Farmaci antiacidi e gastroprotettori: quali sono, come funzionano e quando utilizzarli

“Dottore, mi sento un bruciore di stomaco, cosa prendo?” oppure “Dottoressa, mi sembra di avere lo stomaco pesante, cosa può essere?”: queste sono domande all’ordine del giorno in farmacia o in uno studio medico.  In situazioni del genere i farmaci antiacidi vengono in aiuto, rappresentando la terapia più semplice per il trattamento dei sintomi di un’eccessiva secrezione acida.

Vediamo quali sono i gastroprotettori più comuni, come funzionano e come utilizzarli in sicurezza.

L’iperacidità dello stomaco: sintomi e cause

Lo stomaco è il “sacchetto” all’interno del quale vengono processati e ridotti in molecole più piccole gli alimenti, così da poter essere facilmente assorbiti nell’intestino. Lo stomaco secerne 2,5 litri di succhi gastrici al giorno formati da:

  • pro-enzimi (enzimi che si attivano successivamente in particolari condizioni)
  • acido cloridrico
  • fattore intrinseco
  • muco
  • ioni bicarbonato.

Muco e bicarbonato insieme formano un gel che non si mescola con altri liquidi e protegge le pareti gastriche dal succo acido.

Quando si scatena l’iperacidità gastrica è possibile che ci sia un’erosione della mucosa e delle pareti dello stomaco, che nei casi più gravi portano anche ad ulcere peptiche. I sintomi più comuni sono:

  • sensazione di bruciore e dolore nella parte alta dell’addome
  • sensazione di pesantezza o di vuoto
  • nausea

Iperacidità e reflusso gastoesofageo: differenze

Non bisogna confondere l’iperacidità con il reflusso gastroesofageo, una condizione dove i succhi gastrici entrano in contatto con la parete dell’esofago, provocano sì bruciore e dolore epigastrico, ma soprattutto rigurgito acido. Sia l’iperacidità che il reflusso gastrico possono essere esacerbati da situazioni e abitudini alimentari che contribuiscono nella produzione eccessiva di succhi gastrici, provocando infiammazione della mucosa dello stomaco e quindi dolore. 

Questo può avvenire per diverse ragioni:

  • periodi di stress
  • assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS)
  • eccesso di caffè, alcol e alimenti acidi come acqua e limone di prima mattina a stomaco vuoto

È quindi fondamentale non solo riconoscere quali sono le situazioni che incrementano il disagio, ma soprattutto sapere come ridurre i sintomi. Ad esempio imparando quali cibi è meglio evitare.

Quali sono i farmaci antiacidi e come funzionano

I gastroprotettori sono di diverse tipologie e agiscono andando a neutralizzare direttamente l’acido gastrico, aumentando di conseguenza il pH dello stomaco. Questo meccanismo permette il trattamento sia dei sintomi sia di eventuali ulcere se utilizzati per un tempo sufficiente, ma inibisce l’attività digestiva dello stomaco. 

I più comuni farmaci antiacidi sono: 

  • Sali: bicarbonato di sodio, sali di magnesio e alluminio (idrossido di magnesio, trisilicato di magnesio e  idrossido di alluminio), carbonato di calcio
  • Coadiuvanti: alginato, simeticone
  • Inibitori di pompa protonica: pantoprazolo, omeprazolo, lansoprazolo ecc.

Alcuni farmaci sono sottoposti a prescrizione medica, altri invece sono di libera vendita. Dal momento che ogni paziente ha una storia clinica a sé è importante chiedere il parere del proprio medico di base o del farmacista di fiducia, non solo prima di assumere prodotti antiacidi ma anche in caso di fastidi persistenti per indagare meglio le cause del bruciore.

Caratteristiche dei farmaci antiacidi

I sali

Il bicarbonato di sodio, un sale utilizzato anche in cucina, agisce rapidamente liberando anidride carbonica, che, a sua volta, provoca eruttazione del gas. Bisogna fare attenzione a non esagerare con il suo utilizzo per evitare alcalosi, cioè un aumento del pH del sangue e delle urine che porta a uno stato di malessere (mal di testa, letargia…). 

I sali di magnesio e alluminio da soli causano rispettivamente diarrea e costipazione, per questo vengono spesso utilizzati in combinazione per mantenere la funzionalità intestinale intatta. In particolare i composti di magnesio sono insolubili che reagiscono lentamente con i succhi gastrici, ma non causano alcalosi. Chi è iperteso o ha una dieta in cui deve limitare il consumo di sodio, è meglio che controlli con attenzione i prodotti antiacidi che contengono sali perché spesso vengono commercializzati con elevate quantità di questo elemento al loro interno.

Il carbonato di calcio, come gli altri sali, agisce aumentando il pH dello stomaco andando a trattare i sintomi dell’iperacidità. Potrebbe dare eruttazione, costipazione, vomito se assunto in grandi quantità.

Coadiuvanti

Spesso ai farmaci antiacidi vengono associati gli alginati o il simeticone, questo per ottenere due differenti scopi. Per quanto riguarda gli alginati, contenuti ad esempio nel Gaviscon, servono per aumentare la viscosità e l’aderenza del muco formando una barriera protettiva nello stomaco. Mentre il simeticone è utile per limitare il gonfiore e i gas che si formano nello stomaco. È importante ricordare che i sali e i coadiuvanti sono generalmente utilizzati all’occorrenza come sintomatici.

Inibitori di Pompa Protonica

Gli inibitori di pompa protonica (pantoprazolo, lansoprazolo, esomeprazolo, ecc…) si attivano in ambiente acido e bloccano in modo selettivo un enzima delle cellule parietali dello stomaco. Questo enzima permette ai protoni H+ di entrare nello stomaco e combinarsi con lo ione Cloro, creando l’HCl (acido cloridrico), responsabile dell’acidità dei succhi gastrici. Gli inibitori di pompa protonica non vengono impiegati esclusivamente per trattare l’acidità gastrica e le ulcere peptiche, ma anche per il reflusso esofageo, nella sindrome di Zollinger-Ellison e sono uno dei componenti della terapia dell’infezione da Helicobacter pylori. Questa classe di farmaci può essere acquistata tramite ricetta medica mutuabile oppure come farmaco da banco, a seconda del numero di unità nella confezione e al principio attivo.

A differenza dei farmaci sintomatici della categoria precedente, i farmaci inibitori di pompa protonica non sono farmaci da utilizzare al bisogno, ma per avere benefici è necessario un trattamento per periodi prolungati. È quindi fondamentale attenersi alla posologia indicata. Eventuali effetti avversi possono essere: prurito e difficoltà respiratorie se si è allergici, possibile riduzione di globuli bianchi, rossi e/o piastrine, cefalea, nausea, diarrea.

Fonti:

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