Fluoxetina: cos’è, a cosa serve e quali sono gli effetti collaterali

Il festival di Sanremo è alle porte, un evento in cui sono protagonisti la musica, i cantanti e i fiori. Tra i testi di quest’anno, “Battiti” di Fedez affronta il tema della depressione citando uno dei farmaci che si usano per trattarla: la fluoxetina. Questo farmaco fa parte della classe di principi attivi noti come ricaptatori di serotonina, una molecola coinvolta nella sensazione di buonumore. Vediamo, quindi, a cosa serve la fluoxetina, quali effetti collaterali può portare e a quali interazioni con altri farmaci è bene fare attenzione.

Cos’è e a cosa serve la fluoxetina

La fluoxetina fa parte di una classe di farmaci considerata come trattamento di prima linea nella gestione di patologie negli adulti. Ecco quali:

  • depressione maggiore
  • disturbi d’ansia
  • attacchi di panico
  • eiaculazione precoce
  • sintomi del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)
  • disturbo alimentare (bulimia nervosa)
  • sindrome disforica premestruale.
    Di norma, il farmaco viene utilizzato insieme alla psicoterapia.

Può essere utilizzato anche nei bambini e adolescenti a partire dagli 8 anni di età in caso di disturbo depressivo maggiore da moderato a grave in combinazione con una terapia psicologica.

Meccanismo d’azione della fluoxetina

La fluoxetina appartiene ad un gruppo di medicinali chiamati antidepressivi della classe degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI). I farmaci appartenenti a questa classe modificano il funzionamento del sistema serotoninergico legandosi e bloccando il trasportatore della serotonina. Questo meccanismo porta un aumento della concentrazione della molecola in circolo nel corpo. La serotonina agisce come neurotrasmettitore e come ormone, ed è presente in diversi tessuti come cervello e tratto gastrointestinale. Viene anche indicata come“ormone della felicità” perché a livello cerebrale regola l’umore, il sonno, l’appetito e le emozioni.

Effetti collaterali della fluoxetina

Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina presentano pochi effetti collaterali rispetto a quelli causati dagli antidepressivi tradizionali. Tuttavia, possono insorgere effetti collaterali come la mancanza iniziale di risposta al trattamento, sonnolenza, nausea e disfunzioni sessuali. Particolare attenzione negli adolescenti che utilizzano la fluoxetina perché è stato visto l’insorgere di pensieri suicidi o di autolesionismo. In generale, gli effetti collaterali al farmaco includono:

  • allergia al principio attivo o ad uno degli eccipienti
  • glaucoma ad angolo stretto
  • stato di nervosismo
  • fauci secche
  • debolezza
  • tremori incontrollabili
  • perdita o calo dell’appetito
  • perdita o calo di peso
  • sudorazione abbondante.

Attenzione ad eventuali altri sintomi quali: dolori o rigidità articolari, gonfiore a mani, caviglie, polpacci o piedi, rash, orticaria, sudorazioni, stato confusionale, battito accelerato o irregolare, allucinazioni visive o acustiche, sintomi convulsivi.

Interazioni con altri farmaci

Bisogna sempre informare il medico se si soffre di patologie quali diabete, malattie epatiche o cardiache, se si soffre di convulsioni o se si ha ricevuto un elettroshock. Inoltre, comunicare tutti i medicinali e integratori che si stanno assumendo. Infatti, alcuni prodotti fitoterapici possono interferire con la fluoxetina, come ad esempio l’iperico (detto anche erba di San Giovanni).
In generale, è bene evitare di assumere fluoxetina se si stanno già assumendo:

  • metoprololo usato per trattare l’insufficienza cardiaca
  • un medicinale appartenente alla classe degli “Inibitori irreversibili non selettivi delle Monoaminoossidasi“(I-MAO) perché possono verificarsi reazioni gravi o addirittura fatali, come la sindrome serotoninergica. Un esempio di tali medicinali è l’iproniazide.

Assumere il medicinale in gravidanza e allattamento

Le donne che assumono fluoxetina possono continuare il trattamento anche durante la gravidanza o l’allattamento, previo parere dello specialista. Se la madre stava già assumendo fluoxetina durante la gravidanza o se altri antidepressivi si sono dimostrati inefficaci, la maggior parte degli esperti sconsiglia di cambiare farmaco durante l’allattamento. In caso contrario, potrebbero essere preferiti farmaci con una minore escrezione nel latte materno, specialmente durante l’allattamento di un neonato o di un bambino prematuro. Infatti, in caso si allatti al seno, bisogna tenere in considerazione che la quantità media di fluoxetina che passa nel latte materno è più elevata rispetto alla maggior parte degli altri SSRI.

Inoltre, il metabolita attivo è rilevabile nel siero della maggior parte dei lattanti durante i primi 2 mesi e in alcuni anche successivamente. Gli effetti riportati in alcuni lattanti sono:coliche, irritabilità, agitazione, difficoltà di alimentazione e sonnolenza. Non sono stati rilevati effetti avversi sullo sviluppo in alcuni bambini seguiti fino a un anno di età.

 

Fonti:
Selective Inhibition of the Serotonin Transporter in the Treatment of Depression: Sertraline, Fluoxetine and Citalopram
Z. Szoke-Kovacs, C. More et al.
Neuropsychopharmacol Hung. 2020 Mar;22(1):4-15.

Condividi su: