Cadmio: rischi per la salute e alimenti che possono contenerlo

Una recente inchiesta su 20 marche di riso carnaroli ha mostrato che la maggioranza dei campioni raccolti contiene dei livelli di cadmio poco al di sotto del limite legale.
Tre famose marche hanno inoltre superato il limite precauzionale oltre il quale il prodotto non è considerato completamente sicuro per il consumatore.
Le marche in questione sono state segnalate al Ministero della Salute.

Il riso, nonostante sia un ingrediente molto frequente nella cucina italiana e particolarmente apprezzato dai consumatori, è in realtà un cereale molto esposto all’assorbimento dei metalli pesanti, specialmente cadmio e arsenico che possono così finire nei pasti dei consumatori.
Vediamo insieme i rischi associati alle contaminazioni da cadmio negli alimenti.

Che cos’è il Cadmio e in quali ambienti possiamo trovarlo

Il cadmio è indicato sulla tavola periodica con il simbolo “Cd” ed è un metallo duttile che alla vista appare bianco con sfumature argentee.
Lo possiamo trovare in tracce nella crosta terrestre e nell’acqua.

Prende il nome dall’antica città di Cadmo, nelle vicinanze di Tebe, in Grecia, dove veniva estratto fin dai tempi antichi. Trovarlo nella sua forma pura è molto raro mentre è più comune trovarlo in composti formati da reazioni con altri elementi che possono essere a loro volta tossici.

Il composto all’interno del quale è più comune trovare il cadmio in natura è il solfuro di cadmio; tuttavia, questo non è fra i più stabili e solubili in acqua, dove possiamo trovare più facilmente il solfato e il cloruro di cadmio.

Cadmio: un po’ di storia

Fino alla metà del XX secolo, il Cadmio era utilizzato principalmente nell’industria conciaria e come pigmento nei coloranti, ma oggi trova impiego principalmente nelle batterie ricaricabili, nei coloranti, nei rivestimenti e nelle leghe metalliche.

Il cadmio può essere rilasciato nell’ambiente da fonti naturali ma le principali attività di sversamento di cadmio nell’ambiente sono sicuramente le attività industriali, in modo particolare quelle che si dedicano all’estrazione e alla lavorazione dei metalli non ferrosi, le fabbriche che producono batterie, vernici e tutte le attività che vedono l’uso di combustibili fossili.
Nell’atmosfera il cadmio può diffondersi con il vento e depositarsi sul suolo o nelle acque circostanti.

Nelle vicinanze di siti industriali, strade con traffico intenso o terreni agricoli trattai con fertilizzanti artificiali a base di fosfati i livelli di cadmio possono essere molto elevati.

Il cadmio presente nel suolo o disciolto nella componente acquosa del terreno, può essere assorbito facilmente dalle piante ed entrare in questo modo all’interno della catena alimentare con grossi rischi per la salute dei consumatori.

Quali sono le fonti di esposizione al cadmio? Quali possono essere gli effetti sulla salute?

La popolazione può essere esposta al cadmio principalmente attraverso il consumo di cibo e acqua contaminati ma anche tramite l’esposizione del fumo di sigaretta o l’inalazione di polvere e fumi che derivano da attività industriali.

Tuttavia gli alimenti costituiscono la principale fonte di esposizione, soprattutto quelli vegetali che possono fungere da bio-accumulatori di metalli pesanti.

Tra i prodotti che possono costituire la principale fonte di esposizione troviamo sicuramente verdure a foglia larga, cereali, arachidi, molluschi.

Gli effetti sulla salute che possono derivare dall’esposizione al cadmio dipendono in primo luogo dalla quantità a cui il soggetto viene esposto, oltre che dalla durata e dalle modalità di esposizione.
Il cadmio può essere assorbito dall’organismo tramite inalazione, ingestione o contatto cutaneo.

Queste vie di esposizione possono tutte condurre alla manifestazione di un’intossicazione acuta che può essere caratterizzata da sintomi tipici come:

  • Irritazione allo stomaco
  • Vomito
  • diarrea

L’intossicazione cronica, che rispetto a quella acuta ha sintomi che si protraggono nel tempo, può portare alla comparsa di quadri clinici a carico dei reni, ipertensione, malattie cardiovascolari, osteoporosi e tumori polmonari.

L’esposizione al cadmio durante la gravidanza e l’allattamento può avere effetti molto deleteri sullo sviluppo del bambino.

Quali sono gli alimenti che possono contenere cadmio?

Il cadmio che viene ingerito tramite l’alimentazione può essere trattenuto a livello del fegato e dei reni dove può rimanere stabile per decenni.

Il cadmio è considerato un contaminante alimentare al pari di altri metalli pesanti come arsenico e piombo e possiamo ritrovarlo in numerosi tipi di alimenti. Le quantità presenti nei prodotti alimentari dipendono in primo luogo dalle condizioni del terreno, dell’acqua o dell’atmosfera.

Tra gli alimenti ricchi di cadmio possiamo citare il fegato animale, funghi, molluschi, polvere di cacao e alghe essiccate.

Fonti

https://www.humanitas.it/enciclopedia/sali-minerali/cadmio/

https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/c/cadmio

 

Condividi su: