L’adrenocromo è un composto chimico che da molto tempo è al centro di una serie di bizzarre teorie: si va dalle dicerie secondo le quali l’adrenocromo sarebbe un vero e proprio elisir per l’immortalità, alle insinuazioni che vedono in esso la reale origine del SARS-CoV-2 e della malattia COVID-19. Ovviamente si tratta di teorie prive di ogni evidenza scientifica, pertanto si consiglia di diffidare di quanti sostengono il contrario.
Premesso ciò, a cosa serve veramente l’adrenocromo e quali patologie possono essere trattate grazie a esso?
In questo articolo parliamo di:
Adernocromo: cos’è e per cosa si usa
L’adrenocromo (o “3-idrossi-1-metil-2,3-diidro-1 H -indolo-5,6-dione“, secondo la nomenclatura IUPAC) è un composto avente formula chimica “C9H9NO3” e si ottiene mediante l’ossidazione dell’adrenalina. Di conseguenza, l’adrenocromo può essere prodotto dall’organismo umano in seguito al rilascio di adrenalina.
Negli anni ’50 si pensava che un accumulo di adrenocromo nel cervello potesse essere all’origine della schizofrenia e secondo il biochimico e psichiatra canadese Abram Hoffer (1917-2009) un trattamento a base di acido nicotinico e vitamina C avrebbe potuto curare la malattia psichiatrica dei pazienti agendo direttamente sui livelli di adrenocromo nel cervello. Tuttavia, a partire dagli anni ’70 si iniziò a dubitare della c.d. “Ipotesi dell’adrenocromo“, e al momento il composto chimico non è impiegato nella cura dei pazienti schizofrenici.
Fino a ora l’adrenocromo si impiega nel trattamento degli attacchi epilettici, mediante iniezione endovenosa. Sotto forma di adrenocromo monosemicarbazone può invece essere utilizzato contro le emorragie capillari.
Le fake news sull’adrenocromo
Le prime fake news su questo composto chimico iniziarono a circolare già negli anni ’50: specialmente negli USA, si era diffusa la credenza secondo la quale l’adrenocromo sarebbe stato una potente droga allucinogena, persino più potente della mescalina, una sostanza anticamente utilizzata dai nativi americani durante cerimonie e rituali religiosi.
Verso il 2016 si diffuse negli USA la teoria del complotto secondo cui l’adrenocromo non sarebbe solo una comune droga, bensì un vero e proprio elisir per l’eterna giovinezza, la cui assunzione permetterebbe di vivere in eterno. Secondo i sostenitori di questa bufala, il composto chimico dovrebbe essere estratto dal corpo umano, e con il tempo gli individui che ne assumono quantità eccessive finiscono per sviluppare una fortissima dipendenza, a tal punto da soffrire di crisi d’astinenza che può culminare con il loro decesso. Inutile dire che si tratta solo di fake news e che nessuno dei teorici del complotto è mai stato in grado di fornire prove scientifiche a sostegno delle sue teorie.
Con lo scoppio della pandemia di COVID-19, i teorici del complotto hanno cercato di ricondurre l’origine del coronavirus proprio all’adrenocromo, che stavolta non sarebbe più una sostanza con la quale mantenersi giovani per sempre, quanto una droga che causa la sintomatologia e le complicazioni tipiche della COVID-19. Questa teoria, oltreché priva di fondamento scientifico, è ancora in netto contrasto con “la teoria ufficiale”.
L’adrenocromo nella letteratura
Nella sua opera del 1954 “Le porte della percezione“, il filosofo e scrittore britannico Aldous L. Huxley (1894-1963) descrisse i presunti effetti allucinogeni dell’adrenocromo, pur non avendo mai fornito prove scientifiche a riguardo; è opinione comune che lo scrittore si sia lasciato suggestionare da una serie di credenze già molto in voga nel periodo post-bellico.
Anche nel romanzo del 1962 di Anthony Burgess (1917-1993) “Arancia meccanica” è presenta una piccola menzione del composto chimico – chiamato però “drencrom” – e anche in questo romanzo viene fatto passare per una sostanza stupefacente.
Tuttavia, il romanzo che più di tutti ha reso famosi i falsi miti sull’adrenocromo è certamente “Paura e disgusto a Las Vegas” (1971), del giornalista e scrittore Hunter S. Thompson (1937-2005): in un passaggio, l’autore accenna al fatto che la sostanza sia un potentissimo allucinogeno che deve essere estratto da una persona ancora in vita, poiché solo così sarebbe garantita la sua massima efficacia. Ovviamente Thompson riferì in più occasioni di aver volutamente inserito un’informazione non veritiera per fini narrativi, e di non aver mai creduto a simili insinuazioni.
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