Nonostante si tratti di un batterio che tipicamente abita il colon, l’Escherichia coli può essere trovato anche nelle urine, in condizioni particolari e piuttosto frequenti, dato che il batterio in questione è responsabile, statistiche alla mano, di circa l’85% delle infezioni alle vie urinarie (IVU).
Si tratta dunque di un’eventualità, quella dell’Escherichia coli nelle urine, che non deve assolutamente sconvolgere, dato che stiamo parlando di quella che è la più comune causa delle infezioni a carico dell’uretra e dei tratti urinari superiori.
Si tratta di un’infezione che comunque, per quanto comune, deve essere assolutamente trattata con tempismo e con la terapia giusta (utilizzando un antibiotico per cistite a cui il batterio è sensibile), per evitare evoluzioni sicuramente poco piacevoli e comunque in generale preoccupanti.
In questo articolo parliamo di:
Che cos’è l’Escherichia coli?
L’Escherichia coli è un batterio che vive nel nostro intestino e in quello di un gran numero di specie di mammiferi.
Vive appunto normalmente nell’intestino anche se, come nel caso di cui ci occupiamo oggi, può trovarsi, in particolari condizioni, in altre aree del corpo.
L’Escherichia coli svolge un ruolo fondamentale per la corretta digestione del cibo e vive in uno stato di simbiosi con l’essere umano.
Nonostante dunque la sua presenza sia più che desiderabile, in alcuni casi l’E. coli può essere responsabile della presenza di malattie nell’uomo.
Alcuni ceppi specifici infatti possono essere responsabili non solo di problemi a livello intestinale, ma anche di patologie come meningite, peritonite, polmonite e anche setticemia, nonché del caso specifico di cui ci occupiamo oggi, ovvero della presenza di questo batterio nelle urine e dunque come infezione del tratto urinario (IVU) e cistite.
Quando l’Escherichia coli causa infezioni urinarie
Non è dunque raro riscontrare proprio l’Escherichia coli quando ci sottoponiamo alle analisi delle urine, in genere dopo urinocoltura, una tecnica diagnostica che viene in genere richiesta quando ci sia il sospetto di un’infezione delle vie urinarie.
Le principali cause di infezione urinaria da parte di questo batterio è da mettere in relazione con la contaminazione da parte delle feci dell’uretra sia maschile che femminile.
Anche la contaminazione durante i rapporti sessuali può essere responsabile del ritrovamento successivo dell’Escherichia coli nelle urine e pertanto si consiglia sempre di utilizzare un metodo contraccettivo barriera per evitare infezioni di questo tipo.
I ceppi di Escherichia coli non sono tutti uguali e non tutto sono in grado di causare infezioni urinarie.
Quelli che hanno questa peculiarità vengono appunto definiti “uropatogeni” in quanto sono dotati di alcune particolari strutture (i fattori di aderenza) che consentono a questo patogeno di ancorarsi saldamente alle pareti uroepiteliali e di proliferare a dismisura, complice anche un ambiente molto favorevole alla loro proliferazione.
Dunque, tutti i pazienti che hanno nella loro flora batterica intestinale ceppi di Escherichia coli di questo tipo sono maggiormente suscettibili ad infezioni di questo tipo che possono riguardare solo l’uretra (uretrite), risalire l’uretra e giungere nelle vescica (cistite) oppure causare un’infezione renale nota come la pielonefrite.
Nell’uomo l’infezione può colpire anche la prostata e causare la prostatite.
Quali sono i sintomi più frequenti?
L’infezione urinaria che viene causata appunto dall’Escherichia coli è in genere accompagnata da altri tipi di sintomi, tra i quali i più frequenti sono:
- bruciore durante la minzione;
- stimolo ad urinare che si fa molto impellente;
- urine maleodoranti che possono diventare particolarmente pungenti o comunque innaturale rispetto a quello a cui siamo abituati;
- urine torbide, segno della presenza di batteri nelle urine;
- nei casi di infezione più grave si possono avere anche episodi febbrili, sudore, brividi freddi;
- dolori al basso ventre;
- dolori alla regione renale;
- dolore anche durante i rapporti sessuali, sia se ad esserne colpita sia una donna, sia nel caso in cui invece sia un uomo.
Un’infezione che colpisce più di frequente la donna
Come moltissime infezioni del tratto urinario o dell’apparato genitale, anche quella da Escherichia coli colpisce più di frequente le donne, per motivi di carattere prettamente anatomico. Nelle donne infatti:
-
- l’uretra è più corta;
- l’apparato urinario è più vicino alla regione anale;
- non essendo prodotte secrezioni prostatiche, che hanno un importantissimo ruolo battericida, le infezioni tendono a diffondersi più facilmente.
Le infezioni da Escherichia coli sono pericolose?
Le infezioni da Escherichia coli non sono pericolose, a patto che vengano però trattate con la cura giusta, con tempestività e ricorrendo ai farmaci necessari.
Si tratta infatti di patologie che tendenzialmente non hanno esiti infausti, se non inserite in un contesto già precedentemente problematico, come il caso di pazienti con problemi nella minzione dovuti a fenomeni ostruttivi o anatomici.
Nei casi di infezione più grave, l’Escherichia coli può presentarsi nel circolo sanguigno e dare esiti particolarmente infausti, anche se si tratta comunque di episodi estremamente rari e che postulano una compromissione precedente del sistema immunitario.
Altre complicazioni purtroppo tipiche di dell’Escherichia coli nelle urine sono quelle di carattere renale (pielonefrite). In questo caso sono diversi i sintomi che potrebbero far intendere un interessamento appunto dei reni:
- febbre molto alta, che può superare i 39°C;
- sudorazione intensa;
- cefalea;
- sensazione di nausea e possibili crisi di vomito;
- sensazione frequente di dover urinare;
- brividi, anche freddi.
La cura per l’Escherichia coli nelle urine
L’Escherichia coli, come tutti i batteri, è molto sensibile alle terapie a base di antibiotici: basta trovare la cura giusta!
L’iter da seguire è sempre quello di effettuare un esame delle urine con urinocoltura e successivo antibiogramma.
In questo modo si avrà la certezza non solo di aver isolato e caratterizzato il batterio ma di aver identificato quali sono i principi attivi più efficace per debellare l’infezione ed evitare la comparsa di pericolose resistenze batteriche.
Nelle infezioni del tratto urinario che vengano contrastate per tempo, la cura antibiotica, anche in soluzione singola, può essere più che sufficiente per intervenire e liberarsi del problema.
Infatti, se il batterio è sensibile alla fosfomicina una o due dosi di Monuril® possono essere efficaci per ristabilire la normalità.
In altri casi, la terapia antibiotica può prevedere una cura che dura più giorni come accade per i batteri sensibili alla ciprofloxacina (Ciproxin®) oppure alla levofloxacina (Levoxacin®).
Quando il problema è ricorrente
In molti casi purtroppo l’infezione da Escherichia coli al tratto urinario diventa ricorrente e rende necessario il ricorso a terapie di prevenzione con profilassi quotidiane che possono protrarsi anche per 6 mesi.
Si può agire anche con la prevenzione
Al fine di debellare l’Escherichia coli che si sia presentato nel nostro tratto urinario, nonché per evitare il ritorno dell’infezione una volta che è stata debellata, si possono seguire dei piccoli accorgimenti che abbasseranno sensibilmente la possibilità di contrarre di nuovo l’infezione.
Innanzitutto, durante la pulizia dell’area genitale sarebbe indicato lavare dal pene o dalla vulva verso l’ano e non viceversa, per evitare contaminazioni che sono possibili anche durante le operazioni di pulizia.
Allo stesso modo bisognerebbe essere idratati al punto giusto, per avere un ciclo delle urine regolare e che permetta a queste di svolgere anche la loro azione antibatteriche.
Sono molti i rimedi naturali che vengono proposti per combattere l’Escherichia coli nelle urine: alcuni potrebbero funzionare, altri meno.
Ad esempio utilizzare un integratore alimentare a base di cranberry o mirtillo rosso americano può aiutare sia in fase di attacco che prevenzione dell’infezione.
Trattandosi però di un’infezione per la quale il tempismo nell’intervento è di fondamentale importanza, dovremo necessariamente procedere con una terapia a base di antibiotici, che anche in soluzione unica possono debellare l’infezione.
Il rischi che l’infezione raggiunga il sangue o i reni, sebbene minimi, esistono, e dati gli esiti particolarmente gravi questo rischio andrebbe scongiurato il prima possibile, intervenendo con la terapia indicata dal nostro medico curante.
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