In questo articolo parliamo di:
- Quali sono i sintomi di anemia da carenza di ferro?
- Quali sono le cause del ferro basso?
- Quali sono i soggetti più a rischio?
- Come viene diagnosticata l’anemia da carenza di ferro?
- Carenza di ferro: le conseguenze
- Come si cura la carenza di ferro?
- Alimentazione e carenza di ferro: approfondimento sui cibi ricchi di ferro
- Non sempre l’anemia è dovuta alla carenza di ferro
- Non tutto il ferro è uguale
- Gli alimenti da eliminare per la dieta contro l’anemia
Quando si ha il ferro basso si parla di una condizione che, in medicina, prende il nome di anemia sideropenica che si manifesta quando si ha un livello di globuli rossi particolarmente basso nel sangue ed inferiore a quelli che sono i valori soglia.
L’anemia da carenza di ferro è la tipologia più comune e si manifesta a causa della presenza di livelli troppo bassi di ferro all’interno dell’organismo, un minerale che come vedremo può andare facilmente incontro ad una drastica riduzione nel sangue. Il nostro corpo ha necessariamente bisogno di questo minerale per sopravvivere, infatti esso serve a produrre emoglobina: una proteina responsabile del trasporto di ossigeno a tutte le cellule del nostro corpo che consente ai muscoli e ai vari tessuti di potersi ossigenare correttamente.
Nonostante avere il ferro basso sia una condizione molto frequente specie nelle donne, una grossa percentuale non sa di avere carenza di ferro e si accorge del problema alla comparsa dei primi sintomi che spesso possono essere confusi con altre patologie.
Nella guida di oggi cercheremo di focalizzare l’attenzione su questo problema molto diffuso, analizzando i sintomi, le cause e le conseguenze di avere livelli troppo bassi di ferro nel sangue.
Quali sono i sintomi di anemia da carenza di ferro?
I sintomi da carenza di ferro possono essere, in un primo momento, molto difficili da rilevare e spesso è possibile non notarli del tutto. La maggior parte delle persone si rende conto di avere il ferro basso quando, su consiglio del medico, si ritrovano a dosare i parametri relativi al ferro nel sangue (sideremia, transferrina e ferritina) nell’ambito di controlli di routine.
I sintomi che lasciano presagire la possibile presenza di ferro basso sono:
- affaticamento generale, che è da mettere in relazione con lo scarso apporto di ossigeno ai tessuti;
- debolezza e astenia;
- pallore al viso;
- fiato corto;
- voglia di mangiare elementi che generalmente è impensabile mangiare, come la sporcizia, ghiaccio, il ferro, l’argilla;
- sensazione di formicolio alle gambe;
- glossite, ovvero un rigonfiamento o indolenzimento della lingua;
- mani e piedi sempre freddi;
- battito cardiaco accelerato e irregolare nel ritmo;
- unghie che si spezzano facilmente;
- mal di testa ed emicrania.
Parliamo di sintomi che non sono così specifici e che spesso possono essere ignorati o confusi con altre patologie e condizioni. Per questo motivo diventa di particolare importanza valutare con l’aiuto del medico la presenza o meno di anemia da carenza di ferro con analisi del sangue alla mano.
Quali sono le cause del ferro basso?
Come abbiamo detto precedentemente, una delle cause più frequenti di anemia è appunto la carenza di ferro dato che esistono tantissime condizioni fisiologiche o patologiche che possono portare ad una riduzione dei livelli di ferro nel sangue. Vediamole nel dettaglio:
- Insufficiente apporto con la dieta. Assumere insufficienti quantità di ferro per un lungo periodo di tempo può causare una carenza di ferro anche molto severa. Gli alimenti ricchi di ferro che non dovrebbero mai mancare nella alimentazione sono carne, uova, legumi ed alcune verdure a foglia verde. Il ferro è un minerale importantissimo per la corretta crescita dei bambini e non dovrebbe mai mancare la sua assunzione in gravidanza quando le richieste aumentano sensibilmente;
- Gravidanza e ciclo mestruale abbondante. Nelle donne in età fertile una delle cause più comuni della carenza di ferro è il copioso sanguinamento mestruale e le perdite di sangue durante il parto;
- Presenza di emorragie interne. La carenza di ferro può essere dovuta alla presenza di condizioni fisiologiche e patologiche che causano la emorragie interne con conseguente riduzione dei livelli di ferro. Sono spesso causa di questo disturbo: ulcere gastriche, polipi al colon o all’intestino, cancro al colon e l’utilizzo di farmaci anticoagulanti come l’acido acetilsalicilico. Per l’identificazione di questi possibili sanguinamenti, il medico in genere consiglia di sottoporsi a visite specialistiche come la colonscopia oppure la ricerca del sangue occulto nelle feci;
- Incapacità di assorbire il ferro contenuto all’interno degli alimenti. La celiachia, un intervento chirurgico addominale oppure scarso apporto di alimenti contenenti vitamina C possono causare una sostanziale riduzione dell’assorbimento di ferro con tutte le conseguenze che ne derivano.
