Quando si parla di artrite reumatoide (conosciuta in ambito medico anche con la sigla AR) si pensa spesso ad una patologia degenerativa e che a lungo termine rende disabili e causa morte prematura. Per combattere la malattia è necessario conoscerla e saperla diagnosticare. Ovviamente per diagnosticare l’artrite reumatoide è necessario l’ausilio di un medico che vi prescriverà tutti gli esami necessari.
Il medico è fondamentale, ma è comunque molto importante riuscire ad individuare in tempo la malattia per curarsi tempestivamente. Saper riconoscere i sintomi può essere importante per chiedere il dovuto aiuto al medico. Per questo motivo nell’articolo di oggi cercheremo di aiutarvi a conoscere l’artrite reumatoide, i test per la diagnosi e le problematiche e i sintomi ad essa associate.
In questo articolo parliamo di:
Artrite reumatoide: di cosa si tratta?
L’artrite reumatoide è una malattia di tipo autoimmune che colpisce circa il 3% degli adulti. In ambito medico è conosciuta anche con il nome di poliartrite cronica. Si tratta di una particolare forma di infiammazione che interessa principalmente le articolazioni periferiche e i tessuti periarticolari.
Questa malattia si presenta soprattutto nei soggetti che hanno circa 35 o 50 anni di età e l’incidenza dell’artrite reumatoide nei pazienti di sesso femminile è di circa tre volte superiore rispetto ai soggetti di sesso maschile.
L’artrite reumatoide è una malattia cronica in cui il paziente può presentare periodi di relativo benessere che si alternano a delle fasi di riacutizzazione dei vari sintomi tipici della patologia. Se la malattia non viene seguita e curata, progredisce nel tempo e può causare una limitazione funzionale o anche una grave deformità delle articolazioni articolare o causare anchilosi (ovvero perdita progressiva dei movimenti e delle funzioni di una articolazione).
La malattia è caratterizzata dalla comparsa, spesso di tipo simmetrica, di un processo flogistico (processo infiammatorio) più o meno evidente che si associa al dolore, alla tumefazione e anche alla necrosi del tessuto delle articolazioni. Nelle fasi avanzate, l’artrite reumatoide può causare condizioni di disabilità e deformare le articolazioni colpite.
Il grave deteriorarsi delle articolazioni e per le varie patologie ad essa associate, possono ridurre notevolmente l’autonomia del paziente che ne è affetto. L’artrite reumatoide può causare anche:
- infezioni;
- sanguinamenti gastrointestinali;
- disordini linfoproliferativi;
- malattie cardiopolmonari;
- malattie renali.
L’artrite reumatoide spesso colpisce le articolazioni delle dita, delle mani, della colonna vertebrale del ginocchio e dell’anca. L’ipotesi sostenuta dalla scienza medica circa l’insorgere della malattia è quella genetica. In genere ne soffre chi è geneticamente predisposto.
C’è una causa scatenante ad oggi ancora sconosciuta, che attiva delle cellule ematiche, i linfociti e li spinge ad attuare un processo auto immune, ovvero un processo che da solo è in grado di scatenare la malattia. Non sempre i pazienti affetti da artrite reumatoide sono a conoscenza di casi nella famiglia, ma nella maggior parte dei casi la causa è genetica.
Cos’è il Reuma Test?
Il Reuma Test è uno specifico esame del sangue che viene eseguito per la diagnosi dell’artrite reumatoide. La diagnosi dell’artrite reumatoide non è sempre semplice. Spesso i sintomi sono pochi e possono essere associati ad altre patologie. È necessario però descrivere i propri sintomi al medico perché la prima fase della diagnosi si basa sulla sintomatologia evidenziata dal paziente e sui segni clinici che il medico osserva durante l’esame obiettivo.
La tumefazione e il dolore articolare, ad esempio, sono sintomi che possono essere descritti dal paziente o osservati direttamente dal medico in sede di controllo. Gli esami di laboratorio sono un fondamentale aiuto per confermare la diagnosi.
Le analisi fondamentali utilizzate in ambito medico per riconoscere l’artrite reumatoide si basano sull’aumento dei seguenti indici:
- velocità di eritrosedimentazione (comunemente conosciuta come VES)
- proteina C reattiva (o PCR)
- α-globuline
Anche altri esami come quello dell’anemia normocromica-normocitica possono essere utili alla diagnosi. L’esame del liquido sinoviale è utile alla diagnosi, se il liquido si presenta torbido potrebbe essere associato ad un processo infiammatorio. Se si riscontra anche un aumento dei globuli bianchi, con presenza del 50/75% dei neutrofili, vuol dire che il corpo si trova a combattere un’infezione.
Le variabili immunologiche associate all’artrite reumatoide sono:
- il fattore reumatoide (o RF)
- ANA (o autoanticorpi anti-nucleo)
- HLA-DR4 (o antigene di istocompatibilità)
- presenza di anticorpi anti-citrullina (o anti-CCP)
L’anti-CCP è un marker precoce della patologia è ha una specificità che raggiunge addirittura il 98%. Per la diagnosi dell’artrite reumatoide evidenzia una degradazione accentuata dell’aminoacido arginina che si trasforma in citrullina, anche quando non sono ancora evidenziabili lesioni articolari.
Nel siero dei pazienti esaminati che sono affetti da AR si trovano presenti autoanticorpi che reagiscono con le IgG e che sono definiti in ambito medico fattori reumatoidi o RF.
Secondo uno studio effettuato dall’American College of Rheumatology si rileva che oltre l’80% dei pazienti affetti da artrite reumatoide risulta positivo al fattore reumatoide circolante. Nel paragrafo seguente vi spiegheremo cosa sono i fattori reumatoidi.
