Attraverso le analisi del sangue è possibile andare a fare la valutazione di diversi parametri del nostro organismo. Tra questi parametri troviamo anche la colinesterasi, argomento centrale dell’articolo che ti proponiamo oggi.
Più precisamente andremo a rispondere alle domande più importanti che spesso ci poniamo su questo valore. Andremo ad approfondire il suo significato, quali sono i valori di riferimento, cosa succede quando è troppo alta o troppo bassa e se sussistono dei rischi legati ad una sua alterazione.
In questo articolo parliamo di:
- Che cos’è la colinesterasi? Il significato
- Quando viene prescritto l’esame per la valutazione della colinesterasi?
- Come funziona questo esame?
- Quali sono i valori di riferimento?
- Cosa succede quando i livelli della colinesterasi sono troppo alti?
- Cosa succede quando i livelli della colinesterasi sono troppo bassi?
- Ci sono dei fattori che possono alterare l’esito dell’esame?
Che cos’è la colinesterasi? Il significato
Quando parliamo di colinesterasi ci riferiamo ad un particolare enzima che è formato a sua volta da diversi isoenzimi (si tratta quindi di un enzima complesso).
Questo enzima è di fondamentale importanza per il corretto funzionamento del sistema nervoso. Infatti, la sua funzione è quella di andare a scindere le acilcoline con particolare affinità per la butirrilcolina. La colinesterasi non va confusa con la pseudocolinesterasi che, invece, catalizza con maggiore specificità la reazione di idrolisi dell’acetilcolina.
Inoltre, la colinesterasi non si trova solo ed esclusivamente nelle strutture del sistema nervoso, ma è contenuta anche nella placenta, nel pancreas, nei globuli rossi che circolano nel sangue, nel fegato (che si occupa anche della sua produzione) e nei muscoli.
La colinesterasi è considerata come un indice dell’efficienza protidoproteica delle cellule del fegato, in quanto prende parte, in un certo senso, anche alla sintesi dell’albumina.
Andare a valutare i livelli della colinesterasi nel sangue è di estrema importanza per avere delle informazioni sul nostro stato di salute. Andiamo quindi a vedere quando viene richiesto questo tipo di esame, come funziona la sua procedura e come va fatta l’interpretazione.
Quando viene prescritto l’esame per la valutazione della colinesterasi?
In linea di massima possiamo dire che il medico ritiene opportuno prescriverti questo tipo di esame del sangue nei seguenti casi:
- Per fare una buona valutazione della funzionalità del fegato;
- Per capire se il paziente è affetto da un avvelenamento o da una intossicazione;
- Come esame pre-operatorio, per determinare la risposta del paziente alla succinilcolina. Questo esame, infatti, serve per evitare il rischio che il paziente vada incontro ad apnee durante l’operazione a causa del fatto che possiede delle forme atipiche di questo enzima.
Come funziona questo esame?
Visto che stiamo parlando di una sostanza che va dosata nel flusso ematico, l’esame della colinesterasi prevede un comunissimo prelievo di sangue comunissimo, molto simile alle semplici analisi di routine in cui viene inserito un ago in una vena del braccio per effettuare il prelievo.
Nel momento in cui bisogna effettuare uno screening pre–operatorio, l’esame sarà decisamente più rapido del normale in modo tale da permettere agli specialisti di avere immediatamente un quadro completo della situazione e poter scegliere subito l’anestesia adatta al paziente.
Per quanto riguarda le norme di preparazione da seguire prima di sottoporsi all’esame, bisogna attenersi a seguire tutti i consigli del medico. Generalmente, per rendere il test più affidabile, bisogna rispettare un digiuno di 3 ore prima di sottoporsi al prelievo.
Tuttavia, alcuni medici consigliano di digiunare per almeno 8 ore (il classico digiuno notturno). Durante queste ore è consigliabile, inoltre, assumere una quantità d’acqua piuttosto minima ed evitare alcune sostanze che potrebbero alterare l’esito del test.
Quali sono i valori di riferimento?
Andiamo a vedere adesso quali sono i valori di riferimento. Come per qualsiasi altro esame in ambito medico, anche nella misurazione della colinesterasi ci sono dei valori che vengono presi in considerazione come limiti di normalità del parametro.
Tuttavia è impossibile stabilire dei valori di riferimento assoluti in quanto ogni laboratorio di analisi può avere dei valori che differiscono, anche se di poco, da quelli di un altro laboratorio. Per questo motivo ti consigliamo di fare affidamento solo su quelli che sono riportati sul tuo referto.
