La transferrina desialata o transferrina carboidrato carente (conosciuta in ambito medico anche con il nome CDT, dall’inglese Carbohydrate-Deficient Transferrin) viene valutata tramite uno specifico esame di laboratorio ed il parametro più affidabile per una valutazione di abuso di alcol.
Questo tipo di sostanza è utile per individuare problematiche relative all’alcolismo e all’abuso di alcol.
Nell’articolo di oggi vi parleremo di come si possono rilevare i valori della transferrina desialata e di cosa accade quando i suoi valori sono anomali. Come sempre vi ricordiamo di evitare il fai da te e di affidarvi alle cure mediche in caso di problemi che possano influenzare i valori di questo esame.
In questo articolo parliamo di:
Transferrina desialata: di cosa si tratta?
La transferrina è una glicoproteina che è formata da una catena polipeptidica composta di 679 aminoacidi. Contiene due identiche catene di carboidrati che terminano con ramificazioni, alle estremità delle stesse si trova l’acido sialico. La tipologia più presente nel plasma conta 4 residui di acido sialico.
Quando si riscontra una diminuzione dei residui dell’acido sialico significa che è presente una diversa migrazione elettroforetica. Il siero degli alcolisti ha un andamento caratteristico che presenta un picco catodico più piccolo rispetto al picco principale normale della transferrina, questo fenomeno è dovuto alla presenza della transferrina desializzata.
La scienza medica conosce diverse isoforme della transferrina. Le più utilizzate sono, ad esempio, le isoforme disialo, monosialo e anche asialotransferrina, che sono anche conosciute col nome di transferrina desialata o di transferrina carboidrato carente.
Questo tipo di sostanze sono presenti nel siero di quei pazienti che hanno l’abitudine di consumare regolarmente alcolici in grandi quantità che superano i 50-80 g per die per un periodo di tempo di 2 o più settimane.
Le concentrazioni di queste sostanze si normalizzano solo dopo un periodo di tempo che va dalle 2 alle 4 settimane di astinenza da alcol. Con ogni probabilità l’alterazione della glicosilazione è causata dalla tossicità dell’acetaldeide che si riscontra nella malattia alcolica.
L’abuso di alcolici comporta seri effetti clinici e ripercussioni sul mondo sociale. Per questo motivo si sono potenziati gli esami per studiare questo tipo di problematica. Dalle semplici indagini generiche sulla salute del fegato i medici hanno iniziato ad utilizzare markers tossicologici più precisi.
La transferrina desialata, ad esempio, è un marker sensibile e molto specifico per diagnosticare l’assunzione cronica di alcool.
In un individuo sano che non abusa di alcol la transferrina dovrebbe prevalere sulle altre forme tetra-sialo. Se si consumano dosi eccessive di alcol in un periodo prolungato si verifica un amento delle forme a-sialo, mono-sialo e di-sialo.
Come si svolge l’esame?
L’esame si svolge con un semplice prelievo di sangue. É necessario che il paziente sia a digiuno da almeno 8 ore prima di effettuare il prelievo.
I valori di riferimento sono:
- inferiori a 2.5% sia nelle donne che negli uomini. Mediamente si registra un valore compreso tra 0.0 e 1.6%.
Con il metodo di analisi HPLC si possono evitare risultati falsi positivi, quindi il test è molto accurato.
Per effetuare l’esame su pazienti minori in assenza dei genitori è necessaria la delega del genitore e una fotocopia del un documento d’identità dello stesso.
La transferrina desialata è fondamentale per individuare una eventuale dipendenza cronica da alcol del paziente e per capire se il fisico dei pazienti in disintossicazione stia guarendo e se stiano seguendo correttamente la terapia.
In genere per una definitiva diagnosi di abuso di alcol si ricorre anche ad un test specifico tramite questionario conosciuto come l’AUDIT (dall’inglese Alcohol Use Disorders Identification Test). Non sempre chi risponde decide di dire la verità, per questo tali esami servono per valutare la situazione organica del paziente.
Ricordiamo che i vecchi metodi di analisi non sono più affidabili perché valutare la sola alcolemia potrebbe individuare un consumo di alcool nelle sole ore precedenti e magari essere occasionale e non è un parametro valido per la diagnosi di alcolismo.
Se i valori superano i 50, gli 80 o anche i 150 mL ed oltre e non si vedono i sintomi dell’ubriachezza potrebbe significare che la tolleranza agli alcolici del paziente sia aumentata a causa del consumo abituale. L’esame per la trasferrina desialata ha un costo che si aggira dai 30 ai 40 euro circa a seconda dello studio di riferimento.
Altri marker da dosare
I marker della funzionalità epatica sono utili per individuare i pazienti a rischio perché il fegato è l’organo principale impegnato nella metabolizzazione dell’etanolo.
Un’analisi del sangue molto importante e specifica è la GGT che valuta le Gamma-Glutamil-Transpeptidasi. Nella maggior parte dei casi se i valori sono alti si tratta di alcolismo, in altri casi anche di una disfunzione epatica o biliare. L’esame GGT non è il più affidabile perché potrebbe non individuare con certezza la malattia alcolica. Per questo ad oggi l’esame della transferrina desialata è il più attendibile.