Fattori reumatoidi: di cosa si tratta?
I fattori reumatoidi sono un gruppo di anticorpi che vengono prodotti dalle plasmacellule. I fattori reumatoidi si ritrovano anche in diverse malattie sono caratterizzate da anomalie del sistema immunitario come ad esempio:
- poliartrite nodosa;
- epatite;
- lupus eritematoso sistemico;
- epatopatie;
- connettiviti;
- vasculiti;
- diabete;
- altre malattie croniche.
Tali fattori, però, si ritrovano soprattutto nell’artrite reumatoide. In genere la presenza di un fattore reumatoide IgA viene associato a forme più gravi e dal decorso più rapido. Determinare i valori dell’IgA potrebbe assumere anche un valore prognostico. Già nel 1987 il valore del RF è stato inserito tra i criteri classificativi per la diagnosi di artrite reumatoide dall’American College of Rheumatology.
Altri esami diagnostici
Per diagnosticare l’artrite reumatoide è utile anche la reazione di Waaler Rose. Con questo test si possono individuare i fattori reumatoidi presenti in circolo. Nel test di Waaler Rose le emazie (globuli rossi) di pecora su cui sono adese delle IgG di coniglio, sono messe a contatto con il siero del paziente e se questo contiene degli IgM con caratteristiche di fattori reumatoidi si evidenzia una reazione di emoagglutinazione. L’emoagglutinazione è un processo biologico e chimico-fisico per il quale gli anticorpi specifici causano la formazione di agglomerati di antigene.
A differenza del test di Waaler Rose, nel Reuma test si usano particelle di lattice su cui si trovano adese Ig umane e non animali. Se nel siero del paziente c’è la presenza del fattore reumatoide si verifica un’agglutinazione tra particelle di lattice con le IgG e l’autoanticorpo delle RF. Se si verifica una agglutinazione significa che c’è un contenuto di fattore reumatoide nel campione prelevato al paziente.
Come si eseguono i test?
Per il Reuma test e il test di Waaler Rose si può ricorrere ad un normale prelievo di sangue. Non è necessaria nessuna preparazione specifica, ma si consiglia un digiuno di almeno otto ore. Visto che i prelievi si eseguono in genere al mattino presto, il paziente non dovrà avere particolari accorgimenti per il digiuno.
Nel caso si stiano prendendo farmaci come il cortisone o degli immunosoppressivi bisogna necessariamente riferirlo al medico perché potrebbero causare un’alterazione dell’esito delle analisi. Come anticipato in precedenza, se avviene l’agglutinazione significa che il risultato della diagnosi di artrite reumatoide è positivo.
I valori normali evidenziano un fattore reumatoide negativo o assente. Nel test di Waaler Rose la diagnosi è positiva se il fattore è >60%. I falsi positivi si possono riscontrare in pazienti che abbiano superato i 65 anni di età o in presenza di particolari patologie elencate nei paragrafi precedenti.
Cura e terapia dell’Artrite Reumatoide
Purtroppo ad oggi non esiste una cura farmacologica adatta a tutti i pazienti e definitivamente risolutiva. L’utilizzo di alcuni farmaci specifici associati a delle strategie terapeutiche non farmacologiche, come ad esempio la fisioterapia, possono aiutare il paziente a controllare la sintomatologia ed alleggerire il dolore articolare causato dalla malattia.
Nei casi gravi, la chirurgia può essere presa in considerazione come l’ultima opzione possibile.La chirurgia potrebbe essere un tentativo disperato per correggere il danno alle articolazioni. Per alcuni pazienti con artrite reumatoide è necessario l’impianto di una protesi articolare.
L’obiettivo della cura dell’artrite reumatoide è rappresentato non solo dal controllo dei sintomi, ma anche soprattutto dalla riduzione del dolore e dal rallentamento della progressione della patologia per evitare o ritardare il danno alle articolazioni.
All’inizio della malattia (solo in attesa della diagnosi certa e definitiva) si possono assumere semplici FANS (sigla per farmaci anti-infiammatori non steroidei) o farmaci corticosteroidi che aiutano a controllare il dolore e a ridurre l’infiammazione dei tessuti.
I FANS sono consigliati solo per un periodo di tempo limitato perchè potrebbero provocare assuefazione e causare effetti collaterali di vario tipo come:
- mal di stomaco;
- ulcere;
- sangue nelle feci;
- nefropatie;
- ipersensibilità.
Una volta confermata la diagnosi il paziente deve inizare ad assumere farmaci specifici, conosciuti come antireumatici, che possono essere prescritti solo dal medico. Questi farmaci sono in grado di agire sui meccanismi della patologia.
I principi attivi più comunemente impiegati nella terapia contro l’artrite reumatoide sono:
- Ibuprofene;
- Acido acetilsalicilico;
- Diclofenac;
- Paracetamolo;
- Naproxene;
- Corticosteroidi;
- Prednisone;
- Penicillamina;
- Adalimumab;
- Antiartritici ed immunomodulatori;
- Metotrexato;
- Immunomodulatori.
Ovviamente ogni dose va strettamente consigliata da un medico a seconda della gravità della patologia, delle esigenze del paziente e dell’andamento della terapia. Per le dosi di mantenimento solo ed unicamente il medico potrà dirvi quali farmaci e in quali dosi assumere.
La terapia non va mai interrotta per nessuna ragione perché potrebbe avere effetti molto negativi sul decorso della malattia e sulla salute del paziente. La terapia va sempre seguita da un medico e sempre concordata con il medico.
Visto che non esiste una cura farmacologica standardizzata e adatta a tutti i pazienti, la terapia va associata ad ogni singolo paziente. Ogni individuo affetto da artrite reumatoide ha un diverso decorso della malattia e quindi una diversa posologia.
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