In questo articolo parliamo di:
- Che cosa sono i globuli bianchi?
- Cosa sono i neutrofili? A che cosa servono?
- Cosa sono i linfociti? A che cosa servono?
- Come si fa l’esame per valutare i livelli di questi parametri? Quali sono i valori di riferimento?
- Cosa succede se i valori dei neutrofili sono troppo alti e quelli dei linfociti troppo bassi?
- Come si fa a porre rimedio a questi squilibri?
Quante volte vi sarà capitato di ritirare il referto delle analisi del sangue e non capire le varie diciture che sono riportate su di esso? Ebbene oggi cercheremo di chiarirvi le idee per quanto riguarda i valori di due parametri molto importanti: i neutrofili alti ed i linfociti bassi.
Cosa significa se il livello dei neutrofili è alto e quello dei linfociti è basso? Cosa sono esattamente queste due popolazioni cellulari così importanti per il nostro organismo? Quali sono i valori di riferimento? Ma, soprattutto, quali sono i rischi se i valori sono anomali?
Vediamolo insieme!
Che cosa sono i globuli bianchi?
Prima di passare ad approfondire le funzioni di queste cellule del sistema immunitario dobbiamo per forza di cose fare una premessa sulle funzioni dei globuli bianchi.
Molti di voi saranno già a conoscenza del fatto che i globuli bianchi rientrano tra le cellule più importanti del nostro organismo. Essi infatti, chiamati anche con il nome di leucociti, entrano in azione quando il corpo viene aggredito da agenti esterni e/o interni.
I globuli bianchi si suddividono in diverse sottocategorie, distinte soprattutto in base alla funzione e alla zona in cui vengono prodotte queste cellule. Tra queste categorie troviamo anche i neutrofili e i linfociti, entrambi prodotti dal midollo osseo, ma con funzioni differenti.
Di seguito cercheremo di spiegarvi bene a cosa servono queste due diverse tipologie di globuli bianchi, ma soprattutto cercheremo di comprendere cosa significa avere dei neutrofili alti e dei linfociti bassi, così da capirne anche eventuali rischi connessi.
Cosa sono i neutrofili? A che cosa servono?
In ambito medico i neutrofili vengono anche chiamati con il termine granulociti neutrofili in quanto fanno parte della classe dei globuli bianchi granulociti. Ossia sono dei globuli bianchi il cui citoplasma è costituito da granulazioni molto particolari.
Il nome neutrofili, invece, deriva dal fatto che, in sede di laboratorio, questo tipo di globuli bianchi non ha dimostrato di reagire in qualche modo alle dosi di colorante e, quindi, rimanevano neutri.
Essendo quindi una categoria dei globuli bianchi, anche i neutrofili prenderanno parte alla difesa del nostro organismo, in modo particolare nei confronti di processi infettivi di natura batterica. Inoltre, i neutrofili costituiscono la percentuale maggiore della totalità dei globuli bianchi.
La particolarità dei neutrofili è quella di riuscire a distruggere completamente le sostanze estranee, servendosi del famoso meccanismo della fagocitosi.
Attraverso la fagocitosi, infatti, i granulociti neutrofili riescono ad inglobare queste particelle estranee, per poi distruggerle attraverso dei processi chimici specifici.
Cosa sono i linfociti? A che cosa servono?
Come abbiamo accennato in precedenza, i linfociti (ma anche i neutrofili) vengono prodotti dal midollo osseo. Da qui, però, essi si sposteranno e andranno a stabilizzarsi in zone particolari del sistema linfatico, zone in cui completeranno la loro maturazione.
Esse sono essenzialmente:
- I linfonodi;
- Il timo;
- La milza.
Rispetto ai neutrofili, i linfociti che si trovano nel nostro organismo sono, in termini di percentuale, nettamente inferiori, ma questo non significa che anche la loro importanza perde valore.
Esistono diverse tipologie di linfociti, ognuna delle quali si differenzia per la conformazione e la funzione degli stessi.
