Emicrania, il caldo la peggiora. Ecco a cosa altro fare attenzione

Le ondate di caldo estremo che stano avvenendo in questi giorni, mettono il corpo a dura prova. In particolare chi è in condizione di fragilità per età e/o per patologie. Ad esempio, chi soffre di emicrania potrebbe soffrire più facilmente di attacchi. Ma a quali altri fattori sarebbe bene fare attenzione? Ecco qualche suggerimento per cercare di gestire l’emicrania in estate.

Cos’è e quali sono i sintomi dell’emicrania

Innanzitutto, quando si parla di emicrania, non ci si riferisce a un generico mal di testa. Quest’ultimo è un sintomo di una patologia o un malessere sotteso, mentre l’emicrania è una sindrome neurologica complessa, ricorrente e multifattoriale. È all’interno delle cosiddette cefalee primarie (insieme alla cefalea a grappolo e alla cefalea di tipo tensivo) e uno degli elementi più caratteristici è la lateralizzazione del dolore. Da questo deriva il termine emicrania, cioè “metà cranio”. Colpisce il 12% della popolazione italiana, circa 7-8 milioni di persone, con preferenza della fascia femminile.

Cause dell’emicrania, perché si manifesta

L’emicrania è una patologia con un definito meccanismo patogenetico: certi sintomi sono ricorrenti in ogni attacco emicranico, altri invece sono variabili.
Principalmente esistono 2 tipi di emicrania:

  1. emicrania con aura, cioè un disturbo transitorio che precede la cefalea. Il paziente può vedere punti o linee luminose, oppure un restringimento del campo visivo, disturbi sensitivi a un solo lato del corpo fino a difficoltà nell’esprimersi.
  2. emicrania senza aura.

Un attacco di emicrania può durare dalle 4 alle 72 ore e in alcuni casi il dolore è presente fino a una settimana.

Come accennato, l’emicrania è una patologia multifattoriale. Non solo è indispensabile che ci sia una certa predisposizione, una sensibilità maggiore del sistema nervoso, ma possono esserci anche altre condizioni che la favoriscono. Ad esempio, l’aumento o il cambiamento dei livelli di degli estrogeni, sia per la loro naturale presenza nel corpo che per assunzione tramite farmaci come la pillola contraccettiva. Questo potrebbe in parte spiegare perché la popolazione femminile è maggiormente colpita da questa patologia.
Altri elementi attivatori includono:

  • Insonnia
  • Cambiamenti del tempo, in particolare della pressione atmosferica e caldo estremo
  • Assunzione di alcolici
  • Assunzione di alcuni alimenti
  • Fame (quando si saltano i pasti)
  • Stimolazione eccessiva dei sensi (ad esempio con luci lampeggianti oppure odori forti)
  • Stress

Caldo, emicrania e fremanezumab. Lo studio americano

Un nuovo studio condotto da un team di ricercatori dell’Università di Cincinnati College of Medicine, ha analizzato il possibile collegamento tra emicrania e caldo. In particolare, è stato esaminato l’uso del fremanezumab (commercializzato con il nome di AJOVY) nel prevenire l’emicrania causata dall’aumento delle temperature. Il farmaco, un anticorpo monoclonale è somministrato tramite iniezione sottocutanea.
I ricercatori hanno incrociato 71.030 report quotidiani di 660 pazienti americani affetti da emicrania con i dati meteorologici regionali. Hanno scoperto che per ogni aumento giornaliero di 12 gradi Celsius si verificava un aumento del 6% nella comparsa di qualsiasi tipo di mal di testa. Tuttavia, durante i periodi di trattamento con fremanezumab, l’associazione sembrava completamente scomparsa.

Il cambiamento meteorologico è uno dei fattori scatenanti più comuni per l’emicrania, e su questo punto Vincent Martin, direttore del Headache and Facial Pain Center presso l’Istituto di Neuroscienze Gardner dell’Università di Cincinnati, afferma:

“Quello che abbiamo scoperto è che gli aumenti di temperatura erano un fattore significativo nell’insorgenza dell’emicrania in tutte le regioni degli Stati Uniti.”

Martin aggiunge che se i risultati saranno confermati in studi futuri, la terapia farmacologica ha il potenziale per aiutare molte persone con emicrania scatenata dal clima.

Terapie farmacologiche: rivolgersi sempre ai professionisti

Nel caso in cui si sospetta una emicrania è fondamentale rivolgersi al proprio medico di base o allo specialista, che potranno effettuare la diagnosi e valutare una terapia personalizzata. I prodotti utilizzabili per controllare l’emicrania sono diversi, in base anche al tipo specifico di emicrania. Si va dai farmaci più sintomatici che trattano il dolore e la nausea, mentre altri che cercano proprio di bloccarle. In questa fascia rientrano ad esempio i triptani, i ditani, i gepanti, la diidroergotamina, alcuni farmaci antiemetici. Altri prodotti ancora, invece, hanno come target quello di prevenire l’attacco e cercare di ridurre la frequenza e la gravità dei sintomi, come gli anticorpi monoclonali.

Prevenire l’attacco: suggerimenti pratici

Però è anche possibile attuare alcune semplici strategie per cercare di prevenire o almeno ridurre l’attacco di emicrania.

Ecco alcuni suggerimenti:

Cambi di stagione o meteorologici
Limitare se possibile l’esposizione al vento o al sole, il passaggio repentino da un ambiente caldo a uno freddo o viceversa

Alimentazione
Fare un diario alimentare in modo che ogni paziente possa individuare quali cibi e bevande che con maggior probabilità causano mal di testa.

In generale, però, bisognerebbe evitare:

  • Caffeina (anche quella contenuta nel cioccolato)
  • Cibi contenenti tiramina, come formaggi invecchiati, prodotti a base di soia, fave, salami o salsicce dure, pesce affumicato o essiccato e alcuni tipi di noci
  • Banane
  • Vino rosso e bianco e alcolici in generale
  • Cibi fritti
  • Alimenti che contengono nitrati, come hot dog e affettati e insaccati
  • Alimenti con MGS (monoglutammato di sodio), un esaltatore di sapidità presente in cibi da fast food, dadi per brodo, condimenti e spezie.

Ricordarsi si seguire una dieta varia, ricca di frutta e verdura e avere un’eccellente idratazione.

Fare regolare attività fisica
Non è necessario che sia troppo intenso. Dal momento che in alcuni soggetti lo sport può scatenare l’emicrania è bene chiedere un consulto con un esperto per capire quale sia l’attività fisica più adatta.

Benessere generale
Possono essere di aiuto anche interventi comportamentali o tecniche di rilassamento per ridurre lo stress.

Fonti:

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