Tuttavia possiamo dire che, in genere, i seguenti sono considerati come valori normali per l’esame della colinesterasi:
- Nelle donne valori compresi tra 4000 e 12500 U/L;
- Negli uomini valori compresi tra 5000 e 11500 U/L.
Intuibilmente, nel momento in cui, sul nostro referto, risultano dei valori superiori o inferiori ai normali, possiamo andare incontro a dei rischi ben precisi. Per questo motivo è indispensabile che sia il medico a fare una valutazione dei risultati.
Cosa succede quando i livelli della colinesterasi sono troppo alti?
Nel caso in cui, dalle nostre analisi del sangue emergano dei valori troppo alti della colinesterasi, possiamo avere a che fare con dei problemi che riguardano i nostri reni.
Più precisamente, alti livelli di colinesterasi indicherebbero un problema dei reni nel filtrare proprio questo enzima che si trova nel flusso ematico. In linea di massima le condizioni patologiche più comuni che sono connesse a tale aumento sono le seguenti:
- Il morbo di Basedow;
- Il diabete mellito;
- La sindrome nefrosica;
- La malattia di Gilbert;
- Una condizione di alcolismo;
- Presenza di malattie cardiache congenite;
- Ipertiroidismo;
- Obesità;
- Iperlipoproteinemia di tipo IV.
Infine, un aumento dei livelli della colinesterasi nel sangue si manifesta anche in presenza di una gravidanza. In ogni caso, si ritiene che tale aumento desti minori preoccupazioni rispetto ai bassi livelli della colinesterasi di cui andremo a parlare nel prossimo paragrafo.
Cosa succede quando i livelli della colinesterasi sono troppo bassi?
Come abbiamo detto in precedenza, dei valori troppo bassi della colinesterasi possono scaturire maggiori preoccupazioni. Questo perché potresti avere a che fare con un grave caso di malnutrizione, oppure con una intossicazione da pesticidi.
Inoltre, una diminuzione dei livelli della colinesterasi sono spesso causati dalla presenza di problemi al fegato che possono essere più o meno gravi e che necessitano ulteriori indagini.
Nel caso in cui si sta utilizzando l’esame come screening prima di sottoporsi ad un intervento chirurgico, bassi livelli della colinesterasi, indicano il rischio di andare incontro ad una apnea prolungata dopo la somministrazione dell’anestesia.
Più precisamente, un abbassamento dei livelli della colinesterasi nel sangue può essere associato ad una delle seguenti condizioni:
- Presenza di una intossicazione causata dai composti organofosforici che sono spesso usati nei pesticidi;
- Patologie epatiche acute o croniche;
- Presenza di infezioni acute;
- Una grave malnutrizione;
- Presenza di neoplasie;
- Un infarto miocardico;
- La tossicosi gravidica;
- Una condizione di anemia.
Così come accade per l’aumento della colinesterasi nel sangue, anche nel caso del suo abbassamento sarebbe opportuno far interpretare il risultato al tuo medico.
Infatti, solo lo specialista, con la sua conoscenza o con la sua esperienza nel settore, è in grado di capire qual è il problema, eventualmente, effettuando ulteriori esami di controllo come i seguenti:
- La Bilirubina;
- Anticorpi Anti-Virus Epatite B;
- La gamma-GT;
- Le Transaminasi;
- Anticorpi Anti Virus Epatite A;
- Gli Anticorpi Anti Virus Epatite C.
Ci sono dei fattori che possono alterare l’esito dell’esame?
Così come accade per tanti altri esami del sangue, anche in questo caso possono subentrare dei fattori che influenzano il risultato. Tra quelli che contribuiscono a far aumentare la colinesterasi nel sangue troviamo soprattutto la presenza di una gravidanza.
Tra i fattori che, invece, contribuiscono a far diminuire i livelli della colinesterasi nel sangue ci sono:
- Una terapia a base di estrogeni;
- L’assunzione di alcuni tipi di contraccettivi orali (ad esempio la pillola);
- L’assunzione dei barbiturici e di altri farmaci come quelli a base di Codeina, Epinefrina, Vitamina K, Teofillina, Morfina, Chinidina, Fenotiazine, Atropina e Acido Folico;
- L’assunzione esagerata di bevande che contengono la caffeina.
Ne deriva che, nel momento in cui pensi che uno di questi fattori possa influenzare il tuo esame, sarebbe opportuno avvisare il medico o, comunque, il personale di laboratorio, in modo tale che possano tenerne conto cercando di fornirti dei risultati più veritieri possibile.
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