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Scoprire di avere del sangue nelle urine è certamente un dato che desta una certa ansia e preoccupazione, in quanto stiamo parlando di una sostanza che normalmente è estranea alla composizione delle nostre urine.
Molte delle cause che andremo ad illustrarvi nel corso della guida di oggi sono di origine assolutamente benigna mentre altre, purtroppo, possono presagire un disturbo importante a carico di organi vitali per la nostra sopravvivenza.
In gergo medico, il termine che si utilizza per indicare la presenza del sangue nelle urine è ematuria e può essere agevolmente dimostrata la sua presenza ponendo al microscopio una piccola goccia della vostra urina. Tuttavia, è possibile notare il sangue nelle urine anche ad occhio nudo e senza l’ausilio del microscopio.
In questi casi, infatti le urine scure di colore rosso-marrone indicano la chiara presenza di emoglobina. La presenza dell’emoglobina nelle urine, proteina importantissima presente nei globuli rossi, è chiamata emoglobinuria.
I globuli rossi quando “invecchiano” vengono eliminati dal circolo sanguigno dopo circa quattro mesi di vita ad opera di milza, midollo osseo e fegato e questo processo prende il nome di emolisi.
Se l’emolisi, invece, avviene all’interno del sistema vascolare tutti i componenti di cui sono costituiti i globuli rossi vengono liberati nel circolo sanguigno e l’emoglobina in particolare si lega all’aptoglobina per essere successivamente degradata. Se però la perdita di emoglobina è elevata e supera la soglia di legame con l’aptoglobina, allora si parla di emoglobinuria e l’emoglobina fa la sua comparsa nelle urine.
Di seguito approfondiremo le cause della presenza del sangue nelle urine e focalizzeremo la nostra attenzione sulla terapia da seguire che, come vedremo, dipende strettamente dalla causa che ha provocato la perdita di sangue.
Cos’è l’ematuria?
L’ematuria o sangue nelle urine è una condizione che più fare la comparsa con due modalità differenti: la presenza di sangue può essere copiosa e manifestarsi con urine scure oppure presentarsi sotto forma di microscopiche goccioline che necessitano dell’uso del microscopio per essere evidenziate.
Nel primo caso si parla di ematuria macroscopica ed il colore delle urine, oltre che l’aspetto esterno, può variare dal rosa chiaro al rosso intenso con la presenza o meno di vistosi coaguli sanguigni nei casi estremamente gravi. Invece, nel secondo caso si parla di ematuria microscopica ovvero quando la presenza del sangue delle urine non è vistosa e solo un esame al microscopio ne può stabilire la presenza.
Anche se la quantità di sangue nelle urine può essere differente e in entrambi i casi la situazione richiede lo stesso tipo di intervento e valutazione da parte del medico proprio perché il sangue, e di conseguenza anche l’emoglobina, è una sostanza estranea alla normale composizione delle nostre urine.
Coloro che soffrono di ematuria macroscopica potranno facilmente rendersi conto del problema perché le loro urine hanno una colorazione scura mentre quelli che hanno ematuria microscopica verranno a conoscenza di questo problema in seguito ad un controllo di routine su suggerimento del medico.
Sangue nelle urine: le cause
Le cause di ematuria macroscopica e microscopica sono molto simili tra loro ed entrambe spesso derivano da un sanguinamento localizzato a livello del tratto urinario.
Purtroppo, non è semplice distinguere la localizzazione del sanguinamento: reni, ureteri (canali deputati al trasporto dell’urina dai reni alla vescica), vescica o uretra possono essere tutti ugualmente coinvolti.
Sia che la presenza di sangue sia copiosa sia che essa sia presente in piccolissime tracce sarà sempre il medico a valutare la situazione ed il migliore approccio terapeutico al problema.
Infezione urinaria
Una delle cause più comuni di ematuria microscopica è l’infezione urinaria, spesso chiamata anche UTI, che può riguardare sia i reni che la vescica. L’urina in condizioni normali è sterile e non deve contenere batteri, però spesso accade che accidentalmente alcuni ceppi batterici come Escherichia coli infettino le superfici dell’apparato urinario.
