza di colesterolo è un altro fattore per il quale il latte di soia trova difficilmente posto nell’alimentazione dei bambini: il colesterolo è fondamentale per la formazione del cervello e dei vari annessi cerebrali e una carenza potrebbe comportare ritardi nell’apprendimento. I fitoestrogeni (isoflavoni) contenuti nel latte di soia porterebbero addirittura a pubertà precoce nelle bambine e disordini sessuali nei maschietti: ciò è valido in particolar modo per un consumo reiterato nel tempo. Basti pensare che la dose massima giornaliera consigliata per una donna in età adulta è di 55 mg di isoflavoni: un bicchiere (150 mL) di latte di soia ne contiene già 50 mg; se siamo abili con la matematica capiamo benissimo che in proporzione un bambino ne assume una quantità enorme. Un’altra controindicazione del latte di soia in età pediatrica è connesso con il corretto sviluppo della tiroide; infatti come visto precedentemente esso interferisce con il corretto metabolismo dello iodio influenzando la sintesi degli ormoni tiroidei. Il latte di soia inoltre, può diventare a sua volta un allergizzante e avere un’azione chelate dei principali minerali necessari allo sviluppo corretto di organi ed apparati e dunque creare seri problemi all’alimentazione del vostro bambino.
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