Cloropicrina, l’arma chimica nel conflitto Russo-Ucraino: che cos’è, quali sono gli effetti?

La guerra in Ucraina è uno degli eventi più drammatici degli ultimi decenni e ogni giorno che passa ci ripresenta il livello di crudeltà e distruzione che la guerra può spargere dietro di sé.

Il conflitto ucraino, secondo molti analisti, sta inoltre segnando un punto di svolta nell’evoluzione delle strategie militari in quanto foriero di sperimentazioni belliche, tra le quali ultimamente, stando alle fonti legate al patto atlantico, l’utilizzo di armi chimiche.

Impiego della cloropicrina nel conflitto Russo-Ucraino: cosa sappiamo?

La Russia nelle ultime settimane è stata accusata dagli Stati Uniti d’America di impiegare armi chimiche nel conflitto ucraino. Nella fattispecie la sostanza che è stata individuata tra gli arsenali chimici di Mosca è la cloropicrina, una sostanza chimica il cui utilizzo bellico è vietato dalla Convenzione sulle armi chimiche.

Il governo degli Stati Uniti sostiene che le forze armate della Federazione Russa stiano ricorrendo in maniera sistematico all’impiego di agenti antisommossa e gas lacrimogeni durante il conflitto.

I reparti militari di Kiev confermano le conclusioni degli Stati Uniti in quanto affermano di aver notato un aumento dell’uso di gas e altre sostanze chimiche irritanti nelle zone di conflitto negli ultimi mesi

Che cos’è la Cloropicrina? Quali effetti produce?

La cloropicrina è conosciuta anche come tricloronitrometano, è una sostanza che si presenta con forma liquida e inodore con un caratteristico colore giallo pallido o verde chiaro.
La produzione di questo composto è permessa da una reazione tra nitrometano e ipoclorito di sodio.

La cloropicrina è una sostanza il cui uso principale riguarda l’impiego come arma chimica già dai tempi della Prima Guerra Mondale.

L’utilizzo nel primo conflitto mondiale riguardò soprattutto la Germania, le cui forze armate la usarono come gas lacrimogeno contro le forze alleate, segnando di fatto uno dei primi impieghi di armi chimiche nella Storia.

Per quanto riguarda gli effetti della cloropicrina questi si concentrano soprattutto a livello del tratto respiratorio inferiore determinando una diminuzione della frequenza respiratoria che può giungere fino al 50%.
Oltre agli effetti più deleteri all’apparato respiratorio, la cloropicrina è nota anche per le forti proprietà lacrimogene e come potente irritante cutaneo.

L’esposizione avviene principalmente per inalazione dei vapori o per contatto diretto con pelle, mucose o occhi, rendendo le esposizioni cutanee e oculari le vie più comuni di tossicità.

Gli effetti sulla salute di un’esposizione alla cloropicrina possono essere gravi sopraggiungere anche rapidamente: una concentrazione moderata di questo composto può causare importanti disfunzioni respiratorie nell’arco di sei-otto ore dall’esposizione con la fonte.

Cloropicrina: esistono altri impieghi oltre a quello bellico?

Dobbiamo dire che nonostante il suo impiego più rilevante sia purtroppo associato agli scenari di guerra, la cloropicrina trova ancora impiego nell’ambito dell’industria chimica: viene usata molto ampiamente per produrre funghicidi, insetticidi e per sterilizzare il suolo e le sementi olte che per il controllo della diffusione dei roditori.

La cloropicrina rappresenta un esempio della doppia natura delle scoperte scientifiche: da un lato, può essere un’arma di distruzione di massa, dall’altro, può essere impiegata in modo benefico per migliorare la produttività agricola e industriale.

Quali sono gli accordi internazionali sull’impiego delle armi chimiche negli scenari di guerra?

La Convenzione di Parigi del 1993 ha vietato le armi chimiche istituendo al contempo l’Organizzazione per la proibizione delle Armi Chimiche (OPAC) che ha sede L’Aia nei Paesi Bassi.

La suddetta convenzione proibisce lo sviluppo, la produzione, l’acquisizione, la detenzione, il trasferimento e l’uso di armi chimiche nonché dei loro materiali correlati istituendo inoltre un sistema di verifica internazionale.

Le entità statali che ne fanno parte si impegnano ad adeguare la propria legislazione al fine di sanzionare le violazioni.
Il sistema di controllo che è nato dalla convenzione è basato su dichiarazioni e ispezioni con visite sia di routine che non programmate che hanno il compito di verificare la conformità.

Tuttavia, nonostante la Convenzione di Parigi che esiste ormai da più di 20 anni, ultimamente si sta assistendo a un ritorno delle armi chimiche sullo scenario bellico anche da parte di forze armate regolari.

Anche l’Italia sostiene attivamente l’OPAC e partecipa al Partenariato Internazionale contro l’impunità per l’uso di armi chimiche. L’Ufficio dell’Autorità Nazionale, presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, gestisce l’attuazione della convenzione, assiste alle attività di verifica e controlla le dichiarazioni delle industrie chimiche. Quest’ultimo dispone anche della possibilità di fare ispezioni all’interno dei siti produttivi.

Infine, esiste un Comitato Consultivo, presieduto dal Capo dell’Ufficio che ha il compito di fornire consulenza. Per svolgere questa attività le istituzioni devono contare su un personale proprio, oltre che personale di altri ministeri e consulenti esterni, compresi esperti tecnici che provengono da amministrazioni terze.

Fonti

https://www.rainews.it/articoli/2024/05/cose-la-cloropicrina-agente-soffocante-potenzialmente-letale-larma-schierata-dalla-russia-larma-schierata-dalla-russia-9bcd4b3b-4715-4f5e-be4e-93718461ed04.html

https://www.wired.it/article/cloropicrina-arma-chimica-russia-ucraina/

https://www.msdmanuals.com/it-it/casa/lesioni-e-avvelenamento/armi-in-grado-di-provocare-stragi-di-massa/agenti-polmonari-per-guerra-chimica

 

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