Alimenti ultraprocessati: rischi per la salute e legami con il cancro al colon

Gli alimenti ultraprocessati sono sempre più diffusi e presenti negli scaffali dei supermercati, in quanto molto apprezzati da una larga parte dei consumatori, soprattutto per la loro praticità e per il gusto.

Si tratta di prodotti preconfezionati che non hanno bisogno di passaggi in cucina per essere consumati; esempi sono: spuntini confezionati, pasti pronti o bevande dolcificate.

Questi alimenti fanno parte della dieta quotidiana di molte persone.
Tuttavia, dietro la loro apparente comodità si nascondono potenziali pericoli per la salute, come dimostrato da numerosi studi scientifici

Cosa sono gli alimenti ultraprocessati?

Il passaggio di ultraprocessamento non si limita solo alla conservazione degli alimenti, ma modifica profondamente la loro struttura e composizione nutrizionale. Gli alimenti ultraprocessati tendono ad avere un elevato contenuto di zuccheri, sale e grassi, ma scarseggiano di fibre, vitamine e minerali.

Il processo industriale che porta alla trasformazione di questi alimenti è volto in parte alla loro conservazione, ma modifica inevitabilmente la struttura e composizione nutrizionale del prodotto.

Gli alimenti ultraprocessati tendono ad avere un’elevata componente di zuccheri, sale e grassi, ma scarseggiano di fibre, vitamine e minerali. Un’alimentazione caratterizzata da questo rapporto tra macronutrienti, se consumata in grandi quantità, può avere effetti negativi sulla salute.

Qual è Il legame tra alimenti ultraprocessati e il cancro al colon?

Uno studio risalente all’agosto 2022, pubblicato sulla rivista “British Medical Journal” ha messo in evidenza un legame molto preoccupante tra il consumo di alimenti ultraprocessati e il rischio di sviluppare il cancro al colon-retto.

Stando ai dati ottenuti da questa ricerca, i soggetti che consumano in maniera regolare cibi ultraprocessati hanno una probabilità del 30% più elevata di sviluppare il tumore al colon-retto, rispetto a chi segue una dieta più equilibrata.

Lo studio ha analizzato i dati di quasi 300.000 persone negli Stati Uniti, monitorando la loro dieta e le loro abitudini alimentari per un periodo di almeno 20 anni. I risultati hanno mostrato una forte correlazione tra l’aumento del consumo di alimenti pronti o da riscaldare e l’aumento del rischio di tumore al colon-retto.

Questo legame è particolarmente preoccupante negli Stati Uniti, dove il 57% delle calorie totali consumate dagli adulti proviene da alimenti ultraprocessati.

La situazione in Italia

L’Italia viene spesso citata come esempio virtuoso nell’ambito della nutrizione, soprattutto grazie all’ampia diffusione della dieta mediterranea.
Tuttavia, il consumo di alimenti ultraprocessati sta aumentando anche nel nostro Paese, con conseguenze preoccupanti.

A questo proposito, uno studio condotto in Molise dal Dipartimento di epidemiologia e prevenzione dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli, ha evidenziato una situazione simile a quella osservata dai colleghi degli Stati Uniti.
Questa ricerca è stata condotta su una coorte di 22.000 soggetti, seguiti ognuno per un periodo di 12 anni.

I dati hanno portato alla luce che esiste una correlazione tra il consumo di alimenti ultraprocessati e un aumento del rischio di contrarre malattie cardiovascolari e tumori.

Il gruppo di ricerca italiano che ha condotto lo studio ha osservato che il fattore che incide maggiormente su questo fenomeno non è tanto la qualità nutrizionale dei cibi ad essere determinante come rischio per la salute, quanto invece il grado di trasformazione industriale indotto.

Infatti, oltre l’80% degli alimenti classificati come “non salutari” secondo il sistema di valutazione Nutri-Score sono anche ultraprocessati.
La lavorazione industriale gioca un ruolo determinante nell’aumentare il rischio di patologie croniche.

