Bioarcheologia e longevità femminile: riscoprire un pezzo di storia di Milano

La bioarcheologia è una disciplina di ricerca che si occupa dello studio di resti scheletrici umani provenienti da contesti archeologici.
L’analisi dei marcatori ossei e dentari permette non solo esaminare la variabilità scheletrica delle popolazioni attuali, ma anche confrontarla con i fossili delle forme umane estinte.

Questo tipo di approccio è la base per l’ottenimento di spunti importanti per la comprensione di dinamiche popolazionistiche e antropologiche delle comunità umane del passato.
Uno studio recente condotto a Milano ha fatto luce sulle condizioni della donna nelle popolazioni passate, tramite studi bioarcheologici.

Qual è stato il ruolo dell’approccio bioarcheologico allo studio della longevità?

Lo scheletro umano è un documento di enorme importanza ai fini della ricostruzione delle condizioni di vita, delle malattie e dei comportamenti sociali delle popolazioni passate.

Tramite l’analisi bioarcheologia gli studiosi riescono a scoprire informazioni importanti per quanto concerne la salute delle donne tramite i segni di malattie, traumi e assistenza sanitaria nel corso della storia.

I metodi impiegati, tra cui morfometria classica e geometrica, radiografie e tomografie, forniscono dati preziosi che permettono di trarre conclusioni riguardo alle esperienze di vita delle donne nel corso dei secoli.

Come si è evoluta l’aspettativa di vita nelle donne a Milano, durante la storia?

Un recente studio, condotto da un team di ricerca internazionale, ha preso in esame un gruppo di 492 scheletri della collezione osteologica di Milano, al fin di comprendere le dinamiche di sopravvivenza e mortalità delle donne, dalla Roma antica fino ai giorni nostri.

Questi risultati hanno rivelato un miglioramento significativo dell’aspettativa di vita femminile nel tempo.
Nell’antica Roma, la vita media delle donne era all’incirca di 36 anni, mentre nel Medioevo si attestava sui 40 anni.

Questo progresso è in gran parte attribuibile ai miglioramenti nell’assistenza sanitaria e a fattori culturali che hanno contribuito a ridurre i rischi legati alla gravidanza e al parto.

Quali sono i fattori che hanno influito maggiormente sulle condizioni di vita delle donne?

Nel corso del Medioevo la città di Milano ha visto un incremento delle strutture sanitarie che fornivano supporto alle donne e ai soggetti più vulnerabili.

Questo periodo, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, si è rivelato favorevole per la vita femminile, grazie a un sistema di assistenza più robusto. I documenti storici attestano la proliferazione di ospedali e strutture assistenziali, il che ha avuto un impatto positivo sull’aspettativa di vita femminile.

La situazione è cambiata in maniera radicale durante il periodo moderno; infatti, la crescente espansione dell’industria e l’aumento del lavoro tessile, prevalentemente condotto dalle donne, hanno determinato effetti negativi sulla salute delle donne.

L’impegno lavorativo, spesso in ambienti rischiosi e faticosi, si accompagnava a una continua responsabilità domestica, che ha contribuito a una stabilizzazione dell’aspettativa di vita intorno ai 38 anni, senza un aumento significativo rispetto al periodo precedente.

In che modo la ricerca bioarcheologica aiuta a comprendere la storia femminile?

La ricerca bioarcheologica offre la possibilità di ottenere dei dati in grado di fornire una prospettiva unica sulla storia delle donne, rivelando come le dinamiche sociali e comunitarie abbiano plasmato la loro vita nel corso dei secoli.

Nel contesto del progetto DOMINA, che si propone di ricostruire la condizione femminile a Milano, le analisi dei reperti scheletrici permettono di esplorare la longevità femminile in relazione a fattori storici e sociali. La combinazione di dati biografici e osteobiografici arricchisce la narrazione storica, consentendo una comprensione più profonda delle esperienze femminili.

Quali sono le tecniche usate in questo tipo di studi?

Le tecniche impiegate nella bioarcheologia comprendono una serie di metodiche molto avanzate.
La morfometria classica e geometrica permettono di analizzare la forma e le dimensioni delle ossa, mentre l’applicazione di tecniche radiografiche e tomografiche offre la possibilità di ottenere dettagli sulla salute ossea e dentale.

Questi approcci consentono di identificare segni di malattie infettive e traumi, fornendo informazioni essenziali sulla salute delle donne nel passato.

La ricostruzione del profilo biologico, che include la stima dell’età alla morte e l’attribuzione del sesso, è cruciale per comprendere le tendenze di mortalità e longevità. Inoltre, l’analisi dei caratteri dentali, come carie e fratture, offre ulteriori spunti sulla salute e sull’alimentazione delle donne nel corso della storia.

In che modo il passato influenza il presente?

I risultati ottenuti da questi studi sono importanti non solo per tracciare un profilo storico ma anche per fare luce sulle dinamiche che hanno influenzato il presente.
La comprensione di come i contesti culturali e sociali abbiano plasmato l’esperienza femminile nel corso dei secoli è una fonte di preziosi dati per le politiche di salute attuali.

La ricostruzione della vita delle donne nel passato rende visibili le sfide affrontate, aiutando a sviluppare strategie più efficaci per il benessere femminile contemporaneo.

La bioarcheologia, quindi, non è solo una disciplina accademica, ma un campo che offre risposte a questioni rilevanti per la società moderna. Le indagini bioarcheologiche possono rivelare tendenze che, se comprese nel loro contesto storico, possono influenzare le politiche pubbliche e le iniziative di salute oggi.

Qual è il significato complessivo di questa ricerca?

La bioarcheologia rappresenta un elemento cruciale per la comprensione della longevità femminile a Milano. Attraverso l’analisi dei resti scheletrici, è possibile tracciare un quadro dettagliato delle condizioni di vita delle donne nel corso dei secoli.

Questo non solo arricchisce la nostra conoscenza storica, ma offre anche una chiave di lettura per interpretare le esperienze femminili e la loro evoluzione nel tempo.

Le ricerche in corso continueranno a svelare storie dimenticate e a fornire nuove prospettive su come le condizioni sociali, culturali e biologiche abbiano influito sulla vita delle donne.

Con il progredire delle tecnologie e delle metodologie, la bioarcheologia si conferma come un campo sempre più fondamentale per la comprensione della storia umana, invitando a riflessioni su come il passato possa influenzare il presente e il futuro delle donne.

Attraverso queste analisi, la bioarcheologia non solo offre uno sguardo sul passato, ma diventa anche un ponte verso una maggiore consapevolezza delle esperienze femminili, rendendo la storia delle donne milanesi non solo un capitolo di un libro, ma una lezione per le generazioni future.

Fonti

https://www.insalutenews.it/in-salute/mortalita-e-sopravvivenza-femminile-a-milano-negli-ultimi-2mila-anni-uno-studio-riscrive-la-storia/

https://bigea.unibo.it/it/ricerca/gruppi-di-ricerca/antropologia-evolutiva/approccio-bioarcheologico-allo-studio-dell-evoluzione-umana

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