La presenza di batteri nelle urine (che in gergo medico si definisce batteriuria) è una condizione medica che spesso si mostra come completamente asintomatica e della quale finiamo per venire a conoscenza soltanto successivamente ad analisi approfondite delle nostre urine.
Si tratta di una problematica piuttosto frequente e che colpisce, dati statistici alla mano:
- circa il 2% delle bambine in età pre-scolastica;
- fino al 10% delle donne in gravidanza, che si tratti dell’inizio della gestazione oppure del periodo intermedio o finale;
- fino al 40% delle donne tra i 65 e gli 80 anni di età;
- fino al 15% degli uomini tra i 65 e gli 80 anni di età.
Si tratta dunque di una condizione che può colpire con maggiore frequenza per le donne in età prepuberale e successivamente, ancora una volta, le donne in stato interessante o avanti con l’età.
Anche gli uomini possono esserne colpiti, anche se le statistiche evidenziano come si tratti di una problematica particolarmente femminile, che è dovuta principalmente alla particolare anatomia genitale femminile.
I batteri nelle urine rappresentano causa principale delle infezioni alle vie urinarie (IVU) che se non curate prontamente possono degenerare in problematiche molto più gravi come la cistite e la pielonefrite.
In questo articolo parliamo di:
- Quali test sono necessari per individuare i batteri nelle urine?
- Quando il test è estremamente importante: la gravidanza
- La presenza di batteri nelle urine non è sempre indice di infezione alle vie urinarie
- Gli altri casi in cui la presenza di batteri nelle urine deve interessare il medico
- Non sempre gli antibiotici sono la cura giusta
- I sintomi possono essere assenti
- I soggetti non a rischio possono evitare di preoccuparsi
- Quali batteri si trovano in genere nelle urine?
- Attenzione ai falsi positivi
Quali test sono necessari per individuare i batteri nelle urine?
I batteri nelle urine possono essere individuati sia con i normali test che si svolgono anche ad immersione con delle strisce che sono in grado di rilevare la presenza di nitriti nelle urine che sono prodotti dai batteri. In alternativa, si può sfruttare anche l’analisi di microscopio che è in grado sicuramente di fornire un dato più affidabile.
Dopo aver però anche soltanto sospettato la presenza di questi batteri all’interno della nostra urina, è in genere necessario procedere con urinocoltura, una procedura diagnostica in grado non solo di certificare la presenza di batteri, ma anche di individuarne la specie e il tipo.
Si parla in genere di presenza significativa di batteri nelle urine superati i valori delle 100.000 colonie per millilitro di urina.
Oltre alla presenza conclamata di questi microrganismi, nelle urine si registra l’alterazione di altri parametri come leucociti, esterasi leucocitaria positiva che aiuta a distinguere una semplice presenza di batteri nelle urine da un infezione alle vie urinarie (ivu).
Cerchiamo ora di capire meglio l’importanza di questa valutazione quando si parla di diagnosi di infezioni urinarie.
Quando il test è estremamente importante: la gravidanza
Il test per la presenza di batteri nelle urine è di fondamentale importanza soprattutto durante la gravidanza. La presenza di questi microrganismi è infatti spessissimo asintomatica e necessità di screening ripetuti durante tutto il periodo della gestazione.
Le infezioni che possono interessare infatti l’apparato uro-genitale sono particolarmente importanti per tutte le donne che stanno affrontando una gestazione: le linee guida di tutti gli enti preposti alla tutela della salute invitano i medici a somministrare tempestive cure a base di antibiotici, al fine di ridurre la possibilità di infezioni del tratto urinario e altri tipi di patologie che possono causare parti prematuri e nascita di bambini sottopeso.
La presenza di batteri nelle urine non è sempre indice di infezione alle vie urinarie
Un’infezione urinaria si caratterizza per la presenza di colonie batteriche che crescono e proliferano all’interno di uretra, vescica, ureteri e reni.
Questo requisito è tipico dei batteri patogeni che sono in grado di produrre molecole adesive capaci di aderire alle superfici dell’apparato urinario e dare origine all’infezione.
Se si ritrovano colonie batteriche nelle urine vuol dire che essi non sono in grado di aderire alle superfici e quindi vengono espulse con le urine.
Per questo motivo la loro presenza nella pipì non può essere considerato un segnale della presenza di un’infezione.
