I farmaci per la cura dell’ADHD negli adulti

L’ADHD (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder) ovvero disturbo da deficit di attenzione e iperattività è un disturbo del comportamento che tipicamente viene associato all’infanzia; in effetti si tratta di un disturbo del neurosviluppo e, come tale, insorge sempre nell’età infantile.

Nella maggior parte dei casi si assiste a un processo di remissione spontanea che può essere più o meno lungo; in sostanza, con la crescita la patologia tende ad attenuarsi fino a scomparire.

Ciò premesso, in una piccola percentuale di soggetti, il disturbo persiste, a differenti livelli, anche in età adulta; secondo alcuni autori, comunque, l’ADHD negli adulti può manifestarsi anche in soggetti che nel corso dell’età infantile non hanno manifestato segni e sintomi del disturbo. Secondo questa interpretazione, quindi, non è detto che l’ADHD nell’adulto riguardi un medesimo gruppo di persone cui era stata diagnosticato l’ADHD nell’infanzia.

La diagnosi nell’adulto

La diagnosi di ADHD nell’adulto richiede criteri ben precisi che sono definiti dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, altrimenti conosciuto come DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders).

Senza entrare in dettagli troppo specifici, per poter diagnosticare l’ADHD deve essere presente un certo numero di manifestazioni riconducibili a disattenzione e iperattività/impulsività. Sia per quanto riguarda la disattenzione, sia per quanto concerne l’iperattività impulsività, devono essere presenti almeno 5 sintomi definiti dal DSM.

L’ADHD, sia nell’infanzia che nell’età adulta, non deve essere sottovalutato perché, se non trattato, può avere impatti significativi sulla qualità della vita della persona e, di riflesso, su quella dei suoi familiari. Negli adulti possono esserci pesanti conseguenze a livello lavorativo e sociale. Nelle forme più gravi, il disturbo è particolarmente invalidante.

Gli interventi terapeutici

Nel caso sia stata diagnostica una forma di ADHD in un soggetto adulto, sono diverse le strategie che possono essere mette in atto. Generalmente si ricorre a una terapia combinata che prevede il ricorso a farmaci, psicoterapia e coaching. Per quanto riguarda il supporto psicologico, la psicologia online sta emergendo come una risorsa preziosa per offrire consulenze e terapie mirate, eliminando le barriere geografiche e aumentando l’accessibilità ai trattamenti. Tecniche cognitive e comportamentali possono aiutare i pazienti a sviluppare strategie pratiche per migliorare la gestione del tempo, l’organizzazione e la regolazione emotiva.

ADHD negli adulti: quali sono i farmaci utilizzati?

I farmaci per l’ADHD si suddividono principalmente in due categorie: stimolanti e non stimolanti.

Per quanto riguarda i farmaci stimolanti, il trattamento di elezione è rappresentato dalla somministrazione di metilfenidato cloridrato, un principio attivo stimolante del sistema nervoso centrale e che ha una struttura simile a quella delle amfetamine; agisce influenzando i livelli delle sostanze che determinano iperattività e che controllano gli impulsi cerebrali e nervosi. Il trattamento con il metilfenidato cloridrato deve essere prescritto da un medico specialista in neuropsichiatria infantile o da un medico specialista in psichiatria.

Nei casi in cui tale principio attivo non possa essere utilizzato perché inefficace o perché controindicato, un’alternativa è rappresentata dall’atomoxetina, un principio attivo inibitore selettivo della ricaptazione della norepinefrina che può migliorare la sintomatologia associata all’ADHD e che è gravato da minori effetti collaterali.   

Di più recente introduzione è la viloxazina, un principio attivo antidepressivo che agisce come un inibitore selettivo del reuptake della norepinefrina; rientra nella categoria dei farmaci non stimolanti.

Il trattamento farmacologico deve tenere conto ovviamente anche di eventuali interazioni con altri farmaci utilizzati dagli adulti come per esempio gli antipertensivi, gli anticoagulanti, gli antidepressivi ecc.

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