Monitorare i livelli di acidità del sangue è molto importante per avere informazioni sul corretto funzionamento del nostro organismo. Più che altro è indispensabile mantenere un certo equilibrio tra acidi e basi all’interno dei nostri fluidi corporei.
Ma come si misura il pH del sangue? Quali sono i suoi valori normali? E quali i valori a rischio?
Oggi parleremo di un parametro molto importante che può essere esaminato con un semplice prelievo del sangue. Vediamo bene come si misura il pH sanguigno, quali sono i rischi che si corrono quando i valori risultano alterati, andando a focalizzarci anche sui possibili rimedi che abbiamo a disposizione per contrastare una possibile situazione di acidosi metabolica e/o alcalosi metabolica.
In questo articolo parliamo di:
- Cos’è esattamente il pH del sangue?
- Come si misura il pH ematico e quali sono i valori di riferimento per questo parametro?
- Cosa succede quando l’esame riporta dei valori superiori al limite di normalità?
- Cosa succede quando l’esame riporta dei valori inferiori al limite di normalità?
- Quali sono i sintomi di un’alterazione del pH?
- Quando viene prescritto questo esame?
- Quali sono i possibili fattori che possono influenzare l’esito?
- Come possiamo intervenire per normalizzare tali livelli?
- Qual è la differenza tra il pH del sangue e il pH delle urine?
Cos’è esattamente il pH del sangue?
In ambito medico esistono diversi tipi di pH. Abbiamo, infatti, il pH delle urine, il pH cutaneo, il pH del sangue, il pH delle feci, e così via. Ma di cosa si tratta esattamente?
Andiamolo a vedere insieme.
Prima di concentrarci sul pH del sangue, che è l’argomento di interesse di questo articolo, è necessario fare una piccola introduzione per capire esattamente di cosa stiamo parlando quando parliamo di pH.
Le cellule del nostro organismo, in condizioni normali, lavorano in un ambiente relativamente alcalino, ma il suo funzionamento è dovuto principalmente alla produzione di acidi (basti pensare agli acidi gastrici che produciamo per la digestione).
Talvolta può capitare che il nostro organismo non riesce ad espellere con successo tutti gli acidi prodotti che, quindi, andrebbero a creare uno scompenso tra acidi e basi, provocando delle conseguenze anche patologiche.
Erroneamente si pensa che uno stato di acidosi (aumento di acidi) del nostro corpo sia relativamente normale, ma in realtà non è affatto così! Infatti la presenza di acidi al di sopra della soglia di normalità costituisce una delle condizioni più frequenti che caratterizza una lunga serie di patologie, alcune anche molto serie e complicate.
Allo stesso modo, però, una condizione eccessivamente alcalina (poco acida) del nostro organismo potrebbe avere anche le sue conseguenze, per lo più negative, ma parleremo di questo genere di scompensi in modo più dettagliato nei prossimi paragrafi.
Come si misura il pH ematico e quali sono i valori di riferimento per questo parametro?
E’ possibile valutare il pH del sangue attraverso un normalissimo prelievo ematico da seguire nei laboratori specializzati. I valori di riferimento sono spesso soggetti a variazioni, anche se minime, in base al laboratorio che si decide di frequentare.
Tuttavia i seguenti valori vengono generalmente considerati normali per questo tipo di parametro:
- Valori compresi tra 7,3 e 7,5.
Sono molti i sistemi del nostro corpo che prendono parte alla regolazione acido-base, tra questi abbiamo soprattutto i seguenti:
- Apparato urinario;
- Apparato respiratorio;
- I soluti dei sistemi tampone che si trovano nel flusso del sangue.
Cosa succede quando l’esame riporta dei valori superiori al limite di normalità?
Quando i valori del pH del sangue superano le soglie di normalità che abbiamo citato sopra, si possono verificare diverse condizioni patologiche e non e si parla di alcalosi metabolica.
Tra le più frequenti abbiamo soprattutto le seguenti:
- Cause di origine cardiovascolare: aritmie, abbassamento della soglia anginica, riduzione del flusso sanguigno coronarico, costrizione delle arteriole;
- Cause di origine metabolica: riduzione dei livelli plasmatici di elettroliti (potassio, magnesio, fosfato e calcio), eccessiva stimolazione della glicolisi anaerobia;
- Cause di origine respiratoria: ipoventilazione, eccesso di anidride carbonica nel circolo sanguigno, mancanza di ossigeno nel sangue;
- Cause imputabili al Sistema Nervoso Centrale: riduzione dell’apporto di sangue al cervello, convulsioni, letargia.
Il problema principale di uno stato di alcalosi metabolica o respiratoria del nostro organismo è che spesso questa condizione non è evidente, quindi, almeno all’inizio, è necessario sottoporsi all’esame per visualizzare questo aumento del pH.
Cosa succede quando l’esame riporta dei valori inferiori al limite di normalità?