Gli altri casi in cui la presenza di batteri nelle urine deve interessare il medico
Allo stesso modo, risultati dei test che evidenzino la presenza di batteri nelle urine sono di estremo interesse nel caso in cui il paziente:
- soffra di diabete, soprattutto durante la terza età;
- utilizzi un catetere;
- abbia fatto registrare lesioni spinali;
- abbia ricevuto un trampianto di reni;
- soffra di calcoli renali.
Si tratta di casi piuttosto specifici, al di fuori dei quali, come avremo modo di vedere tra poco, tendenzialmente la presenza di batteri nelle urine è di scarsa, se non nulla, preoccupazione.
Non sempre gli antibiotici sono la cura giusta
Viviamo in un periodo storico che è appena uscito, si spera, dal picco di utilizzo di farmaci antibiotici, anche quando non vi erano ragioni di tipo medico per somministrare questa categoria di medicinali.
Lo stesso discorso, ovvero di prudenza nella somministrazione di antibiotici vale anche nel caso della presenza di batteri nelle urine, al di fuori dei casi specifici che sono stati elencati poco sopra.
In tutti gli altri casi infatti un po’ di riposo e un adeguato livello di idratazione e talvolta l’utilizzo di tisane di tipo diuretico, possono aiutare a ridurre la portata batterica dell’urina, senza che sia necessario ricorrere appunto agli antibiotici.
Quando invece è necessario usare gli antibiotici: la terapia
Nel caso in cui invece si appartenesse ad una delle categorie sopra indicate, sarà necessario seguire la terapia antibiotica prescritta dal medico. In genere si procede con antibiotici appartenenti alle classe dei chinolonici (Ciproxin® e Levoxacin® sono quelli più utilizzati).
Seguire la terapia fino al termine indicato dal medico è di fondamentale importanza: in caso contrario il rischio sarebbe quello di creare resistenza antibiotica e rendere estremamente più difficile in futuro curare la stessa problematica.
Quali sono i sintomi della presenza di batteri nelle urine? chi sono i soggetti più a rischio?
I sintomi possono essere assenti
Quello che più deve interessare chi teme di trovarsi in questa specifica condizione medica è il fatto che spessissimo la batteriuria è completamente asintomatica e non ha dunque nessun sintomo che possa aiutare a far anche solamente pensare che possa esserci la presenza di alcuni batteri nelle urine.
Per questo motivo le categorie che potremmo definire a rischio dovrebbero preoccuparsi di far monitorare le loro urine con cadenza regolare, per scongiurare l’ipotesi di cure inefficaci a causa della diagnosi tardiva della problematica.
I soggetti non a rischio possono evitare di preoccuparsi
Sebbene sia comunque necessario consultarsi a questo scopo, possiamo anticiparvi il fatto che, nel caso di non appartenenza alle categorie a rischio sopracitate, non ci sono motivi per preoccuparsi e che non è assolutamente necessario seguire alcuna terapia per ridurre la carica batterica delle nostre urine.
Questa informazione sia anche invito ad evitare le cure fai da te, soprattutto se a base di antibiotici. Alla categoria infatti appartengono medicinali dall’azione estremamente eterogenea e che non possono essere utilizzati l’uno in vece dell’altro.
Ad ogni categoria di antibiotici corrisponde un determinato ceppo di batteri ed è soltanto il medico ad essere in grado, aiutato dagli appropriati strumenti diagnostici, a poter individuare la corretta terapia per il vostro problema specifico.
Quali batteri si trovano in genere nelle urine?
Tendenzialmente quando i test delle urine fanno registrare colonie batteriche in concentrazione più elevata rispetto al normale, il tutto è riconducibile ad un singolo ceppo batterico. Tra i più comuni troviamo:
- Proteus;
- Klebsiella;
- Enterococcus faecalis;
- Escherichia coli;
- Citrobacter;
- Pseudomonoas.
È piuttosto raro registrare la concomitanza di diversi ceppi di batteri, anche se comunque non impossibile.
Attenzione ai falsi positivi
A volte il medico, quando avrà il ragionevole dubbio che la presenza di colonie batteriche possa essere frutto di contaminazioni esterne al canale urinario, può chiedere di ripetere l’esame.
Si può trattare in questi casi specifici di scarsa igiene delle mani che potrebbero essere venute a contatto con il campione o anche di scarsa igiene della parte esterna dei genitali dove l’urina si trova a scorrere.
Condividi su: