L’azotemia alta è una condizione medica caratterizzata dalla presenza di valori troppo alti nel sangue di sostanze che contengono azoto, principalmente le proteine.
Nella maggioranza dei casi, parliamo di un problema che è direttamente riconducibile ad un malfunzionamento dei reni che non sono in grado di filtrare adeguatamente il sangue e, dunque, sono impossibilitati a rimuovere le suddette sostanze dalla circolazione sanguigna.
L’azotemia alta si caratterizza per la presenza di una o più sostanze di scarto a base di azoto in valori che sono da considerarsi fuori misura: può essere il caso dell’urea, della creatinina e di altre sostanze tipicamente di scarto del nostro corpo.
Anche l’azotemia bassa è una condizione che si può verificare, anche se con un’incidenza inferiore e che, come vederemo, presenta cause molto differenti tra loro.
Cominciamo la nostra trattazione sulle cause e i sintomi dell’azotemia alta e bassa spiegando prima da cosa ha origine l’azoto che deve essere smaltito dai nostri reni.
In questo articolo parliamo di:
L’azoto come prodotto di scarto delle proteine
L’azoto è uno degli elementi di scarto del processo di metabolizzazione delle proteine. Quando i reni non funzionano bene, l’organismo si trova nell’impossibilità di scartare su ritmi adeguati le scorie a base di azoto attraverso l’urina, che quindi finiscono per andare ad accumularsi nel sangue.
Il grosso delle scorie azotate sono appunto prodotte dal nostro organismo quando vengono metabolizzate le proteine, non importa se di origine animale o di origine vegetale. Dunque, la causa principale assoggettabile all’azotemia alta può essere l’insufficienza renale.
Quando il problema, invece, non è direttamente riconducibile al malfunzionamento dei reni, l’azotemia alta può essere riconducibile ad una dieta eccessivamente sbilanciata in favore delle proteine.
Come abbiamo, infatti, riportato poco sopra le scorie azotate altro non sono che il prodotto di scarto della metabolizzazione delle proteine e quando queste vengono assunte in misura maggiore di quanto il nostro corpo sia in grado di gestire (o meglio, i nostri reni in grado di filtrare), finiscono per lasciare in circolo nel nostro sangue molte delle scorie che, con una dieta normale ed equilibrata, verrebbero invece eliminate dall’attività di filtraggio dei reni, per poi essere espulse attraverso le urine.
Quali sono i sintomi dell’azotemia alta?
L’azotemia alta può portare a tutta una serie di disfunzioni che sono spesso scarsamente riconoscibili se individuate singolarmente, mentre in caso di concomitanza contribuiscono a creare un quadro che, con la conferma delle analisi del sangue, permette al medico di individuare la presenza di questa condizione medica.
Tra i sintomi più comuni si trovano:
- dimagrimento eccessivo, anche di fronte ad un’assunzione di calorie sufficiente;
- astenia;
- vomito;
- tremore;
- secchezza delle fauci;
- sensazione continua di sete;
- gonfiore addominale;
- diarrea, in assenza di infezioni di carattere batterico al tratto intestinale.
In aggiunta ai problemi a carico del tratto gastrointestinale, possono comparire anche disturbi del sistema cardio-circolatorio, come tachicardia e aumento della pressione sanguigna.
In alcuni casi, la pressione sanguigna può essere invece ortostatica, ovvero che si modifica in base alla posizione che andiamo ad assumere; ad esempio quando ci alziamo bruscamente dal letto oppure ci abbassiamo per allacciarci le scarpe.
Quanti tipi di azotemia esistono?
Quando parliamo di azotemia alta ci riferiamo a tre stati identici nel risultato (le scorie azotate sono troppo concentrate nel sangue) che però possono avere diverse cause:
- nell’azotemia pre-renale i valori fuori norma sono causati da un ridotto flusso del sangue. Non ci sono danni ai reni e a causare il ridotto flusso di sangue possono concorrere stati di shock prolungati, scarso volume del sangue (disidratazione), insufficienze del surrene, restringimento dell’arteria renale;
- nell’azotemia renale sono appunto i reni che potrebbero essere compromessi in modo irreparabile. Tra le patologie più comuni che portano a questo tipo di azotemia troviamo la glomerulonefrite, la necrosi tubolare acuta e altri tipi di patologie renali croniche o acute;
- l’azotemia post-renale, invece, è da imputarsi ad un blocco del flusso dell’urina, in uno qualunque dei punti successivi ai reni. Può essere dovuta ad anomalie congenite, a calcoli renali, alla gravidanza o anche a calcoli della vescica.
