In questo articolo parliamo di:
Che cos’è l’esterasi leucocitaria? A cosa serve precisamente? Come si effettua un test di questo genere? Quali sono i valori normali e quali quelli di cui bisogna preoccuparsi? Quali sono i rischi collegati a valori troppo alti, o troppo bassi di questo esame? Quando viene prescritto?
In questo articolo andremo a parlare di un particolare enzima che si trova nei nostri globuli bianchi. Si tratta, appunto dell’esterasi leucocitaria che si ritrova nel momento in cui si hanno cospicue quantità di leucociti nelle urine.
Vediamo insieme quali sono le sue funzioni principali e quali sono i rischi nel caso in cui dovesse risultare alterato.
Che cos’è l’esterasi leucocitaria?
L’esterasi leucocitaria, come abbiamo accennato in fase di introduzione, è un enzima che viene sintetizzato dai globuli bianchi. Tipicamente non dovrebbe trovarsi nelle urine, a meno che, come avremo modo di vedere in modo più approfondito più avanti, non ci siano in corso delle infezioni che possono portare alla presenza della stessa.
Il test per questo enzima ha trovato largo utilizzo in ambito medico per andare ad indagare sulla presenza di batteri nelle urine, quindi di una infezione delle vie urinarie, soprattutto quando non si presentano sintomi specifici.
Parleremo, però, delle infezioni urinarie nei prossimi paragrafi, dopo avervi mostrato quali sono le funzioni di questo enzima così importante per il nostro corpo.
Quando dosare l’esterasi leucocitaria? Come funziona questo esame?
Questo esame ci verrà prescritto nel caso in cui il nostro medico dovesse sospettare la presenza di una infezione delle vie urinarie. Generalmente questo tipo di infezione si manifesta con dei sintomi specifici, ad esempio:
- Bruciore durante la minzione;
- Bisogno frequente di urinare con urgenza;
- Fastidio durante la minzione.
Tipicamente l’esterasi leucocitaria viene consigliata nel caso in cui si sospetti la presenza di diversi tipi di batteri che possono infettare l’apparato urinario.
Come funziona l’esame?
Andiamo a vedere, ora, come funziona questo esame.
Si tratta di uno degli esami delle urine più semplici che vengono utilizzati in ambito medico. Basta utilizzare delle particolari strisce reattive, che, nel momento in cui entrano in contatto con l’urina, cambiano colore in base alla concentrazione di questo enzima.
Fonte foto: www.naturalsociety.com
Se l’esame risulta positivo, il nostro medico potrebbe ritenere opportuno sottoporci ad altri esami di controllo, in modo tale da andare verso una diagnosi certa e precisa. Tra gli esami che vengono più frequentemente affiancati a questo test troviamo:
- La valutazione dei nitriti nelle urine (consiste nel valutare la presenza di nitriti, o batteri, nelle nostre urine, per confermare l’ipotesi della presenza di una infezione urinaria);
- L’analisi microscopica del sedimento urinario;
- L’urinocultura con antibiogramma (dopo aver accertato la presenza di batteri, questo esame ci permette di individuare il tipo di batterio responsabile del danno per poter prescrivere il migliore antibiotico per debellarlo).
Quali sono i suoi valori normali?
Come abbiamo già detto, il test dovrebbe risultare negativo affinché segnali un normale andamento del nostro organismo, in quanto la sua negatività indica “assenza dell’enzima”.
Dunque, valori di esterasi leucocitaria pari a 25, 75, 250 e 500 indicano concentrazioni più o meno variabili dell’enzima che sono da interpretare come risultato positivo del test che con molta probabilità sta ad indicare la presenza di microrganismi nelle urine.
L’esame può dare risultati falsi positivi soprattutto in caso di contaminazione del campione: nel caso in cui le analisi dovessero riscontrare la presenza di cellule epiteliali squamose, sarà il caso di ripetere il test, dato con molta probabilità si è avuta contaminazione del campione.
Cosa succede quando l’esame riporta valori irregolari?
Quando il risultato del test segnala la presenza di esterasi leucocitaria, nella maggior parte dei casi, è presente un’infezione o un’infiammazione delle vie urinarie.
Tra le cause più frequenti di un aumento dei livelli di esterasi leucocitaria nelle nostre urine, abbiamo soprattutto le seguenti:
- Formazione di calcoli renali (consistono in piccole aggregazioni di sali minerali, che, formandosi nel tratto urinario, favoriscono l’insorgere di infezioni. Possono essere dolorosissimi ma anche asintomatici);
- Uretrite acuta o cronica (una brutta infiammazione della uretra che può essere causata da cattive abitudini igieniche e attività sessuale non protetta);
- Presenza di una gravidanza;
- Cistite (infiammazione molto fastidiosa che colpisce la mucosa della vescica, soprattutto delle donne. Talvolta può indurre delle complicazioni da non sottovalutare);
- Rene policistico (condizione patologica genetica in cui si ha la formazione di cisti sul tessuto renale, compromettendo il funzionamento dello stesso organo);
- Prostatite cronica o acuta (infiammazione della ghiandola prostatica che può essere causata da batteri oppure no. I sintomi di questa infiammazione sono: bruciore e dolore durante la minzione, diminuzione del desiderio sessuale, dolore durante l’eiaculazione);
- Promiscuità sessuale che potrebbe portare ad avere dei rapporti sessuali a rischio;
- Presenza di neoplasie nella vescica.
Tuttavia, è possibile generalizzare i sintomi che si manifestano con la presenza di infezioni urinarie. Di seguito vi elenchiamo alcuni di questi sintomi e vi consigliamo di rivolgervi al vostro medico nel caso in cui vi riconoscete in alcuni di essi, in modo da andare subito a porre rimedio.
- Il colore delle urine diventa torbido;
- Sensazione generale di malessere;
- Urine maleodoranti;
- Bisogno frequente di urinare;
- Difficoltà nella minzione a causa del forte dolore e del bruciore che provoca l’atto stesso;
- Infiammazione degli organi genitali.
Quali sono i fattori che possono influenzare l’esito dell’esame?
Come per ogni tipo di esame in ambito medico, anche per il test dell’esterasi leucocitaria, è possibile che diversi fattori interferiscano con l’esito finale dell’esame.
Avremo dei risultati falsi positivi nei seguenti casi:
- Presenza di secrezioni vaginali con perdita di sangue e/o muco;
- E’ presente un’infezione da Trichomonas (responsabile della tricomoniasi, una malattia a trasmissione sessuale molto diffusa che si manifesta con delle perdite e dei pruriti vaginali).
Avremo, invece, dei falsi negativi nei seguenti casi:
- Aumento dei livelli di boro, acido ossalico e acido ascorbico nelle urine;
- Assunzione di certi antibiotici (ad esempio la tetraciclina, un forte antibatterico che inibisce la sintesi delle proteine).
Come prevenire?
Prevenire le infezioni a carico del tratto urinario non è sempre possibile, dato che le modalità di contagio sono effettivamente diverse e anche di fronte a pratiche igieniche regolari può capitare di affrontare un’infezione del genere.
Rimane comunque importante una buona igiene intima, con lavaggi regolari e l’utilizzo di saponi che siano appropriati per l’area intima.
Per le donne è altresì importante (ricordiamo che sono quelle che più di frequente soffrono di questo tipo di problemi) avere l’abitudine di pulirsi dall’alto verso il basso e non viceversa, per evitare contaminazioni con i batteri fecali, che sono, per anatomia, a poca distanza dalla vagina.
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