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La ricerca del sangue occulto nelle feci è un esame che si esegue per valutare la presenza o meno di un sanguinamento a livello dell’apparato gastrointestinale. Gli organi che solitamente sono coinvolti sono lo stomaco e l’intestino.
In condizioni normali, in seguito ai processi digestivi è possibile che le pareti di questi organi perdano delle piccole quantità di sangue che però non sono rilevanti a fini diagnostici.
Il problema si pone nel momento in cui il sanguinamento è cospicuo tale da rendere positivo l’esame del sangue occulto nelle feci e ciò può accadere per varie cause: polipi intestinali sanguinanti, ragadi anali interne, emorroidi, tumori al colon e al retto, ulcere gastriche e duodenali, diverticolite.
A differenza del sangue vivo nelle feci che non necessita di analisi al microscopio per essere identificato, quello occulto necessita del prelievo e dell’analisi in laboratorio in quanto è difficile poterlo vedere ad occhio nudo.
Quali sono le possibili cause della comparsa dei sangue occulto nelle feci?
L’esito positivo dell’analisi del sangue occulto fecale può essere dovuto sia a cause di natura benigna che maligna e dunque cancerosa.
I tumori benigni possono essere dei piccoli polipi intestinali, cioè delle piccole protuberanze che possono rompersi e sanguinare spontaneamente. Il sangue che si libera, in genere, non è visibile ad occhio nudo ma sarà l’esame microscopico a confermarci la sua presenza o meno.
Questa condizione è assai diffusa dopo i 50 anni d’età ed il polipo va tenuto sotto controllo in quanto è possibile una sua mutazione da benigno a maligno costituendo un’unità cancerosa che facilmente può dare origine a metastasi tumorali.
Invece, le manifestazioni di natura cancerogena riguardano i tumori al colon-retto che hanno un’incidenza molto elevata nella popolazione.
In questa patologia, prima che i sintomi iniziano a manifestarsi, la ricerca del sangue occulto nelle feci rappresenta il vero esame di prevenzione che abbiamo a disposizione per una diagnosi precoce.
Per tale motivo, coloro che soffrono di poliposi intestinale dovrebbero sottoporsi a questo esame almeno una volta all’anno.
Altre cause sono:
- emorroidi che originano da vasi sanguigni in prossimità dell’ano o del retto inferiore che possono infiammarsi e rompersi causando sanguinamento;
- ragadi anali, ovvero piccole spaccature o crepe che si formano nel rivestimento dell’apertura anale e che possono sanguinare al passaggio della materia fecale oltre che arrecare dolore;
- infezioni intestinali che possono causare infiammazioni e lacerazioni all’intestino;
- ulcere gastro-duodenali molto spesso conseguenti all’utilizzo cronico di farmaci anticoagulanti a base di acido acetilsalicilico;
- rettocolite ulcerosa, una malattia infiammatoria a carattere cronico che coinvolge la mucosa del retto;
- Morbo di Crohn, una malattia cronica dell’intestino che provoca una serie innumerevole di sintomi come dolore addominale, diarrea, vomito e sangue nelle feci;
- malattia diverticolare che è causata dalla formazione di piccoli ripiegamenti della parete del colon;
- anomalie congenite nella forma e nell’anatomia dei vasi sanguigni dell’intestino crasso.
Nel caso specifico del sanguinamento gastrointestinale si distinguono due casistiche differenti: quella in cui le tracce di sangue sono invisibili e che quindi necessitano di un esame microscopico per essere rivelate e i casi in cui la presenza di sangue è chiaramente visibile come una sostanza catramosa di colore nero. In quest’ultimo caso si parla di melena.
Quali sono i sintomi?
I sintomi che si accompagnano al sanguinamento occulto dipendono sostanzialmente dalle cause che ne determinano la formazione.
Molte forme di poliposi sono totalmente asintomatiche ma il paziente che sa di soffrire di questo disturbo sarà tentato a controllarsi abbastanza frequentemente e, nel caso si ritrovi un esito positivo dell’esame, il medico saprà a cosa attribuire la causa.
Anche molte forme tumorali non hanno veri e propri sintomi caratteristici ma segni come appunto il sangue occulto nelle feci. Le emorroidi e le ragadi danno rispettivamente sanguinamento e dolore, mentre il morbo di Crohn e la diverticolite hanno sintomi caratteristici di questa patologia.
Come si esegue il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci?
Per eseguire correttamente l’esame è richiesto il prelievo di tre campioni di feci, perché molto spesso il sanguinamento causato da polipi o piccole ulcere è intermittente. Per questo motivo, infatti, la raccolta deve essere dilazionata in più giorni ed il contenitore conservato al fresco anche in frigo ben chiuso.
In farmacia è possibile acquistare il kit per l’esame ed il prelievo effettuato a casa oppure, nel caso di difficoltà, il medico potrà aiutarvi ad eseguire il prelievo direttamente nelle vostre mura domestiche.
Tutti i campioni di feci devono essere raccolti in contenitori sterili, puliti e ben chiusi che vanno portati al laboratorio di analisi di fiducia per essere analizzati sia con tecniche microscopiche che chimiche. Anche le mani vanno lavate ed è consigliato munirsi di guanti durante il processo di raccolta.
I risultati di test del sangue occulto nelle feci è fortemente influenzato da come avviene la preparazione del campione: per questo è fortemente consigliato seguire le istruzioni precedentemente fornite.
Alcuni alimenti possono facilmente alterare il risultato del test. A tale scopo è raccomandato astenersi dal consumo dei seguenti alimenti prima per 48-72 ore prima di sottoporsi al test. Gli alimenti in questione sono i seguenti: barbabietole, broccoli, melone cantalupo, carote, anguria, pompelmo, rape, rafano, ravanelli, funghi, pesce, pollame, carne rossa e alimenti arricchiti di vitamina C.
Inoltre, il medico vi consiglierà sicuramente di sospendere tutti i farmaci che state assumendo per almeno 48 ore prima del test.
Quante volte è consigliato eseguire il test?
La ricerca del sangue occulto nelle feci è un esame importantissimo per la diagnosi precoce del cancro al colon-retto ed è consigliato sottoporsi a questo esame una volta all’anno a partire dai 50 anni d’età.
Molto spesso a questo esame viene associata una sigmoidoscopia flessibile (ogni 5 anni) per verificare la presenza di polipi a livello del colon e per esplorare la zona.
La sigmoidoscopia è una tecnica minimamente invasiva che consente l’ispezione del sigma e del retto grazie all’introduzione, nell’orifizio anale, di una sonda con l’estremità illuminata.
Quando si considera positivo il test della ricerca del sangue nelle feci?
Il test risulta positivo quando, dall’analisi microscopica o immunochimica, si rivela la presenza di tracce di sangue nelle feci che in condizioni normali dovrebbero essere assenti.
A questo punto sarà compito del medico approfondire gli esami magari consigliandovi di eseguire una colonscopia oppure una sigmoidoscopia. Se il risultato è negativo vuol dire che semplicemente non è presente sangue nei campioni raccolti.
Tuttavia, esistono casi in cui è possibile che l’esame dia un falso positivo come nei casi di gengive sanguinanti o gengivite, assunzione di integratori alimentari a base di vitamina C oppure in seguito a contaminazione con sangue mestruale nelle donne che si sottopongono all’esame in questo determinato periodo.
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