Quali sono i soggetti più a rischio?
Sebbene l‘anemia da carenza di ferro sia una condizione che interessa indistintamente uomini e donne appartenenti a qualsiasi gruppo etnico, alcune fasce della popolazione possono essere maggiormente esposte a questo rischio. I soggetti coinvolti sono:
- donne in età fertile e in gravidanza;
- alimentazione povera di nutrienti in generale;
- neonati e bambini specie se nati prematuramente;
- vegetariani e vegani che non sostituiscono la carne con alimenti altrettanto ricchi di ferro;
- chi dona frequentemente il sangue.
Se appartenente ad una di queste categorie di persone è consigliabile rivolgersi al medico per stabilire se sia il caso di sottoporvi ad un esame del sangue per accertare la presenza o meno di ferro basso nel sangue specie se avvertite anche i sintomi tipici di questo disturbo che sono stati elencati precedentemente.
Come viene diagnosticata l’anemia da carenza di ferro?
I test che i medici utilizzano solitamente per giungere alla diagnosi di anemia sideropenica sono elencati di seguito e per ognuno vedremo la loro importanza nell’elaborazione della diagnosi ed identificazione delle cause di questo disturbo.
Emocromo completo
L’emocromo (o esame emocromocitometrico completo) è il primo esame che il medico vi consiglierà di eseguire in quanto è un esame completo che permette di dosare quelli che sono i parametri relativi ad alterazioni a carico delle cellule del sangue. Con questo test è possibile avere informazioni su:
- numero di globuli rossi presenti nel sangue (RBC);
- numero di globuli bianchi e relativa formula leucocitaria;
- quantità di emoglobina;
- indici corpuscolari (MCH, MCV, MCHC);
- ematocrito;
- piastrine.
Si tratta di un esame del sangue che si effettua nell’ambito di una visita di controllo di routine ed è un buon indicatore dello stato di salute generale del paziente con particolare riferimento alle cellule che compongono il nostro sangue. L’emocromo è un esame molto utile per avere un dato preliminare sulla salute del paziente ed individuare già in questo contesto una possibile presenza di anemia prima di procedere ad altri accertamenti.
Altri esami utili
In genere, per diagnosticare l’anemia da carenza di ferro basta eseguire l’emocromo ma esistono una serie di situazioni per le quali è necessario sottoporsi ad esami più approfonditi che il medico potrà prescrivere per la valutazione della gravità della situazione. Tra essi abbiamo:
- Sideremia cioè la concentrazione totale di ferro presente nel sangue;
- Ferritina che misura la quantità di ferro disponbile per il corretto funzionamento di organi e tessuti. Se i livelli di ferritina sono bassi vuol dire che lo stoccaggio del ferro nel nostro corpo è basso;
- Transferrina sierica ovvero un valore che serve a valutare la capacità dell’organismo di trasportare il ferro in circolo.
Gli esami per la diagnosi di emorragia interna
Se il medico ha il presentimento che la vostra anemia sia causata dalla presenza di piccoli sanguinamenti, possono essere necessarie ulteriori indagini per andare a scovare una causa asintomatica come questa. Uno degli esami che si effettua con maggiore frequenza è la ricerca del sangue occulto nelle feci che può indicare, a seconda della quantità, colore e consistenza, la presenza di un sanguinamento gastrico, intestinale o rettale.
A tal proposito si rendono necessarie altre visite specialistiche come la gastroscopia e la colonscopia che consentono al medico di individuare con certezza la sede del sanguinamento ed agire di conseguenza.
Carenza di ferro: le conseguenze
Molti casi di anemia sideropenica hanno una gravità molto bassa se diagnosticate e curate in tempo. Questa situazione può essere facilmente corretta applicando uno o più rimedi che vedremo nei paragrafi successivi. Tuttavia, una carenza di ferro non trattata correttamente o ancor peggio trascurata nel tempo può avere serie conseguenze per la nostra salute. Vediamo quali sono.
Alterazione del battito cardiaco
L’anemia è una situazione che costringe il cuore a pompare più sangue al fine di compensare la scarsa quantità di ossigeno che può essere trasportata in circolo dall’emoglobina. Questa situazione, specie se protratta nel tempo, può portare a squilibri cardiaci che sfociano nell’insufficienza del miocardio e nell’ingrossamento del muscolo cardiaco stesso.