Il valore sierico del GGT tende a scendere nella prima settimana di sospensione, per questo potrebbe non essere sempre un indicatore valido per la diagnosi certa di alcolismo. In genere si addirittura normalizza nell’arco di quindici giorni. In un alcolista in genere aumentano anche i valori di AST e ALT e comunemente i rapporti sono superiori di a 2:1.
Anche il volume globulare medio, o MCV, potrebbe essere utile alla diagnosi. Il parametro evidenzia le dimensioni medie dei globuli rossi che in quasi il 90% degli alcolisti sono maggiori rispetto alla media. I valori dell’MCV si normalizzano attorno alla prima settimana di astinenza e tornano perfettamente normali nel giro di qualche mese.
Anche l’EtG (l’etilglucuronide) è un marcatore utile per individuare l’assunzione abituale ed eccessiva di alcool e si ritrova nelle urine anche dopo 60 ore, ma nel sangue scompare dopo 14 ore. Nell’alcolista abituale tendono anche a diminuire i livelli di folati nel sangue.
L’alcolismo: un pericolo per la salute
L’abuso di alcol è uno dei fenomeni sociali di più difficile gestione e anche a livello clinico presenta evidenti difficoltà. Un’intossicazione acuta di alcool o un abuso cronico hanno terapie e percorsi clinici diversi, anche per questo motivo gli specialisti si trovano spesso a superare evidenti difficoltà con i loro pazienti.
Per differenziare le casistiche si mettono in campo indagini precise non solo cliniche perché l’assorbimento dell’alcol è estremamente rapido e in meno di 2 o 6 ore si potrebbero perdere le prove. Per questo la scienza medica studia e fa continua ricerca per scoprire nuovi marcatori sempre più precisi e sensibili.
L’alcol si elimina attraverso il fegato, i reni, i polmoni e in modeste quantità anche attraverso la saliva e i liquidi organici. Se l’intossicazione è grave il medico dovrà affrontare seri problemi per recuperare gli organi del paziente. Organi vitali come il fegato, il pancreas e il sistema nervoso vengono spesso compromessi, in alcuni casi anche irreparabilmente.
È fondamentale seguire una terapia per limitare i danni e cercare di recuperare il più possibile lo stato di salute ottimale. Anche la terapia psicologica è fondamentale per aiutare il paziente a riprendersi la propria vita e a diminuire il rischio di ricadute. Non bisogna mai trascurare situazioni del genere perché non intervenire tempestivamente potrebbe condannare il paziente ad un destino triste di abuso per tutta la vita o anche al decesso nei casi più seri e gravi.
In alcuni casi si individua un paziente che abusa di alcol individuando sintomi tipici come:
- manifestarsi di una crisi di astinenza;
- forte e incontrollato desiderio e bisogno di bere;
- perdita di controllo;
- malessere;
- rabbia.
Alcuni pazienti diventano incontrollabili e manifestano un evidente bisogno di bere: anche questi sintomi sono un forte campanello d’allarme.
Tranferrina desialata: come tornare ai valori normali?
L’unico modo per riportare i valori a livello normale è smettere di bere. La salute ne trarrebbe evidente beneficio. Il paziente deve poter contare sul supporto, non solo dello staff medico, ma anche degli amici e della famiglia. Talvolta anche il supporto potrebbe essere insufficiente e il paziente potrebbe aver bisogno di assumere medicinali per gestire i sintomi dell’astinenza.
Alcuni farmaci scoraggiano il consumo di alcol perché il consumo combinato causa effetti collaterali molto fastidiosi al paziente, come ad esempio malessere generale, nausea e vampate di calore. Questi farmaci possono aiutare il paziente a capire la situazione e ad iniziare il recupero.
In alcuni casi sono necessari anche farmaci che possono regolare la pressione sanguigna. L’alcol causa ipertensione se consumato in quantità eccessive e a causa della pressione alta il cuore può subire importanti danni.
Per combattere i problemi che si associano all’alcolismo, i pazienti sono spesso sottoposti anche a delle terapie di gruppo. Il gruppo Alcolisti Anonimi, ad esempio, è uno dei più famosi e importanti gruppi che combattono per raggiungere la guarigione e per aiutare gli alcolisti.
Ci sono anche casi in cui i pazienti riescono a smettere di bere con la semplice forza di volontà e sono i casi in cui le ricadute si verificano in numero minore. Quando il paziente è certo di voler smettere di bere avrà una marcia in più per combattere la tentazione di bere di nuovo. In genere chi ha abusato di alcol nella vita, smette totalmente di bere e si allontana per il resto della vita dall’alcool.
Anche un consumo occasionale potrebbe esporre il paziente ad un altissimo rischio di ricadute ed è quindi fondamentale, se si conosce la condizione, supportare sempre la persona ed evitare di offrirgli da bere. Non bisogna mai sottovalutare queste problematiche. Per seguire una terapia specifica contro l’abuso di alcol è assolutamente necessario rivolgersi ad uno staff medico, il fai da te quasi mai è la via migliore per combattere le dipendenze.
Se si desidera smettere di abusare degli alcolici è fondamentale mettere da parte la vergogna e cercare aiuto. Il vostro medico e la vostra famiglia sono gli aiuti più importanti per smettere di bere. Se preferite iniziare il percorso rimanendo anonimi il Ministero della Sanità mette a disposizione dei pazienti anche un numero verde di supporto, ricordate però che la terapia è sempre necessaria.
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