Perché gli alimenti ultraprocessati sono così dannosi?

Il punto a sfavore degli alimenti ultraprocessati è legato alla loro composizione chimica e nutrizionale.
Nell’ambito della trasformazione industriale gli alimenti vengono arricchiti di molti ingredienti artificiali per migliorare il gusto, la consistenza e la durata.
Tra questi composti figurano spesso zuccheri raffinati, grassi, additivi chimici e conservanti che possono avere effetti notevoli sul metabolismo dell’individuo.

Un altro aspetto critico è il loro elevato contenuto di calorie “vuote”, cioè calorie che non apportano nutrienti essenziali come vitamine, minerali e fibre. Questo può portare a un eccesso calorico, contribuendo all’aumento di peso e al rischio di obesità, diabete di tipo 2, ipertensione e altre malattie croniche.

Inoltre, gli alimenti ultraprocessati sono progettati per essere altamente palatabili, il che significa che sono creati per stimolare il piacere e la gratificazione immediata.

Questo porta spesso a un consumo eccessivo, poiché è difficile resistere alla tentazione di mangiare più del necessario. Nel lungo termine, ciò può portare a squilibri nutrizionali e compromettere la capacità del corpo di autoregolarsi.

Quali potrebbero essere alcune strategie per ridurre il consumo di alimenti ultraprocessati?

Ridurre il consumo di alimenti ultraprocessati può sembrare una sfida, soprattutto considerando la loro diffusione nella nostra società. Tuttavia, esistono alcune strategie che possono aiutare a migliorare la qualità della nostra dieta e ridurre l’assunzione di cibi industriali.

  • Preferire alimenti freschi e non trasformati: Quando possibile, opta per alimenti non trasformati o minimamente trasformati, come frutta, verdura, cereali integrali e legumi. Questi alimenti forniscono una vasta gamma di nutrienti essenziali e aiutano a mantenere una dieta equilibrata.
  • Leggere le etichette: Imparare a leggere le etichette degli alimenti può essere utile per identificare quelli ultraprocessati. Fai attenzione a ingredienti come zuccheri aggiunti, grassi trans, conservanti e additivi artificiali.
  • Cucinare a casa: Preparare i pasti a casa ti permette di avere un maggiore controllo sugli ingredienti che utilizzi e di evitare cibi ultraprocessati. Cucinare piatti semplici con ingredienti freschi può ridurre significativamente il consumo di alimenti industriali.
  • Evitare spntini confezionati: Gli snack confezionati, come patatine, biscotti e barrette dolci, sono spesso ricchi di zuccheri e grassi. Sostituisci questi prodotti con opzioni più sane, come frutta fresca, frutta secca o yogurt.
  • Limitare il consumo di bevande zuccherate: Le bevande gassate e zuccherate sono tra i prodotti ultraprocessati più dannosi. Opta per acqua, tè o succhi di frutta freschi senza zuccheri aggiunti.

Possiamo concludere dicendo che sebbene gli alimenti ultraprocessati riescano ad offrire convenienza e gusto, questo ha un costo notevole per la salute.
Molti studi hanno evidenziato come sia presente un legame forte tra il loro consumo e lo sviluppo di patologie anche gravi, come il cancro al colon e le malattie cardiovascolari.

Dovremmo aumentare la consapevolezza sui rischi associati al loro consumo e adottare abitudini alimentari più sane, basate su cibi freschi e non trasformati.

Per proteggere la nostra salute a lungo termine, è essenziale limitare l’assunzione di alimenti ultraprocessati e promuovere una dieta equilibrata che includa alimenti freschi e nutrienti. Solo così possiamo ridurre il rischio di sviluppare malattie croniche e migliorare la qualità della nostra vita.

Fonti

https://www.airc.it/news/i-cibi-ultraprocessati-finiscono-ancora-sotto-processo

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