Segnalazione di pensieri suicidari con farmaci: cosa sappiamo?

L’agenzia europea per i medicinali (EMA) ha avviato una revisione su alcuni farmaci a base di semaglutide o liraglutide, usati per la perdita di peso e per il trattamento del diabete di tipo 2.

Nello specifico l’indagine messa in atto da parte dell’agenzia europea ha l’obiettivo di valutare l’eventuale correlazione dell’assunzione di questi farmaci con l’ideazione di pensieri suicidari, in seguito alla segnalazione da parte dell’ente regolatorio islandese su 150 casi di ideazione di suicidio e autolesionismo dopo il consumo dei principi attivi di cui sopra.

Approfondiamo insieme l’argomento.

Come funzionano i farmaci agonisti del GLP-1?

I farmaci contenenti i principi attivi semaglutide o liraglutide includono prodotti farmaceutici che sono conosciuti con il nome commerciale di “Ozempic”, “Saxenda”, “Wegovy”.
Possono essere prescritti in condizioni di obesità o sovrappeso per aiutare il paziente a perdere peso, ma sono usati anche per il trattamento del diabete di tipo 2.

Il loro funzionamento si basa sull’interazione nei confronti dei recettori dell’ormone GLP-1.
Con la sigla “GLP-1” si indica un ormone chiamato per esteso “glucagon-like peptide 1” che viene prodotto dall’intestino al fine di stimolare la secrezione di insulina e inibire al contempo il rilascio di glucagone nell’ambito della regolazione del metabolismo e della fisiologia gastro-enterica dopo un pasto.

Inoltre, questa molecola ha come effetto quello di rallentare lo svuotamento dello stomaco e aumentare il senso di sazietà.

I principi attivi semaglutide e liraglutide interagiscono con il recettore dell’ormone GLP-1 comportandosi da agonisti, ossia vi si legano producendo la stessa segnalazione della molecola ormonale, portando a un aumento della secrezione di insulina e a un consolidamento del senso di sazietà. L’effetto legato al rilascio dell’insulina rende questi due principi attivi un valido strumento terapeutico contro il diabete di tipo 2; al contempo, la facoltà di indurre un senso di sazietà gli permette di essere usati per il trattamento dell’obesità.

Le molecole di cui sopra sono molto più stabili del GLP-1 e vengono degradate in tempi più lunghi pertanto si prestano molto bene ad essere usate come farmaci per indurre l’attivazione del recettore con conseguente induzione di un effetto più prolungato.

La correlazione con ideazioni suicidarie

In seguito alla segnalazione da parte dell’agenzia di controllo farmaceutico islandese, l’EMA ha avviato un’indagine per investigare l’eventuale correlazione tra il rischio di ideare pensieri suicidari e l’assunzione di semaglutide e liraglutide.
Le autorità islandesi hanno notato una particolare incidenza di suicidi e comportamenti autolesionisti in pazienti in terapia proprio con questi farmaci.

La risposta da parte dell’EMA ha raggiunto immediatamente i livelli di massima allerta in quanto l’esposizione a semaglutide e liraglutide è stimata essere attorno ai 20 milioni di soggetti all’anno.
La questione è portata avanti in agenda dalla stessa autorità europea come “segnalazione di evento avverso” e solamente le opportune indagini scientifiche sapranno dirci se esiste veramente un eventuale effetto dei farmaci di cui sopra sull’umore dei pazienti.

Che tipo di indagini saranno condotte?

A livello pratico l’EMA per approfondire il problema condurrà studi di farmacovigilanza, che prevedono principalmente studi statistici.
In un primo momento verranno condotti screening sugli eventi avversi in tutta la popolazione, applicando strumenti matematico-statistici in grado di mettere in risalto la distribuzione dei dati su vari punti di vista.I risultati verranno in seguito interpretati sulla base di dati già presenti in letteratura per poi passare allo studio delle evidenze in sotto-popolazioni specifiche come quella pediatrica.

Contraccettivi orali e cambiamento dell’umore

L’allerta sulla possibile influenza sull’umore da parte di farmaci che interferiscono con la segnalazione ormonale non è nuova alle agenzie farmaceutiche governative.
Proprio in Italia, nel 2019, l’AIFA ha emanato una nota informativa in cui avrebbe invitato all’attenzione sul possibile effetto negativo sull’umore da parte dei contraccettivi orali, con rischio relativo all’ideazione di pensieri suicidari.

Questa pubblicazione del 2022 conclude che ci sono evidenze per supporre che i contraccettivi ormonali progestinici riescano a indurre uno stato depressivo, soprattutto nelle pazienti vulnerabili.
I ricercatori, infine, insistono sull’importanza della ricerca in tal senso per capire meglio le correlazioni tra assunzione di contraccettivi orali e depressione, visto il largo consumo di questi farmaci nella popolazione femminile.

Fonti

https://www.ema.europa.eu/en/news/ema-statement-ongoing-review-glp-1-receptor-agonists

https://www.ema.europa.eu/en/documents/agenda/agenda-prac-meeting-3-6-july-2023_en.pdf

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9218393/

https://www.aifa.gov.it/-/nota-informativa-importante-sui-contraccettivi-ormonali

 

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