Quando invece i valori del pH del sangue risultano troppo bassi, si parla di acidosi metabolica e le cause possono essere distinte in: fisiologiche e patologiche.
Le cause fisiologiche sono in genere dovute ad una eccessiva produzione di acido lattico che può essere dovuto ad uno sforzo fisico intenso oppure all’ingestione di cibi che sono in grado di abbassare il pH del sangue come ad esempio le farine raffinate ed i cibi ricchi di zuccheri semplici.
Quelle patologiche, invece, possono essere causate dalle seguenti condizioni patologiche:
- Diabete mellito;
- Eccessivo consumo di alcool;
- Intossicazioni da metanolo, acido acetilsalicilico ed ingestione accidentale di etilen-glicole (liquido antigelo che si utilizza nelle automobili);
- Patologie dovute ad insufficienza renale;
- Patologie che possono causare acidosi lattica;
- Farmaci come la metformina che si utilizza nel trattamento del iperglicemia;
- Diarea e vomito profusi che possono causare una perdita eccessiva di ioni bicarbonato.
Anche in questo caso la situazione potrebbe degenerare, senza tralasciare il fatto che un pH troppo basso potrebbe essere indice di una condizione patologica interna piuttosto grave.
Quali sono i sintomi di un’alterazione del pH?
Molto spesso, in queste condizioni, non si manifesta una vera e propria sintomatologia caratteristica e spesso sia l’acidosi che l’alcalosi metabolica sono assolutamente asintomatiche.
All’inizio si potrebbe dire che i sintomi sono “positivi”, infatti il paziente presenterà le seguenti caratteristiche:
- Eccessiva sensazione di benessere;
- Convinzione di stare bene, mentalmente e fisicamente;
- Sensazione di sentirsi sempre al centro dell’attenzione;
- Aumento dell’ambiziosità dell’individuo.
Successivamente, però, questi sintomi possono avere un risvolto del tutto negativo, infatti il paziente affetto da una condizione di acidosi, dopo aver provato tutte quelle sensazioni positive, proverà i seguenti sentimenti:
- Forte senso di pessimismo;
- Sensazione di stanchezza e dolori generali;
- Insonnia;
- Irritabilità.
Quando viene prescritto questo esame?
L’esame del pH del sangue viene generalmente prescritto quando si sospetta che il paziente sia affetto da patologie che coinvolgono questo importante parametro di cui abbiamo parlato in precedenza.
Tuttavia il pH fa parte dei tanti valori che sono riportati su un semplice referto delle analisi del sangue. Questo accade perché, come abbiamo visto, uno scompenso del pH non si manifesta con evidenti sintomi, come avviene per tanti altri valori, quindi è sempre bene monitorarlo.
Quali sono i possibili fattori che possono influenzare l’esito?
Tra i fattori più comuni che possono causare un’alterazione del pH del sangue abbiamo sicuramente l’assunzione di alcuni farmaci, soprattutto i vaccini.
Inoltre anche l’alimentazione gioca un ruolo cruciale nell’alterazione del pH, infatti assumere alimenti troppo acidi o troppo alcalini si riflette su questo tipo di analisi del sangue.
Come possiamo intervenire per normalizzare tali livelli?
Tra i rimedi più diffusi per normalizzare i livelli del pH del sangue, troviamo soprattutto l’alimentazione. Infatti molti alimenti che possono essere altamente acidi o alcalini, ci aiutano a ristabilire un certo equilibrio acido-base.
Tra gli alimenti alcalini più diffusi abbiamo:
- Cavoli;
- Barbabietole;
- Broccoli;
- Spinaci (e tutte le verdure a foglia verde);
- Aglio;
- Sedano;
- Limone;
- Cetrioli;
- Uva;
- Mele;
- Avocado;
- Carote;
- Ravanelli.
Invece, tra gli alimenti particolarmente acidi troveremo sicuramente i seguenti:
- Mango;
- Crostacei;
- Cioccolato;
- Ananas;
- Yogurt;
- Avena;
- Segale;
- Pesce;
- Pistacchi;
- Noccioline;
- Farro.
Entrambe queste classi di alimenti vanno comunque assunte rispettando certi limiti, soprattutto per quanto riguarda i cibi acidificanti, in modo da non alterare questo valore.
Qual è la differenza tra il pH del sangue e il pH delle urine?
In sede di laboratorio di analisi sicuramente vi sarà capitato di sentir parlare del pH delle urine. Esso non va confuso con il pH del sangue in quanto sono due cose ben diverse, anche se collegate.
Quando bisogna indagare sullo stato di acidità o alcalinità del nostro organismo è consigliabile sottoporsi all’esame del pH delle urine in quanto esso non è altro che la conseguenza diretta del pH sanguigno. Infatti uno stato di acidità del sangue viene “filtrato” proprio dal sistema urinario.
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