Il colera è una patologia infettiva che causa una condizione diarroica acuta. L’agente patogeno responsabile è il “Vibrio cholerae”.
Questo patogeno rappresenta un importante problema di salute pubblica in molte aree del globo.
Normalmente è un patogeno facilmente trattabile e prevenibile, tuttavia, continua a provocare decessi specialmente nelle aree del mondo con condizioni igienico sanitarie molto scarse.
Il colera di diffonde in particolare con il contatto orale con acqua o alimenti contaminati da feci.
Nei casi più gravi può condurre a una rapida e letale disidratazione.
In questo articolo parliamo di:
- Storia delle pandemie di colera
- Il batterio Vibrio cholerae e i sierogruppi
- Come si trasmette il colera?
- Quali sono i principali sintomi del colera?
- Diagnosi e trattamento del colera
- Prevenzione del colera
- Quali sono stati gli ultimi cambiamenti nella distribuzione geografica?
- Non solo vaccini
- Un rischio globale elevato
- Fonti
Storia delle pandemie di colera
Nel corso del XIX secolo, il colera è emerso come una delle patologie più gravi che hanno colpito l’umanità.
La sua origine geografica coincide grossomodo al delta del Gange, in India.
Oggi il colera è considerato endemico in molti Paesi, il che significa che esiste un rischio continuo di trasmissione della malattia a causa della persistenza del batterio nell’ambiente.
Il batterio Vibrio cholerae e i sierogruppi
I batteri responsabili del colera appartengono principalmente a due sierogruppi: Vibrio cholerae 01 e 0139. Entrambi producono un’enterotossina chiamata tossina colerica, che è la principale causa dei sintomi della malattia. La principale riserva di Vibrio cholerae si trova nell’uomo e nelle acque salmastre, in particolare negli estuari, che sono ambienti ricchi di alghe e plancton.
Il sierogruppo 01 è responsabile della maggior parte delle epidemie di colera documentate e, secondo recenti studi, il cambiamento climatico potrebbe favorire la diffusione di questo batterio, creando ambienti più adatti alla sua sopravvivenza e moltiplicazione.
Il sierogruppo 0139, invece, è stato identificato per la prima volta in Bangladesh nel 1992, e la sua diffusione è stata limitata principalmente al Sud-est asiatico. Altri gruppi di Vibrio cholerae possono provocare forme leggere di diarrea, ma non hanno il potenziale epidemico del 01 e 0139.
Come si trasmette il colera?
Il colera si trasmette attraverso la via oro-fecale: questo significa che viene contratta ingerendo acqua o cibo che sono stati precedentemente contaminati da feci contenenti il batterio.
Il principale veicolo di trasmissione della patologia è quindi l’acqua non trattata.
Nei paesi dove gli impianti di depurazione scarseggiano e dove c’è una scarsa gestione delle acque reflue, la diffusione di patogeni con trasmissione oro-fecale è molto elevata.
Il rischio aumenta notevolmente in aree colpite da disastri naturali, guerre, o altre situazioni che possono danneggiare le infrastrutture e limitare l’accesso all’acqua pulita.
I bivalvi, che si nutrono per filtrazione, qualora l’acqua in cui vivono sia contaminata, possono contenere dei patogeni; per questo motivo sono tra le principali fonti di trasmissione della malattia.
Tuttavia, anche gli altri alimenti possono rappresentare un rischio. Il batterio può sopravvivere in ambienti naturali come i fiumi salmastri e le zone costiere, e ciò rende il consumo di molluschi potenzialmente pericoloso.
In contesti normali, dove le condizioni igieniche sono adeguate, la trasmissione da persona a persona è rara, poiché la carica batterica necessaria per causare l’infezione è molto elevata.
Quali sono i principali sintomi del colera?
Per quanto riguarda il periodo di incubazione, il colera inizia a manifestarsi in un periodo compreso tra le 24 e le 72 ore dalla prima esposizione; tuttavia, in alcuni casi si può oscillare oscillare tra 2 ore e 5 giorni, a seconda del numero di batteri ingeriti.
Il 75% dei soggetti che entrano in contatto con il colera non manifestano nessun sintomo.
Il sintomo tipico e più evidente dell’infezione da Vibrio cholerae è la diarrea acquosa che inizialmente si presenta come marrone per poi virare verso un colore più chiaro.
Le feci dei pazienti colpiti da colera hanno un aspetto tipico, dette ad “acqua di riso”, causato dall’enorme quantitativo di liquidi.
La perdita massiva di liquidi può portare rapidamente a disidratazione e shock, che se non trattati possono essere fatali. Altri sintomi includono vomito, crampi muscolari e, in casi gravi, collasso del sistema circolatorio. La febbre è solitamente assente o lieve.
Diagnosi e trattamento del colera
Il colera può essere diagnosticato in poco tempo grazie all’impiego di esami microbiologici che identificano la presenza del batterio nelle feci del paziente.