Complicazioni durante la gravidanza
La gravidanza è un periodo molto particolare per la donna nel quale i livelli di ferro devono sempre trovarsi all’interno degli intervalli raccomandati onde evitare la nascita prematura del bambino oppure un basso peso alla nascita.
Ritardo della crescita dei bambini
I bambini e i neonati che hanno vistose carenze di ferro possono andare incontro a ritardi nella crescita e nello sviluppo, oltre ad essere più suscettibili di infezioni batteriche anche molto gravi. Per questo motivo è necessario che l’alimentazione dei bambini e dei neonati sia curata il più possibile per evitare pericolose carenze che hanno conseguenze talvolta gravi sul loro sviluppo futuro.
Come si cura la carenza di ferro?
La terapia della mancanza di ferro prevede approcci che vanno in direzioni parallele ed hanno come fine ultimo sia quello di incrementare la quota di ferro circolante sia indagare a fondo e risolvere le problematiche relative al sanguinamento.
L’assunzione di integratori di ferro è sicuramente uno dei primi approcci per la risoluzione del problema. Parliamo di compresse o flaconcini da bere per i più piccoli che andrebbero preferibilmente assunti a stomaco vuoto per facilitare il loro assorbimento. La terapie dura in genere diversi mesi e saranno necessarie delle analisi del sangue di controllo ad accertare il suo reale funzionamento. Gli effetti collaterali che si manifestano con una certa frequenza nel caso di assunzione prolungata di ferro sono: stitichezza e comparsa di feci nere.
L’alimentazione è l’altro punto fondamentale su cui si può agire in casi di mancanza di ferro. Gli alimenti che sono indicati in questo caso sono:
- la carne rossa;
- le verdure a foglia verde;
- i legumi (fagioli, lenticchie, ceci);
- la frutta secca (noci, nocciole, mandorle, pistacchi);
- cereali integrali.
Inoltre, l’assunzione delle giuste quantità di vitamina C aiuta l’organismo ad assorbire con più facilità il ferro specie quello contenuto negli alimenti di origine vegetale che è scarsamente biodisponibile. Associare un frutto come l’arancia o il kiwi ad un pasto a base di legumi è una sana abitudine.
Alimentazione e carenza di ferro: approfondimento sui cibi ricchi di ferro
Quando il ferro è basso e dunque in presenza di anemia, cosa bisogna mangiare? Sembrerebbe una domanda alla quale dare una risposta facile, semplicemente andando a spulciare quelle che sono le tabelle nutrizionali, alla voce ferro ed invece la risposta è più complessa di ciò che sembra.
Abbiamo affrontato questo argomento così importante in una guida dedicata proprio agli alimenti che è preferibile assumere se si soffre di carenza di ferro. Vi invitiamo a leggerla in modo tale da potervi rendere conto da soli se la dieta che seguite è bilanciata o meno.
Le cose sono però, purtroppo, molto più complesse di quanto potremmo pensare, dato che per l’assimilazione del ferro concorrono diversi elementi.
In primis il metabolismo del ferro che viene introdotto con l’alimentazione è piuttosto complicato e in secondo luogo il ferro contenuto negli alimenti è solo parzialmente disponibile per il nostro corpo. Per intenderci, di fronte a quantitativi particolarmente alti di ferro in un determinato cibo soltanto una parte sarà assimilabile, come avremo modo di andare a vedere più avanti.
Inoltre, e anche di questo potremo parlare in modo più approfondito più avanti, anche le anemie sono diverse tra loro per le cause che vi sottendono, e dunque potrebbero necessitare di diversi interventi a livello alimentare per permettere di avere a disposizione più ferro per il nostro organismo.
Vediamo insieme, alla luce di tutti questi elementi e anche alla luce di quelli che emergeranno più avanti, qual è una dieta da seguire con profitto per migliorare i livelli di questo importantissimo minerale.
Non sempre l’anemia è dovuta alla carenza di ferro
Sebbene per l’opinione comune (e scientificamente poco informata) l’anemia sia sempre riconducibile ad un’assunzione insufficiente di ferro per via alimentare, questo è in realtà uno dei casi residuali dato che a porre in essere questa condizione possono contribuire diversi fattori.
La carenza di vitamina B12
Spesso l’impossibilitato assorbimento del ferro è da ricondursi a quelli che sono altri tipi di deficienza alimentare. La diminuzione nell’assorbimento di vitamina B12 è uno dei casi più tipici e può essere dovuta a:
- dieta inadeguata: è il caso delle diete vegane e vegetariane, nonché delle diete estremamente monotone che non prevedano alimenti che contengono questa pur importantissima vitamina;
- alcolismo cronico;
- alterazione del fattore intrinseco gastrico, che è responsabile dell’attivazione della cobalamina B12.
La mancanza di vitamina C
Anche nel caso in cui si andassero ad assumere a sufficienza alimenti che contengono buone quantità di ferro, un’insufficienza nutrizionale a livello di vitamina C può essere responsabile della mancata assimilazione del ferro.
Bisognerà dunque cercare di aggiungere alla nostra dieta alimenti che contengono questa specifica vitamina, al fine di andare permettere al nostro organismo di assorbire al meglio il ferro che si trova negli alimenti.
I problemi di assorbimento di altro tipo
Esistono anche dei problemi di assorbimento che sono riconducibili invece ad altri tipi di problematiche a carico del sistema gastrico e intestinale:
- infezioni che sfociano in episodi anche non frequenti di diarrea possono impedire l’assorbimento del ferro contenuto degli alimenti;
- anche la celiachia può essere responsabile di malassorbimento a causa dell’azione che il glutine svolge a carico dei villi intestinali;
- la retto-colite ulcerosa.
Le alterazioni nel ciclo del ferro
In ultimo, prima di affrontare nello specifico il problema della mancanza di ferro, dell’anemia e di come sopperire attraverso una dieta corretta, è bene ricordare che alcuni tipi di anemie possono essere causate dalla distruzione o dallo scarto di quanto coinvolto nel ciclo del ferro, nel suo trasporto e nel suo stoccaggio:
- l’ematuria, ovvero l’espulsione dei globuli rossi attraverso le urine, dovuta in genere a problemi a carico dei reni;
- le emorragie, sia che siano di carattere patologico che di carattere fisiologico (pensiamo al ciclo mestruale);
- l’emolisi, ovvero la distruzione precoce degli eritrociti.
Una volta presa coscienza di quelle che possono essere le condizioni che attaccano più di frequente il ciclo del ferro, possiamo procedere ad analizzare la questione alimentare più nello specifico.
Non tutto il ferro è uguale
Inoltre, non tutto il ferro è purtroppo uguale. Esistono infatti due tipi di ferro che possono essere assunti tramite gli alimenti, e rispettivamente:
- il ferro eme, che si trova negli alimenti di origine animale e che è legato al gruppo funzionale dell’emoglobina. È di più facile assorbimento da parte del nostro corpo e dovrebbe costituire almeno il 65% del ferro che assumiamo tramite la dieta;
- il ferro ferrico: si trova invece all’interno degli alimenti di origine vegetale (spinaci, rucola, etc.) ed è biodisponibile in maniera inferiore rispetto a quanto invece si riscontra con il ferro eme.
Sarà dunque sempre preferibile assumere ferro del primo tipo, facendo particolare attenzione a mantenere quantomeno un rapporto di 2:1.
Gli alimenti da eliminare per la dieta contro l’anemia
Oltre a quelli che sono gli alimenti che dovremo necessariamente aggiungere alla nostra dieta per migliorare il nostro intake di ferro, sarà necessario inoltre eliminare alcuni cibi e bevande che sono in grado di andare ad ostacolare l’assorbimento del ferro:
- un eccesso di calcio, soprattutto se assunto in concomitanza, ovvero nello stesso pasto, della fonte di ferro;
- gli elementi ricchi di zinco: l’assorbimento di questo minerale è infatti competitivo con l’assorbimento del ferro;
- ridurre se non eliminare del tutto gli alimenti e le bevande che contengono tannini: quindi stop a caffè, té e anche vino rosso;
- allo stesso modo i fitati, che sono presenti nella crusca, nelle fibre alimentari e anche in alcune verdure sono da eliminarsi o comunque da ridursi in modo sostanziale.
Elaborare una dieta che consenta di aumentare in modo netto l’assunzione di ferro, è qualcosa di molto difficile, dato che dovranno essere modificate delle abitudini alimentari che ci portiamo dietro da tanto tempo e stare attenti non solo a quello che mangiamo, ma anche al con cosa lo mangiamo.
Non esiste un piano generico, né tantomeno un piano diffuso: si dovranno soltanto aggiungere gli alimenti che trovate sopra ed eliminare invece quelli che potrebbero essere di ostacolo per l’assunzione del ferro rivolgendosi sempre ad un professionista della salute come un nutrizionista per l’elaborazione del piano alimentare più adatto alle proprie esigenze.
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