In totale abbiamo tre tipi di linfociti, ossia:
- Linfociti T: che si trovano nel timo;
- Linfociti B: che si occupano della produzione e della tipizzazione delle immunoglobuline;
- Cellule NK: ossia le cellule che hanno il compito di uccidere alcune cellule dannose, ad esempio quelle tumorali.
La conta dei neutrofili e dei linfociti è molto importante per indagare sul sospetto di una determinata condizione patologica, per questo motivo un esame del genere è spesso combinato con altri test di controllo.
Come si fa l’esame per valutare i livelli di questi parametri? Quali sono i valori di riferimento?
Visto che si tratta di sostanze che si trovano principalmente nel flusso ematico, l’esame per valutare i livelli di neutrofili e linfociti prevede di fare un semplice prelievo del sangue in cui il paziente dovrebbe essere a digiuno.
Come abbiamo già detto, visto che si tratta di sostanze che hanno a che fare con il nostro stato di salute, ma soprattutto con la capacità e la modalità di difesa del nostro organismo, questo esame non va sottovalutato, ma ci concentreremo su questo in seguito.
Per quanto riguarda i valori di riferimento dei neutrofili, di solito, sul referto troviamo i seguenti:
- Valore assoluto: 1800-7200. In pratica la soglia massima è pari al 75% della totalità dei globuli bianchi.
Per quanto riguarda i linfociti, invece, i seguenti vengono considerati solitamente i valori di riferimento per l’esame:
- Valori compresi tra 1500 e 3000 mm³.
Cosa succede se i valori dei neutrofili sono troppo alti e quelli dei linfociti troppo bassi?
Se le vostre analisi del sangue riportano dei valori di neutrofili e linfociti al di fuori della soglia di normalità, sicuramente non è buon segno. Come abbiamo già accennato, un livello troppo alto dei neutrofili può essere connesso alla presenza di un’infezione batterica.
Tra le altre condizioni collegate all’aumento del livello dei neutrofili nel sangue ricordiamo soprattutto le seguenti:
- Gotta;
- Presenza di una gravidanza;
- Artrite reumatoide;
- Infezioni acute, generalizzate o locali;
- Neoplasie maligne;
- Assunzione di farmaci a base di Cortisone;
- Emorragie;
- Infarto cardiaco;
- Presenza di una ustione;
- Leucemia;
- Uremia;
- Acidosi.
Tuttavia non c’è sempre da preoccuparsi quando i neutrofili sono alti. Infatti questi aumentano anche durante il periodo mestruale di una donna, dopo aver subito un intervento chirurgico oppure se l’individuo sta attraversando un periodo particolarmente stressante.
I linfociti bassi, invece si presentano in concomitanza di altre condizioni, ad esempio quelle citate in seguito:
- Anemia aplastica;
- Tubercolosi;
- AIDS;
- Miastenia gravis;
- Insufficienza renale;
- Lupus Erimatoso Sistemico;
- Insufficienza cardiaca congestizia;
- Linfosarcoma;
- Linfoma di Hodgkin.
Questo è quanto accade se gli scompensi di ogni parametro si verificano singolarmente. Se invece un individuo ha, contemporaneamente, un livello troppo alto di neutrofili e un livello troppo basso di linfociti, le condizioni patologiche presenti nel suo organismo potrebbero essere le seguenti:
- Presenza di una malattia autoimmune;
- Artrite reumatoide;
- Lupus eritematoso sistemico;
- Condizione di stress.
Inoltre, questo quadro clinico potrebbe dipendere anche dal fatto che il paziente stia seguendo una terapia a base di farmaci che alterano i livelli dei globuli bianchi.
Tuttavia, visto che comunque si tratta anche di correre il rischio della presenza di un tumore, è sempre consigliabile che sia un medico ad interpretare le analisi del sangue in quanto sicuramente dovrà fare degli esami di controllo aggiuntivi.
Come si fa a porre rimedio a questi squilibri?
Una volta che avete portato il vostro referto al medico di famiglia, sarà lui a decidere qual è la via migliore da prendere per porre rimedio a questa situazione.
Come abbiamo già accennato, sicuramente sarà il caso di fare ulteriori esami di controllo e, in base alla causa del problema, verrà prescritta la cura più adeguata.
Condividi su: