Sul portale web dell’AIFA è stato pubblicato il primo report sul monitoraggio dei farmaci anti-COVID somministrati nella settimana compresa tra il 12 e il 19 gennaio 2022. I dati fanno riferimenti all’antivirale orale di Merck & Co. molnupiravir (commercializzato con il nome di “Lagevrio“) e alla terapia di Gilead Sciences remdesivir (commercializzata con il nome di “Veklury“).
Analizziamo subito quanto è emerso dalla rilevazione dell’AIFA. In quali regioni italiane si sono somministrati maggiormente questi due farmaci antivirali?
In questo articolo parliamo di:
Somministrazione farmaci anti-COVID: i dati del rapporto AIFA
I dati del report AIFA mostrano, in primo luogo, che è il molnupiravir il farmaco anti-COVID maggiormente assunto dai positivi sintomatici al coronavirus. Si rammenta che l’antivirale in oggetto si presenta sotto forma di compresse da 200 mg, che si assumono due volte al giorno per un massimo di 5 giorni dalla comparsa dei primi sintomi.
In tutta Italia la pillola anti-COVID è stata somministrata, tra il 13 e il 19 gennaio, a 1.492 pazienti, che costituivano il 62,3% del totale. Come si mostrerà nei paragrafi successivi, non in tutte le regioni si sono segnalate somministrazioni di molnupiravir, né tanto meno il suo impiego per la terapia domiciliare è stato omogeneo nelle regioni che ne hanno fatto uso.
Soffermandoci sul remdesivir, esso è stato somministrati a 901 pazienti con COVID-19 lieve o moderata nella settimana compresa tra il 12 e il 18 gennaio. Ne segue che solo il 37,7% di quanti hanno ricevuto la terapia domiciliare è stato sottoposto alla somministrazione del farmaco.
In una nota aggiuntiva, L’AIFA ha aggiornato la sua stima alla data del 20 gennaio 2022. Questi sono i risultati registrati fino a tale giorno:
- Molnupiravir: 1.662 pazienti;
- Remdesivir: 976 pazienti;
Dove si è somministrato di più il molnupiravir?
Come già detto in precedenza, il molnupiravir è autorizzato per il trattamento dei pazienti COVID-19 in forma lieve o moderata, ed esistono evidenze scientifica circa la sua efficacia nell’abbassare fino al 50% il rischio di ospedalizzazione e/o decesso.
Nel seguente elenco sono riportate le regioni e le provincia autonome italiane nelle quali si è somministrato maggiormente l’antivirale orale di Merck & Co. tra il 13 e il 19 gennaio (ordine decrescente):
- Lazio: 219 (14,7% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Liguria: 207 (13,9% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Piemonte: 203 (13,6% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Veneto: 186 (12,5% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Toscana: 161 (10,8% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Lombardia: 114 (7,6% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Marche: 85 (5,7% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Puglia: 66 (4,4% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Friuli Venezia Giulia: 59 (4% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Umbria: 42 (2,8% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Sicilia: 30 (2% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Sardegna: 29 (1,9% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Abruzzo: 23 (1,5% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Valle d’Aosta: 20 (1,3% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Emilia-Romagna: 17 (2% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Campania: 12 (0,8% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Prov. Autonoma di Bolzano: 11 (0,7% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Molise: 5 (0,3% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Prov. Autonoma di Trento: 3 (0,2% delle somministrazioni a livello nazionale);
In Calabria e Basilicata nessun paziente ha ricevuto il molnupiravir.
Dove si è somministrato di più il remdesivir?
Per quanto riguarda il remdesivir, è doveroso precisare che tale terapia antivirale è impiegata sia nel trattamento dei pazienti COVID-19 ospedalizzati, sia nella terapia prevista per i soggetti sintomatici con malattia lieve o moderata, che non richiedono cure ospedaliere.
Parlando dei pazienti ospedalizzati, le 10 regioni nelle quali sono state eseguite più somministrazioni di Veklury tra il 12 e il 18 gennaio sono le seguenti (ordine decrescente):
- Lombardia: 12.089 (15,3% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Lazio: 11.206 (14,1% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Emilia-Romagna: 7.945 (10% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Veneto: 6.072 (7,7% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Toscana: 5.916 (7,5% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Piemonte: 5.593 (7,1% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Liguria: 5.332 (6,7% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Puglia: 4.439 (5,6% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Sicilia: 4.383 (5,5% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Marche: 3.739 (4,7% delle somministrazioni a livello nazionale);
In queste regioni si è concentrato l’84,2% dei soggetti con COVID-19 in forma grave trattato con l’antivirale di Gilead Sciences. Osservando invece i dati relativi ai pazienti COVID-19 in forma lieve o moderata, le 10 regioni in cui si è eseguito il maggior numero di somministrazioni sono state (ordine decrescente);
- Emilia-Romagna: 244 (27,1% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Lombardia: 239 (26,5% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Toscana: 106 (11,8% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Liguria: 87 (9,7% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Lazio: 63 (7% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Piemonte: 50 (5,5% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Abruzzo: 27 (3% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Campania: 20 (2,2% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Veneto: 20 (2,2% delle somministrazioni a livello nazionale);
- Puglia: 13 (1,4% delle somministrazioni a livello nazionale);
In Basilicata, Molise, Sardegna, Calabria, Valle d’Aosta e nelle due Province Autonome di Trento e Bolzano non si è somministrato il trattamento il redemsivir ad alcun paziente COVID-19.
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