Che cos’è l’uremia? È una patologia grave? Oppure si tratta di qualcosa che può essere curato senza problemi e che non deve essere fonte di preoccupazioni? Perché questa patologia potrebbe interessare tutti coloro i quali hanno problemi ai reni? È correlata all’insufficienza renale?
Nella guida di oggi cercheremo di approfondire il significato del valore di uremia analizzando, nello specifico, tutte le possibili cause, i sintomi, le possibili evoluzioni, le possibili conseguenze, le cure (se disponibili) e i rimedi efficaci.
Passiamo subito a chiarire cosa si intende quando si parla di uremia nel paragrafo successivo.
In questo articolo parliamo di:
Che cos’è l’uremia?
L’uremia è una patologia che in genere colpisce chi ha già sofferto o soffre di stati avanzati e gravi di insufficienza renale.
Quando i reni infatti, a causa dell’insufficienza, non sono più in grado di eliminare con efficacia le sostanze tossiche e di scarto (pensiamo alla creatinina, fosfati, sostanze acide e appunto urea), il sangue viene colpito da alterazioni chimiche di entità importante, che possono colpire anche altri liquidi organici al di fuori del plasma.
L’alterazione chimica del sangue si manifesta poi con un novero complesso di sintomi e di peggioramenti per lo stato di salute del soggetto che viene colpito da uremia, che avremo modo di analizzare nello specifico più avanti.
Sulle cause, che avremo pur modo di analizzare in dettaglio, esiste una vecchia teoria, che collega la sintomatologia tipica dell’uremia all’intossicazione sistemica che sarebbe dovuta all’aumento consistente dei livelli di urea in circolo, che nell’ambito una reazione catalizzata dagli enzimi, viene poi convertita in carbonato di ammonio.
In realtà, si è recentemente scoperto che l’urea, pur avendo una reazione neurotossica, non può essere ritenuta l’unica responsabile delle reazioni a livello fisiologico causate dall’uremia.
A contribuire alla comparsa della patologia ci sono anche altri tipi di fattori, che sono tutti però innescati, questo il vero fattore comune, dall’insufficienza renale e dunque dall’assenza di azione di filtro da parte di questi organi.
Ad essere compromessi in questa circostanza non è infatti soltanto l’attività di filtro e l’escrezione dei cataboliti, ma l’attività di equilibrio idro-elettrolitico, nonché il regolamento della pressione arteriosa. Sono coinvolti, inoltre, nel funzionamento dei reni, i meccanismi che portano alla produzione dei globuli rossi, nonché l’importantissimo metabolismo fosfo-calcico.
Quali sono le cause dell’uremia?
Come abbiamo visto in precedenza, l’uremia è direttamente collegata con la presenza di un’insufficienza renale di tipo grave o terminale. Per questo motivo possono essere ritenute come responsabili dello stato in questione tutte quelle patologie che hanno, tra gli effetti, una compromissione della funzionalità renale.
Come avviene la diagnosi?
La diagnosi avviene attraverso una ricognizione del livello di attività della funzionalità renale. Si procede con il dosaggio della creatinina a livello plasmatico (con i valori di riferimento che non dovrebbero mai essere al di sopra di 1,1 mg/dL), nonché con il rilievo della clearance della creatina, nonché l’analisi della velocità di filtrazione glomerulare.
Quando questa scende sotto i 15 mL al minuto, si può parlare di insufficienza renale e dunque del rischio di uremia.
Quali sono i sintomi dell’uremia?
Sono diversi i sintomi tipici che possono essere ricondotti alla presenza di uremia nel paziente.
Abbiamo infatti:
- astenia: si avverte un maggiore livello di energia, che può portare a sintomi fisici importanti (abbassamento della funzionalità del sistema immunitario, disturbi metabolici), nonché sintomi di carattere più precipuamente psicologico, come ad esempio la depressione;
- il dimagrimento: assolutamente ingiustificato, in quanto il paziente non sta seguendo una dieta ipocalorica e dunque non ha un deficit calorico tale da giustificare la perdita di peso che si fa registrare durante il periodo che immediatamente segue l’innescamento dell’uremia;
- pallore, che può essere dovuto all’anemia (come abbiamo visto i reni sono coinvolti nella produzione dei globuli rossi), nonché all’accumulo di tossine che i reni non riescono più a smaltire con efficacia;
- alito maleodorante: l’alito è colpito da quello che in gergo viene chiamato feto uremicus, ovvero l’odore di pipì, che è dovuto alla presenza di urea in eccesso;
- brina uremica: è una sorta di polvere che è formata dai cristalli di urea, che si presenta in genere su gote, naso, palpebre e anche petto. Il segno è quasi scomparso però da quando si è iniziato a trattare l’insufficienza renale cronica con l’emodialisi;
- diverse alterazioni neurologiche, che possono colpire con intensità maggiore o minore a seconda della predisposizione del soggetto.
Ci sono altri tipi di sintomi che si presentano in concomitanza con quelli appena descritti:
- iperpotassemia: ovvero alte dosi nel plasma di potassio; può portare sia all’astenia, sia a danni di tipo cardiaco;
- ipocalcemia: riduzione delle quantità di calcio disponibili, che possono comportare danni alle ossa nonché fratture di carattere patologico;
- ritenzione idrica con connesso edema periferico;
- tamponamento cardiaco.
Quali esami diagnostici sono utili per diagnosticare l’uremia? Esiste una cura efficace? Voltiamo pagina per approfondire l’argomento.
I test per individuare l’uremia
Un’analisi per quanto possibile attenta sarà in grado di individuare la natura dell’uremia, ovvero se cronica o invece acuta.
Tipicamente si procede con diversi tipi di test al fine di individuare la presenza o meno della problematica:
- analisi del sangue: vengono valutati la presenza e i valori di creatinina, urea, potassio, fosfato, calcio e sodio;
- analisi delle urine: si procede tipicamente con un test di raccolta urine sulle 24 ore. Viene analizzata la clearance della creatinina, il test è da ritenersi però meno accurato. Si può procedere anche con l’analisi al microscopio per la presenza di proteine, ossalati, tracce di sangue e stati anomali del pH;
- si può procedere anche con test dei radioisotopi, il test più accurato, anche se con durata e costi proibitivi.
Esiste una cura per l’uremia?
Tipicamente per liberasi dall’uremia è necessario ripristinare una buona funzionalità dei reni. Valgono, dunque, tutte le terapie atte a superare lo stato di insufficienza renale.
La medicina consiglia anche di aiutarsi con la dieta, riducendo in modo sostanziale la quantità di proteine che vengono assunte tramite la dieta.
In molti casi si rende necessaria l’emodialisi, con un trattamento di depurazione del sangue periodico, soprattutto per i pazienti in attesa di intervento chirurgico.
L’intervento chirurgico tipico è quello di trapianto, quando la funzionalità del rene sia completamente compromessa e non più recuperabile.
La dialisi è un procedimento da ritenere di assoluta emergenza, in quanto i potenti effetti collaterali la rendono non adatta per una terapia di lungo periodo.
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