In aggiunta, anche una dieta iperproteica può essere una causa dell’innalzamento dei valori dell’azotemia.
Quali sono i Valori Normali di Azotemia?
I valori normali dell’azotemia vanno da 22 mg/dL di sangue a 46 mg/dL.
Al di sopra di questi valori possiamo considerarci in fase di azotemia alta, condizione che deve sempre essere sottoposta all’attenzione del medico che ha dapprima il compito di individuare le cause che hanno portato a questa condizione e poi di indicare un percorso terapeutico al fine di restaurare ove necessario il normale funzionamento dei reni, e nel caso di azotemia pre-renale e post-renale di restaurare un adeguato flusso sanguigno o un regolare flusso delle urine.
Azotemia bassa: Cause e Sintomi
Al di sotto dei valori sopra indicati possiamo parlare di azotemia bassa, che si riferisce a livelli troppo bassi di azoto di derivazione non proteica. In questo caso non sempre ci troviamo davanti a condizioni di carattere patologico, anche se la condizione può essere spia di problemi a livello epatico.
Tra i sintomi più comuni dell’azotemia bassa di causa epatica troviamo:
- ittero;
- mancanza di appetito;
- senso di spossatezza;
- perdita di peso.
Le urine si presentano in questo caso particolarmente scure e si possono incontrare gli stessi problemi gastrointestinali che abbiamo individuato per le condizioni di azotemia alta.
Cosa fare se si ha l’azotemia alta?
Quando si presenta una condizione di azotemia alta è necessario intervenire tempestivamente sia per liberarsi dei sintomi, abbastanza fastidiosi che si accompagnano con questa condizione sia per evitare di compromettere in modo permanente il funzionamento dei reni.
Il trattamento può includere l’emodialisi in combinazione oppure alternata a dialisi peritoneale.
Nel caso di azotemia alta pre-renale si può ricorrere inoltre a farmaci in grado di aumentare il flusso sanguigno oppure la portata cardiaca.
Nel caso di azotemia alta post-renale, è necessario individuare quali sono le cause che interrompono il regolare flusso delle urine e rimuoverle. Si può intervenire ormai senza grosse complicazioni sia nel caso di calcoli renali sia nel caso di calcoli della vescica. Nel caso di malformazioni congenite, è spesso necessario intervenire invece chirurgicamente.
L’intervento tempestivo è la condizione necessaria al fine di preservare la funzionalità dei reni: una condizione di azotemia alta prolungata nel tempo può portare a uremia, lo stadio terminale dell’insufficienza renale che è causata, tra le altre cose, dall’accumulo di scorie azotate nel sangue, come appunto nel caso di un aumento dei valori dell’azotemia.
Azotemia Alta: i cibi da evitare
Quando si scopre di avere un valore di azotemia alto, una delle domande che più frequentemente ci si pone è quali alimenti eliminare dalla propria alimentazione per riportare questo valore nell’intervallo di normalità.
Questa domanda è più che logica se si pensa che l’azotemia è un valore strettamente legato a quali cibi si assumono quotidianamente. Per riportare i valori di azotemia alla normalità è necessario seguire una dieta ipoproteica, ovvero una dieta in cui si assumano poche proteine come suggerito anche dall’ASN (American Society of Nephrology – www.asn-online.org).
In cibi da evitare in questa situazione sono:
- uova;
- formaggi;
- legumi;
- il pesce;
- la carne bianca e rossa;
- i cibi molto salati (sott’oli, cibi in salamoia ecc) in quanto l’eccesso di sale comporta inevitabilmente una forte disidratazione.
Sono, invece, consigliati alimenti quali: cereali integrali, frutta e verdura di stagione ricchi di acqua, vitamine e antiossidanti.
Un’altra buona abitudine in caso di azotemia alta (ma non solo) è quello di idratarsi molto e bere almeno 2 litri d’acqua al giorno in modo da favorire l’espulsione delle scorie che inevitabilmente si formano dalla degradazione degli alimenti ingeriti.
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