In genere i batteri, raggiungono la vescica per mezzo dell’uretra per contaminazione con le feci dell’intestino e le donne in questo sono maggiormente sottoposte al problema a causa della brevità dell’uretra e la maggiore vicinanza con l’orifizio anale. Dopo aver raggiunto la vescica alcuni ceppi batterici sono in grado di aderire saldamente alla parete vescicale grazie alla formazione di un biofilm che impedisce loro di essere dilavati via con il passaggio dell’urina.
Calcoli renali, farmaci e patologie
Nelle situazioni più gravi, l’infiammazione violenta può portare alla formazione di cistiti sanguinanti con conseguente sangue nelle urine visibile chiaramente.
Un’altra causa molto frequente è rappresentata dai calcoli renali, delle piccole calcificazioni provocate dalla precipitazione di sali di ossalato di calcio che possono provocare ematuria in seguito alla lacerazione delle superfici dell’apparato urinario. L’ematuria, inoltre, si può manifestare anche in seguito a traumi alla vescica o alla prostata, malattia renale, disturbi della coagulazione oppure in seguito all’uso di farmaci che hanno come effetto quello aumentare il rischio di sanguinamento come l’acido acetilsalicilico, il warfarin o il clopidogrel che sono tutti principi attivi ad azione anticoagulante.
Anche il cancro alle vie urinarie, che molto spesso è assolutamente asintomatico, si può manifestare proprio con la produzione di urine scure. Altre cause responsabili del fenomeno sono: glomerulonefrite in fase acuta, malaria, ustioni gravi, emoglobunuria parossistica notturna (malattia caratterizzata da anemia emolitica dovuta ad un difetto intrinseco della membrana degli eritrociti), sindrome emolitico-uremica, effetto di una trasfusione di sangue, anemia falciforme o qualsiasi altro tipo di anemia emolitica, pielonefrite, porpora trombotica trombocitica e tubercolosi del tratto urinario.
Falsi positivi
Accanto a tutte queste cause esistono anche dei falsi positivi che possono causare una pigmentazione rossastra delle urine. I farmaci in questione sono alcuni antinfiammatori come l’ibuprofene, lassativi antrachinonici come la cascara, antiepilettici come la fenitoina oppure l’assunzione di grosse quantità di alimenti ricchi di antocianine come mirtilli e barbabietole.
L’ematuria può presentarsi anche in caso di presenza di tracce di porfirine ed urati ma anche l’endometriosi delle vie urinarie possono conferire un’alterazione della colorazione.
Sintomi di ematuria: quali sono?
La presenza di sangue nelle urine può essere totalmente asintomatica e ci accorgiamo di avere qualche problema solo quando abbiamo una minzione difficoltosa e la produzione di un’urina decisamente diversa dal colore giallo paglierino della normalità.
Sintomi come urgenza minzionale (sensazione impellente di fare pipi), pollachiuria, febbre, brividi e bruciore urinario sono tipici di un’infezione urinaria che andrebbe diagnosticata con un opportuno esame colturale.
Il dolore ai reni che si irradia fino all’inguine e alla zona genitale è il chiaro segno clinico della presenza di calcoli renali che possono essere localizzati a livello renale o uretrale.
Come si effettua la diagnosi?
I test più utilizzati per diagnosticare le cause di ematuria possono includere TAC, risonanza magnetica, ecografia pelvica e renale, cistoscopia, urinocoltura e citologia urinaria. Però c’è da dire che ognuno di questi esami deve essere sempre consigliato dal medico in base alle ipotetiche cause sottostanti che hanno originato il problema.
La diagnosi, infatti, procede per gradi.
Innanzitutto, bisogna conoscere a fondo la storia del paziente ed annotare ogni informazione utile per diagnosticare la causa del sanguinamento. Il secondo step sarà quello di sottoporsi ad un esame chimico-fisico dell’urina in modo da valutare con l’aiuto di un microscopio la presenza o meno di sangue nelle urine.
Sarà necessario, poi, procedere con un esame colturale in modo da capire se sia presente un’infezione batterica a carico del tratto urinario. Se le analisi delle urine riportano anche la presenza di globuli bianchi, allora con molta probabilità soffrite di un’infezione urinaria.