Tuttavia, in contesti geografici con risorse limitate, caratteristica tipica dei paesi in cui il colera è endemico, la diagnosi spesso si basa sullo studio dei sintomi clinici.
Il trattamento primario per il colera è la reintegrazione immediata dei liquidi e degli elettroliti persi. Nella maggior parte dei casi, la reidratazione orale è sufficiente a trattare la malattia.
Questo trattamento, che consiste nell’assunzione di soluzioni di zuccheri e sali disciolti in acqua, è efficace nel 90% dei casi. Nei casi più gravi, dove la disidratazione è avanzata, è necessario somministrare liquidi per via endovenosa, e possono essere richieste grandi quantità, fino a 6 litri nelle prime ore di trattamento.
Gli antibiotici, come le tetracicline e la ciprofloxacina, possono abbreviare la durata della malattia e ridurre la gravità dei sintomi, ma sono riservati ai casi più gravi o ai pazienti con un rischio maggiore di complicanze, come gli anziani.
Prevenzione del colera
La prevenzione del colera è un compito complesso che richiede un approccio multisettoriale. I fattori chiave per prevenire le epidemie includono il miglioramento delle infrastrutture igienico-sanitarie, l’accesso a fonti di acqua pulita e l’educazione delle popolazioni sulle pratiche igieniche corrette.
Lavarsi le mani con sapone prima di preparare o mangiare cibo è una misura semplice ma molto efficace per ridurre la trasmissione del batterio. I vibrioni del colera sono estremamente sensibili ai comuni detergenti e disinfettanti.
Inoltre, esistono vaccini contro il colera, ma la loro efficacia e la durata della protezione non sono ancora completamente chiarite. Il vaccino è utilizzato soprattutto in situazioni di emergenza o per proteggere gruppi a rischio in zone endemiche. Dall’ottobre 2022, la disponibilità di vaccini orali è stata limitata e le campagne vaccinali sono state ridotte a una sola dose invece di due, per proteggere più persone con le scorte disponibili.
Quali sono stati gli ultimi cambiamenti nella distribuzione geografica?
L’Organizzazione mondiale della Sanità ha notato un cambiamento significativo nella distribuzione geografica del colera tra il 2022 e il 2023. In primo luogo, c’è stata una diminuzione del 32% dei casi nelle aree di Medio Oriente e Asia.
Al contrario in Africa è stato registrato un drammatico aumento dei decessi, spesso a causa della difficoltà di poter accedere alle cure in tempi ragionevoli.
In alcuni paesi, per la prima volta, si sono verificati numerosi decessi fuori dagli ospedali, indicati come “decessi comunitari”. In cinque dei 13 paesi che hanno partecipato all’indagine, oltre un terzo dei morti si è verificato al di fuori delle strutture sanitarie, evidenziando la necessità di un migliore accesso alle cure.
Paesi come l’Afghanistan, la Repubblica Democratica del Congo, il Malawi e la Somalia continuano a essere colpiti da ampi focolai di colera, con oltre 10.000 casi sospetti o confermati.
Altri paesi, tra cui Etiopia, Haiti, Mozambico e Zimbabwe, si sono aggiunti alla lista dei paesi gravemente colpiti nel 2023. Le previsioni suggeriscono che la crisi del colera continuerà nel 2024. A fine agosto 2024, l’OMS ha riportato 342.800 casi e 2.400 morti in tutto il mondo.
Non solo vaccini
La richiesta di strumenti per il controllo del colera, come vaccini orali (OCV), test diagnostici e farmaci essenziali, è rimasta alta nel 2023. Tuttavia, la disponibilità di risorse è limitata.
Dall’ottobre 2022, l’International Coordinating Group (ICG) ha ridotto le campagne vaccinali a una sola dose invece delle due previste, per proteggere più persone con le scorte disponibili. Nonostante questo, nel 2022 sono state distribuite 35 milioni di dosi di vaccini con il regime a singola dose.
Anche se la vaccinazione è una misura fondamentale nella lotta contro il colera, le soluzioni più sostenibili sono garantire l’accesso ad acqua potabile sicura, servizi igienici adeguati e migliori condizioni igieniche. Questi elementi sono cruciali per prevenire future epidemie.
Un rischio globale elevato
Il rischio globale di colera rimane molto elevato, secondo l’OMS, che continua a intervenire per ridurre i decessi e contenere la diffusione della malattia. L’organizzazione supporta i governi con misure di sorveglianza, miglioramenti nella gestione dei casi e interventi preventivi.
Inoltre, distribuisce forniture mediche essenziali, coordina gli interventi sul campo con i partner locali e promuove la sensibilizzazione delle comunità. Dal 2022, l’OMS ha impiegato 18 milioni di dollari dal proprio Fondo di emergenza per far fronte alle epidemie di colera, ma ha lanciato un appello per raccogliere ulteriori 50 milioni di dollari necessari per affrontare le crisi previste per il 2024. Tuttavia, questa somma non è ancora stata raccolta.
Fonti
https://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato1725460969.pdf
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