Allergia al sole: cos’è, sintomi e prevenzione

Prendere tranquillamente il sole, in una bella giornata estiva, può diventare una esperienza poco piacevole per chi soffre di allergia al sole. Questa patologia, le cui cause non sono ancora del tutto comprese, provoca rossori, bruciori e bolle sulla pelle. Vediamo più in dettaglio quali sono i sintomi caratteristici, i trattamenti possbili e se è possibile fare prevenzione.

L’allergia al sole: cos’è e quali sono i sintomi

L’allergia al sole, detta anche fotoallergia, non è una semplice scottatura, ma una risposta allergica. Come spiega l’IRCCS Humanitas:

“è una reazione del sistema immunitario alla luce del sole.”

I sintomi si sviluppano da pochi minuti fino ad alcune ore dopo l’esposizione solare diretta. Ecco quali sono i segni che caratterizzano la fotoallergia:

  • eruzioni cutanee rosse
  • prurito o dolore persistente
  • bruciore e sensazione di calore
  • presenza di vesciche o bolle
  • presenza di pomfi simili a quelli delle punture di zanzar.

Esistono diversi tipi di allergia al sole

Ci sono diverse tipologie di allergia al sole: la forma più comune è la dermatite polimorfa solare e sono le donne a essere maggiormente colpite. Altri tipi di allergia al sole sono la dermatite fotoallergica e l’orticaria solare. A volte la fotoallergia è correlata all‘assunzione di particolari farmaci o applicazione di prodotti seguita da esposizione solare oppure è caratteristica di patologie specifiche (come lupus eritematoso o porfiria).

In particolare, non sembra correlata ad alcuna patologia sistemica né ad alcun farmaco la dermatite polimorfa solare. Essa è una reazione di sensibilizzazione ai raggi UV e talvolta alla luce visibile. La presenza di una storia familiare in alcuni pazienti suggerirebbe, però, un fattore di rischio genetico.
I segni sono eruzioni che compaiono sulle zone fotoesposte, solitamente dopo l’esposizione da 30 minuti ad alcune ore. A volte, però, le eruzioni non compaiono per parecchi giorni. Le lesioni sono pruriginose, eritematose e spesso papulari ma possono essere vescicolari o simili a placche. Sono più frequenti tra le donne e tra le persone provenienti da climi nordici quando si espongono per la prima volta al sole in primavera o in estate, rispetto a quelli che si espongono al sole tutto l’anno. Infine, le lesioni spesso scompaiono entro alcuni giorni o settimane.

Le cause dell’allergia al sole, ecco quali sono

Ad oggi, le cause alla base di questo disturbo non sono ancora del tutto conosciute. Si ritiene che coinvolgano una combinazione di fattori genetici, ambientali e di stile di vita.
Nei soggetti geneticamente predisposti il sistema immunitario viene triggerato da alcuni componenti considerandoli “nemici”ed innesca quindi una risposta immunitaria contro di essi, causando i sintomi tipici della fotoallergia. In alcuni casi l’allergia è innescata da fattori esterni, come l’assunzione di alcuni farmaci o l’utilizzo di determinati prodotti chimici (creme e profumi) che possono sensibilizzare una volta esposti al sole.

Come si diagnostica e quali trattamenti sono disponibili

Per diagnosticare un’allergia al sole è necessario fare una visita da un dermatologo. Possono essere proposti dei test specifici per valutare la reattività della pelle alla luce solare come:

  1. il test di fotosensibilità, che prevede l’esposizione controllata di una piccola area di pelle alla luce ultravioletta per valutare la comparsa dei sintomi tipici della fotoallergia.
  2. il photopatch test, che consiste nell’applicare sulla pelle la sostanza sospettata di causare l’allergia, seguita dall’esposizione a raggi ultravioletti per valutarne la reazione.
  3. la biopsia cutanea, cioè l’asportazione chirurgica di un piccolo lembo di pelle per la valutazione al microscopio
  4. gli esami del sangue
    Per quanto riguarda i trattamenti che si possono utilizzare dipendono dal particolare tipo di allergia al sole di cui si soffre. Per gestire i sintomi, è possibile che il medico prescriva prodotti sintomatici come farmaci antistaminici. Poi, è bene evitare di esporsi al sole per alcuni giorni in modo da far regredire i segni. Se si sa già di soffrire di allergia al sole, il medico potrebbe anche suggerire di fare della fototerapia, cioè esporsi gradatamente per diverse settimane con lo scopo di ridurre via via la reattività ai raggi ultravioletti.

Prevenire la fotoallergia, ecco alcuni suggerimenti

È possibile attuare qualche accortezza per cercare di previnire l’allergia al sole. Ad esempio è bene limitare la permanenza al sole, in particolere evitando le ore più calde della giornata (tra le 10 e le 16). Sconsigliati anche i cosiddetti “bagni di sole”, cioè l’esposizione improvvisa a molta luce solare. Meglio, come indicato precedentemente, decidere per una esposizione graduale di luce per dare modo alle pelle di adattarsi. Certamente fare anche attenzione all’abbigliamento indossando occhiali da sole, cappello a tesa larga e indumenti protettivi.

Per quanto riguarda la protezione solare sarebbe meglio confrontarsi con uno specialista per capire quale prodotto possa essere meglio tollerato e non rischiare fotosensibilità dovuta ad agenti chimici. Se si ha già una crema solare di riferimento, verificare sempre che non sia scaduta o aperta oltre il tempo indicato sulla confezione. Che sia ad ampio spettro, resistente all’acqua e con SPF alto.Sempre in ambito dermocosmetico, sarebbe bene cercare di utilizzare prodotti non fotosensibilizzanti controllando gli ingredienti di creme, profumi, make up e medicinali. Infine, potrebbero essere di aiuto, previo consulto specialistico, anche prodotti a base di Polypodium leucotomos (felci tropicali) o di nicotinamide (vitamina B3) da assumere per via orale. Questi integratori alimentari possono essere utili nella prevenzione dei sintomi nelle persone suscettibili alla fotosensibilità dovuta all’esposizione al sole.

Fonti:

Condividi su: