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Il dosaggio degli anticorpi anti-nucleo, identificati dalla sigla ANA, sono un indice importante per valutare la presenza di patologie autoimmuni che possono colpire diversi organi del nostro corpo.
Questa analisi del sangue viene spesso prescritta per supportare una diagnosi di malattie immunitarie sistemiche come ad esempio il lupus eritematoso sistemico.
Questi anticorpi anti-nucleo (ANA) sono degli autoanticorpi cioè molecole prodotte dalle nostre cellule del sistema immunitario che “attaccano” le cellule del nostro corpo perché non sono più in grado di distinguere le nostre cellule (self) dalle sostanze estranee (non-self).
Vengono così chiamati perché hanno come bersaglio il nucleo della cellula che essendo presente in tutte le cellule dei nostri tessuti le danneggiano in maniera irreversibile.
La causa della loro formazione è ancora oggetto di studio da parte della comunità scientifica e non è possibile stabilire in maniera univoca una causa scatenante.
Il medico prescriverà quest’analisi tenendo contro dei segni e dei sintomi che la persona manifesta.
Questo test viene spesso associato ad altre analisi più approfondite che sono indispensabili per formulare una diagnosi completa, infatti accanto al dosaggio degli ANA si eseguono test più specifici di anticorpi diretti contro una specifica porzione del DNA nucleare:
- anticorpi anti DNA a doppio filamento (anti-ds DNA);
- anticorpi anti-centromero, regione mediante la quale due cromosomi sono legati tra loro;
- anticorpi anti-nucleolo;
- anticorpi anti-istone, proteine che consentono l’impacchettamento del DNA;
- anticorpi anti-RNA.
Quando viene prescritto questo esame?
Questa analisi del sangue viene prescritta dal medico quando il paziente inizia a manifestare i segni e i sintomi che caratterizzano disordini autoimmuni a carico di organi ed apparati.
I sintomi che possono manifestare i pazienti affetti da questo tipo di patologia sono molto diversi e spesso non specifici, variano nel tempo divenendo progressivi ed aggravandosi lentamente.
Alcuni sintomi più frequenti sono:
- febbricola che non supera mai i 37,5 °C;
- affaticamento, astenia, debolezza generalizzata;
- dolore localizzato ad una o più articolazioni;
- eruzioni cutanee che ne lupus eritematoso sistemico assumono la forma di una farfalla tra le guance ed il naso;
- fotosensibilità cutanea;
- formicolio a mani e piedi;
- perdita copiosa dei capelli;
- danneggiamento agli organi interni come reni polmoni, cuore, sistema nervoso e vasi sanguigni.
Messi in luce tutti questi sintomi, il medico potrà prescrivervi di sottoporvi al dosaggio degli anticorpi anti-nucleo in modo da valutare o meno la presenza di qualche forma di malattia autoimmune.
Infatti, questo tipo di analisi risulta di particolare importanza per diagnosticare particolari malattie come la sindrome di Sjögren, la sclerodermia oppure la polimiosite.
Ana positivo: cosa vuol dire?
Si considera positivo un valore dell’esame maggiore o uguale a 1:160. La positività al test, inoltre, viene distinta in gradi secondo la scala seguente:
- valore maggiore a 6 U.I.: fortemente positivo;
- valore compreso tra 3 e 5,9 U.I.: positivo;
- valore compreso tra 1,1 e 2,9 U.I.: leggermente positivo.
I valori normali degli anticorpi anti-nucleo (ANA) devono essere inferiori o uguali a 1 U.I.
Cosa vuol dire un test ANA positivo? La patologia più diffusa associata ad una rivelazione di anticorpi anti-nucleo alti è il lupus eritematoso sistemico (LES). Valori elevati di questi anticorpi si rivelano nel 95% dei pazienti e se al tempo stesso il paziente manifesta sintomi come fotosensibilità, macchie sulla cute, artrite o rash cutaneo, con molta probabilità soffre di questa patologia.
La diagnosi può essere confermata eseguendo un’indagine più approfondita sulla natura del DNA dosando il DNA a doppio filamento (ds-DNA) e gli anticorpi anti-Smith (anti-SM).
Altra patologie in cui si riscontra ANA positivo è il lupus indotto da farmaci come l’idralazina, isoniazide, procainamide e alcuni anticonvulsivanti.
Questi farmaci, infatti, sono responsabili della formazione di anticorpi contro gli istoni che provocano positività al test. Nel 50-70% delle persone affette dalla sindrome di Sjögren si ha positività al test ANA.
Anche la sclerodermia, una patologia autoimmune che causa l’ispessimento della pelle, determina nel 60% dei casi una positività al test degli anticorpi anti-nucleo.
Questa patologia esiste in due forme diverse, limitata e diffusa, e solo indagini più specifiche delle singole porzioni di DNA possono stabilire la presenza dell’una o dell’altra forma.
La prima, infatti, è strettamente associata ad un pattern di fluorescenza anti-centromerica, mentre nella seconda si ha la presenza di cospicue quantità di anticorpi diretti contro la particella Scl-70.
La sindrome di Raynaud, la polimiosite e la dermatomiosite possono anch’esse determinare ANA positivo anche se in casistiche molto più rare rispetto alle precedenti patologie.
Nel caso di ANA negativo cioè di anticorpi anti-nucleo bassi (non presenti) sarà il medico a stabilire la diagnosi una volta raccolti tutti i dati che servono.
In questo tipo di patologia, inoltre, bisogna tener conto che i sintomi non hanno un andamento costante nel tempo e possono presentarsi e scomparire.
Può capitare infatti che si hanno tutti i sintomi del lupus ma una volta eseguite le analisi il risultato è negativo.
Questo non vuol dire che si è esenti dalla malattia perché molto spesso hanno un andamento fluttuante ed episodico, in futuro i sintomi potranno comparire e il dosaggio degli anticorpi anti-nucleo divenire positivo.
Questo test, per le ragioni appena esposte, non è efficace per seguire o monitorare l’andamento del lupus eritematoso per questo motivo non viene eseguito non una certa frequenza ma solo nel momento in cui il medico deve emettere diagnosi.
L’esame inoltre può fornire anche falsi positivi come nel caso di epatiti autoimmuni, cirrosi biliare, farmaci, alcune infezioni.
La razza e l’etnia possono fornire un risultato alterato, infatti circa il 5% delle persone sane di razza caucasica mostrano positività al test senza però mostrare alcun segno di patologia.
Come si esegue il dosaggio degli ANA?
Per quanto riguarda il paziente basterà effettuare un classico prelievo di sangue e se bisogna dosare solo questo parametro non c’è bisogno di digiunare ma può essere effettuato anche a stomaco pieno.Il laboratorio, invece, ha a disposizione due metodi per dosare gli ANA: test immunometrico o immunoenzimatico (ELISA) e il metodo ad immunofluorescenza indiretta (IFA). Nel primo caso viene fornito il valore espresso in unità internazionali, nel secondo caso il risultato viene dato come titolo ovvero un rapporto (1:160).
Accanto a quest’ultimo il laboratorio fornisce una descrizione del tipo e della localizzazione di fluorescenza che è stata osservata all’analisi e si possono identificare vari casi:
- Fluorescenza diffusa (omogenea): tipica del lupus, delle patologie a carico del tessuto connettivo o malattie autoimmuni provocate da farmaci;
- Fluorescenza granulare: indice della possibile presenza di lupus, sindrome di Sjögren, artrite reumatoide, polimiosite;
- Fluorescenza nucleolare: polimiosite e sclerodermia;
- Fluorescenza centromerica: sclerodermia e complesso CREST (calcinosi, sindrome di Raynaud, dismotilità esofagea, sclerodattilia, teleangiectasia).
Ogni valutazione dei vostri parametri di anticorpi anti-nucleo spetta al medico come anche indagini approfondite circa la patologia di cui soffrite.
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