Il test dell’emoglobina glicata (detta anche glicosilata, emoglobina A1C oppure HbA1C) è un esame del sangue di particolare importanza per monitorare sul medio e lungo periodo la glicemia del paziente e dunque anche l’eventuale recupero dovuto a particolari terapie farmacologiche.
Al contrario di quanto avviene infatti per il test della curva glicemica, che è in grado di misurare la reazione del nostro corpo all’assunzione di glucosio sul brevissimo periodo, i valori di emoglobina glicosata o glicata sono in grado di fornirci un’analisi sul medio e lungo periodo (vale infatti per i 90-120 giorni precedenti) delle reazioni del nostro corpo all’assunzione di zucchero.
Parliamo di un esame molto importante per stabilire, con un certo grado di accuratezza, in che modo il paziente è riuscito a tenere sotto controllo la glicemia nei mesi precedenti al prelievo e se è il caso o meno di rivedere l’alimentazione e le terapie farmacologiche.
In questo articolo parliamo di:
- Cos’è l’emoglobina glicata o glicosata?
- Quali sono i valori normali di emoglobina glicata?
- Perché si fa l’analisi dell’emoglobina glicata?
- A chi è consigliato l’esame?
- Ogni quando è consigliabile sottoporsi all’esame?
- Quando il test HbA1C non funziona: i casi
- Come abbassare i livelli di emoglobina glicata?
Cos’è l’emoglobina glicata o glicosata?
L’emoglobina è una delle proteine più importanti presenti all’interno dei globuli rossi che ha lo scopo di trasportare l’ossigeno a tutti i tessuti dell’organismo. Se la glicemia non viene correttamente controllata, lo zucchero assimilato in eccesso si lega all’emoglobina in un certo intervallo di tempo e si ottiene appunto l’emoglobina glicata ovvero l’emoglobina legata al glucosio.
Il test dell’HbA1c è di fondamentale importanza per controllare lo stato del vostro diabete grazie ad un valore che è in grado di stabilire l’andamento della vostra glicemia nei tre mesi precedenti al prelievo sanguigno.
Il test, dunque, misura la percentuale di emoglobina che si è legata durante tutta la vita dell’eritrocita all’emoglobina. Trattandosi di cellule che hanno una vita che va dai 75 ai 120 giorni di media, diventa un test attendibile per valutare la qualità del controllo di tipo glicemico del paziente nei 3 mesi precedenti.
Quali sono i valori normali di emoglobina glicata?
I valori di emoglobina glicata vanno calcolati sul totale dell’emoglobina, in percentuale:
- valori sotto il 7% sono da ritenersi normali;
- valori tra il 7% e il 9% sono da ritenersi sopra la norma;
- valori sopra al 9% devono essere sicuramente motivo di allarme.
Perché si fa l’analisi dell’emoglobina glicata?
Il test è importantissimo per rilevare valori come la glicemia media, sia per avere una stima del rischio di sviluppare complicanze legate al diabete. Inoltre, per chi stia seguendo già una terapia contro il diabete, i valori di emoglobina glicosilata sono di fondamentale importanza per valutare la bontà del percorso terapeutico intrapreso.
I valori normali per la popolazione che non è affetta da patologie come il diabete si attesta tra il 4 e il 6%. Secondo le più recenti linee guida diffuse dalle principali agenzie per la salute, l’obiettivo per chi sta affrontando cure per il diabete è di riportare questi valori al di sotto del 7%.
Valori che permangano costantemente al di sopra dell’8% dovrebbero essere motivo di allarme e soprattutto segnale che sarebbe il caso di intervenire con terapie diverse da quelle che si stanno seguendo al momento.
Il rapporto diretto con le problematiche del diabete
Più è alta la percentuale di emoglobina glicata sul totale, più sono alti i rischi che vengono in genere collegati alle complicanze del diabete. Ad essere di particolare interesse per i soggetti si trovano a far registrare quelli che sono livelli troppo alti di emoglobina glicosata sul totale sono i disturbi tardivi del diabete, tra i quali troviamo:
- macroangiopatia diabetica: è una tendenza alta a sviluppare aterosclerosi prima e in versioni più gravi rispetto alla media della popolazione. La causa è riconducibile al particolare processo di glicazione delle lipoproteine LDL;
- microangiopatia diabetica: si tratta di un’alterazione che interessa i vasi capillari. Le conseguenze più gravi sono in genere a carico dei reni e della retina, nonché del sistema nervoso periferico. Non si sa ancora molto delle cause prime e dirette di questa patologia; a valori più alti di emoglobina glicata corrispondono maggiori possibilità di contrarre questa specifica patologia;
- retinopatia diabetica: si tratta di una patologia che sul lungo periodo interessa l’85% dei pazienti malati di diabete. Nei casi più significativi può causare la perdita completa della vista da parte del soggetto. Il problema principale che può portare a questo tipo di condizione riguarda la salute dei capillari che riforniscono la retina, che possono essere attaccati da piccoli aneurismi, con conseguente emorragia;
- neuropatia diabetica: un’altra patologia le cui cause prime sono sconosciute, anche se tutto farebbe pensare, almeno in questo momento, a processi che sono collegati alla glicazione delle proteine dei nervi. I disturbi più frequenti sono: sensibilità, con formicolii, dolori soprattutto notturni, crampi, disordini che riguardano tanto la postura quanto l’andamento. Può causare anche tachicardia e pressione bassa, difetti della motilità dell’intestino e problemi genitali e urinari
- ulcera diabetica: è un problema che è in genere conseguenza della coabitazione nel soggetto della neuropatia e della microangipatia diabetica. In seguito ad un trauma si vengono a formare, a causa della scarsa ossigenazione dei tessuti dovuta alla microangiopatia, problemi alla cicatrizzazione della stessa causando ulcerazione. Si tratta di uno dei problemi più tipici del decorso di lungo periodo del diabete e uno di quelli più preoccupanti tra quelli che sembrano avere un collegamento con percentuali particolarmente elevate di emoglobina glicata.
