Il CHAMPIX® è un farmaco prodotto e commercializzato nel nostro paese da Pfizer Italia S.r.l.. Quest’oggi sul portale dell’AIFA sono stati pubblicati degli importanti aggiornamenti circa il ritiro di alcuni lotti del farmaco e la temporanea sospensione della distribuzione di questo farmaco in Italia. Le origini di questo provvedimento sono da ricondurre alla presenza di valori che potrebbero rivelarsi non conformi alle normative vigenti.
Analizziamo gli utilizzi di questo farmaco e le comunicazioni contenute nell’ultimo rapporto AIFA relativo al ritiro di alcuni lotti.
In questo articolo parliamo di:
CHAMPIX®: cos’è e per cosa si utilizza
CHAMPIX è il nome commerciale con cui è conosciuto il farmaco di Pfizer che si assume per cercare di smettere di fumare. Rappresenta pertanto un’alternativa a rimedi come per esempio i cerotti alla nicotina. Il suo principio attivo prende il nome di vareniclina tartrato (C13H13N3). Approvato negli USA e in UE nel 2006, questo farmaco agisce a livello cerebrale in maniera simile alla nicotina, facilitando quindi la resistenza all’astinenza da tabacco.
Nei soggetti fumatori, la dipendenza dal tabacco si ricollega al rilascio di un trasmettitore chimico chiamato dopamina. Quest’ultima viene rilasciata quanto la nicotina si lega ai recettori. Come già premesso, la vareniclina agisce in maniera similare, legandosi ai recettori nicotinici α4β2 dell’acetilcolina. Gli effetti sono duplici, in quanto da un lato si allevia il desiderio legato all’assunzione di tabacco, mentre dall’altro la vareclina svolge una funzione antagonista nei confronti della nicotina, impedendole di creare legami.
Il CHAMPIX è presente in commercio sotto forma di pastiglie da 0,5 mg e 1 mg e si assume per via orale. Il paziente deve portare avanti questo trattamento per 12 settimane dietro prescrizione medica. Di seguito sono riportate le fase del trattamento:
- giorni 1-3: 1 compressa da 0,5 mg al giorno;
- giorni 4-7: 2 compresse da 0,5 mg al giorno;
- restanti giorni: 2 compresse da 1 mg al giorno;
Dopo le 12 settimane il paziente può, sempre sotto indicazione del proprio medico, continuare il trattamento per altre 12 settimane qualora non abbia ancora smesso di fumare.
Effetti collaterali e raccomandazioni sull’utilizzo
Il CHAMPIX potrebbe comportare l’insorgenza di alcuni effetti collaterali in alcuni pazienti. Tra gli effetti indesiderati più comuni (che colpiscono circa il 10% di chi si sottopone alla terapia) si annoverano:
- insonnia;
- nausea;
- mal di testa;
- sinusite;
- aumento di peso;
- dolore muscolare;
In circa l’1% dei soggetti potrebbero verificarsi anche effetti collaterali più gravi come:
- forti sbalzi d’umore;
- crisi convulsive;
- depressione;
- allucinazioni;
Per conoscere in maniera più dettagliata i numerosi altri effetti collaterali segnalati a seguito della somministrazione del farmaco consigliamo di leggere il foglietto illustrativo al seguente link.
CHAMPIX è sconsigliato alle donne in stato di gravidanza o soggetti che presentano malattie cardiache o polmonari, non essendo ancora stato condotto uno studio approfondito sui rischi in questi individui.
Rapporto AIFA sul ritiro di un lotto incriminato di CHAMPIX
Stando a quanto si apprende dall’AIFA, Pfizer Italia ha ritirato alcuni lotti di CHAMPIX e sospeso in via precauzionale la distribuzione del prodotto.
All’origine di questa decisione ci sarebbe la rilevazione della presenza di N-nitroso-vareniclina in quantitativi al di sopra dei livelli di assunzione ritenuti accettabili da Pfizer nei lotti incriminati. La N-nitroso-vareniclina è un derivato della nitrosamina, che è una sostanza ritenuta potenzialmente cancerogena se assunta con frequenza in dosi eccessive. Le nitrosammine sono una tipologia di composti organici presenti anche in molti cibi come formaggi, insaccati, carni o pesce. Se assunte in quantitativi eccessivi potrebbero portare all’insorgenza di patologie neoplastiche come il carcinoma esofageo e l’adenocarcinoma dello stomaco.
L’AIFA raccomanda ai sanitari di sconsigliare al paziente l’interruzione del trattamento senza consulto medico. Per il momento, AIFA rassicura che, in base ai dati disponibili, non c’è un rischio immediato per i pazienti che assumono il medicinale, ai quali però deve essere prospettata dal loro medico curante la possibilità di non poter continuare il trattamento prevedendo alternative terapeutiche. Consigliamo a chi ne faccia uso la lettura del rapporto AIFA e il consulto del medico che darà indicazioni precise sul comportamento da attuare per la salute del paziente.
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