Mentre, la presenza di proteine, glucosio o sedimenti fanno pensare più ad una malattia renale. Alcuni farmaci e integratori a base di erbe possono essere responsabili di questo fenomeno. Oltre ai farmaci anticoagulanti che abbiamo visto prima, anche alcuni tipi di antitumorali possono dare questo problema ed essere responsabili del sanguinamento.
Una volta esaminato con cura l’esito dell’esame fisico delle urine, il medico potrà procedere nell’identificazione della causa che l’ha originato. Procederà, infatti, con l’identificazione della presenza sul corpo di lividi ed ecchimosi che sono comparsi senza aver subito un trauma.
La presenza di queste manifestazioni è un chiaro segno di una possibile anemia emolitica che ha come implicazione la produzione di urine scure e tanti altri problemi. Negli uomini può essere necessario sottoporsi ad una visita prostatica per accertare la presenza o meno di una prostatite o per diagnosticare la possibilità di un iperplasia prostatica benigna. La scoperta alla palpazione di un nodulo può rappresentare un segno della presenza di un cancro ma solo esami più approfonditi potranno accertarlo.
Oltre all’esame fisico che rappresenta il dato preliminare per una diagnosi più approfondita dell’origine del disturbo esistono una serie di tecniche che possono affiancare la diagnosi. La TAC è una tecnica di imaging che consente di analizzare il tratto urinario. Prima di sottoporsi alla procedura, il paziente dovrà bere un agente di contrasto oppure gli verrà iniettato per via endovenosa un colorante opportuno.
Un altro test che può essere eseguito è l’urografia, un tipo di esame radiologico che prevede l’uso di raggi X per esplorare l’apparato urinario. Per eseguire questo esame si utilizzano mezzi di contrasto idrosolubili triiodati che vengono iniettati per via endovenosa o ad infusione lenta. In questo modo si possono ottenere degli scanogrammi pre- e post-minzionali per analizzare la zona.
La citoscopia è una semplice procedura della durata di 10 minuti che consiste nell’utilizzare una sottile sonda, il citoscopio, che viene inserito attraverso l’uretra nella vescica che consente di ispezionare le superfici per evidenziare la presenza di eventuali lesioni e fonti di sanguinamento.
Questo esame, poiché doloroso e fastidioso, prevede l’uso di un anestetico in forma di gelatina che viene iniettato lungo tutto il tratto uretrale. Infine, abbiamo la citologia urinaria, che consiste nell’analisi di un campione di urina per valutare la presenza o meno delle cellule cancerogene o dall’aspetto anormale.
Quali sono le terapie più efficaci nel caso di ematuria?
Le terapie che abbiamo a disposizione per risolvere il problema del sangue nelle urine dipendono sostanzialmente dalla causa che l’ha provocato.
Tuttavia, in molti casi non esiste una vera e propria terapia dell’ematuria perché questo disturbo può essere transitorio e risolversi in poco tempo. Nel caso in cui però il disturbo persiste e non si riesce a trovare una causa precisa, il medico vi consiglierà molte altre analisi da eseguire in modo da approdare ad una diagnosi precisa.
Se la diagnosi è l’infezione urinaria il medico vi prescriverà dei farmaci ad azione antibiotica che agiscano in maniera selettiva sui ceppi batterici responsabili oltre che consigliarvi di bere molto per facilitare la loro espulsione.
Anche la pressione sanguigna dovrebbe essere controllata con molta frequenza per capire se è il caso di intervenire per evitare danno renale. Nel caso di ipertensione il medico prescriverà farmaci ad azione antiipertensiva. Gli uomini caucasici a partire da i 50 anni d’età dovrebbero discutere con il proprio medico e programmare una visita annuale ed analisi del sangue per dosare la presenza dell’antigene prostatico specifico (PSA) che consente lo screening del cancro alla prostata nell’uomo.
Per ogni altra informazione o chiarimento in merito alla presenza del sangue nelle urine è consigliato rivolgersi al medico di fiducia oppure affidarsi alla preparazione di uno specialista.
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