A chi è consigliato l’esame?
L’esame è consigliato nel caso in cui ci sia il fondato sospetto che il paziente possa soffrire di diabete e nel caso in cui questa condizione dovesse essere effettivamente riscontrata, successivamente è il caso di procedere a test ogni 3-4 mesi, proprio al fine di monitorare sia la situazione, sia l’effetto delle terapie che si sono scelte.
Nonostante però il test sia particolarmente affidabile, c’è da ricordare il fatto che tutte le patologie che possono causare modificazioni come aumento o distruzione degli eritrociti/globuli rossi, che sono poi le cellule che sono deputate al trasporto dell’emoglobina stessa, possono causare un’alterazione dei valori.
Nel caso di anemie croniche ed emolitiche, di leucemia e di recenti emorragie, il conto dell’emoglobina può essere alterato in modo significativo.
Lo stesso vale invece per gli stati e le patologie che possono causare il rialzo i valori di emoglobina glicata sul totale. Tra i più importanti troviamo:
- ipertrigliceridemia;
- anemia sideropenica;
- insufficienza renale;
- alcolismo cronico;
- dipendenza da oppiacei;
- terapie di lungo termine a base di aspirina.
L’importanza di questo test è stata inoltre ridimensionata anche perché, a conti fatti, è in grado di offrire un tracciato della reazione glicemica di medio e lungo periodo, nonché media, senza poter dire nulla sulle oscillazioni subite dalla glicemia durante questo periodo. Potrebbe essere ad esempio il caso di un paziente che ha picchi di glicemia particolarmente alti in una parte della giornata e picchi invece particolarmente bassi in altri momenti, mostrando poi una media ponderata assolutamente normale.
Per i pazienti per i quali si sospetta dunque la presenza di tali problemi, ovvero di alterazioni del ciclo metabolico degli zuccheri, sarà necessario monitorare in modo molto più approfondito, aggiungendo ai dati che vengono forniti dai test anche quelli che devono essere raccolti per diversi giorni, tutti i giorni e più volte al giorno, al fine di avere un quadro per quanto possibile preciso.
Ogni quando è consigliabile sottoporsi all’esame?
La periodicità di dosaggio di questo valore dipende da tre fattori principali:
- il tipo di diabete di cui soffrite (tipo 1 o tipo 2);
- il trattamento farmacologico che seguite per abbassare i suoi livelli;
- il livello di zuccheri nel sangue (valori di glicemia).
Qui riportiamo la frequenza con cui sottoporsi all’esame dell’emoglobina glicata per i principali casi diffusi nella popolazione:
- Se soffrite di diabete di tipo 1, l’esame andrà effettuato con una certa frequenza anche quattro o più volta all’anno;
- Se soffrite di diabete di tipo 2, non siete in terapia insulinica e riuscite a mantenere la glicemia all’interno dei valori normali, il medico vi consiglierà di effettuare le analisi due volte l’anno (ogni 6 mesi);
- Se soffrite di diabete di tipo 2, siete in terapia con l’insulina ed avete problemi a mantenere i livelli di zuccheri nel sangue normali e costanti, il medico vi consiglierà di dosare l’emoglobina glicata anche cinque volte nell’arco dell’anno.
Quando il test HbA1C non funziona: i casi
L’efficacia di questo test dell’HbA1C non è sempre pari al 100% e la sua affidabilità può essere veramente scarsa in questi casi precisi:
- Se si soffre di anemia o si hanno bassi livelli di ferro nel sangue, l’esame dell’emoglobina glicata può restituire un valore elevato che non corrisponde alla realtà in quanto si ha un numero di eritrociti basso nel sangue che altera il valore;
- Forti emorragie o sanguinamenti cronici (come un ciclo mestruale abbondante) possono causare una riduzione della quantità di emoglobina circolante. Questo può restituire un valore basso del test dell’HbA1C che non corrisponde alla reale situazione;
- Se possedete una mutazione a carico dell’emoglobina (emoglobina S, anemia falciforme) si può ottenere un valore che non corrisponde alla realtà ed in particolare sarà più basso.
Come abbassare i livelli di emoglobina glicata?
In questa ultima sezione della nostra guida vogliamo fornirvi un elenco delle azioni da intraprendere se il vostro obiettivo è quello di abbassare i livelli di emoglobina glicata.
- Preferisci i carboidrati complessi e gli alimenti integrali
- Modera le porzioni
- Riduci la quantità di cibo ai pasti a seconda della glicemia pre-pasto
- Consuma piccoli spuntini ipocalorici
- Evita i dolci
- Pratica sport in maniera regolare
- Dormi almeno 8 ore al giorno
- Evita di consumare alcolici
- Sii regolare nei pasti (fai colazione, pranzo e cena sempre al solito orario)
- Evita le abbuffate nel fine settimana
Fonti: