Leqvio® è il nome commerciale con cui è conosciuto Inclisiran, un farmaco sviluppato dalla società farmaceutica svizzera Novartis, la cui approvazione da parte dell’EMA risale al 9 dicembre 2020. Si tratta di una terapia contro l’ipercolesterolemia familiare e la dislipidemia mista, due disturbi che sono alla base dell’aumento del colesterolo LDL nel sangue con conseguenti complicazioni di natura cardiocircolatoria.
In Svizzera questo farmaco è stato autorizzato in via definitiva solamente il 9 settembre 2021, dopo che l’omologo elvetico dell’EMA (Swissmedic) aveva revisionato gli studi di Fase III forniti dalla casa produttrice (fonte). Per ulteriori informazioni vi invitiamo a consultare l’articolo pubblicato sul portale web Moneymag.ch.
Andiamo a vedere come funziona la terapia con Leqvio®, quali sono le raccomandazioni fornite dall’EMA per la somministrazione nei paesi UE e i possibili effetti benefici sui pazienti interessati da ipercolesterolemia familiare.
In questo articolo parliamo di:
Ipercolesterolemia familiare: cos’è, quali sono i sintomi e quali complicazioni comporta
L’ipercolesterolemia familiare è una forma ereditaria di ipercolesterolemia (condizione di eccesso di colesterolo nel sangue) di natura autosomica codominante, causata da una mutazione che interessa il recettore delle lipoproteine a bassa densità (LDL), localizzato sul cromosoma 19. La mutazione del recettore (LDLR) impedisce il legame e la captazione nelle cellule dell’LDL circolante, che quindi permane nel circolo sanguigno. Questa malattia può presentarsi in due forme:
- Omozigote: la forma più grave, che interessa 1 individuo ogni 1.000.000, in cui chi ne è affetto non presenta affatto il recettore LDL. In questi individui entrambe le coppie del gene del recettore sono alterate;
- Eterozigote: la forma più comune, che interessa 1 individuo ogni 500, in cui chi ne è affetto presenta bassi livelli del recettore LDL. In questi individui solo una delle due coppie del gene del recettore è alterata;
I pazienti affetti dalla forma omozigote presentano livelli di colesterolo LDL superiori ai 500 mg/dl (ma si può andare anche oltre i 1000 mg/dl), mentre per chi è affetto dalla forma eterozigote i valori solo compresi tra i 270-500 mg/dl. Mentre la forma eterozigote è per lo più asintomatica, quella omozigote si manifesta anche in giovane età con segni visibili come:
- Xantomi: depositi giallastri di grasso sulle mani o sui tendini d’Achille;
- Xantelasmi: placche giallastre sulle palpebre;
- Arco corneale: depositi di materiale adiposo attorno all’iride;
- Disturbi di natura cardiovascolare;
L’accumulo eccessivo di colesterolo LDL può provocare episodi ateriosclerotici e aumentare considerevolmente il rischio di infarto o ictus.
Ipercolesterolemia familiare: come viene trasmessa ai figli?
L’ipercolesterolemia familiare è così chiamata perché è una malattia ereditaria autosomica codominante, che viene trasmessa ai figli e va a colpire molti soggetti della stessa famiglia. Questo significa che un individuo eterozigote, se concepisce con un soggetto sano, avrà:
- il 50% di probabilità di avere un figlio eterozigote come lui
- il 50% di probabilità di avere un figlio sano
Quando un individuo eterozigote mette al mondo la prole con un altro individuo eterozigote ha:
- il 25% di probabilità di avere un figlio omozigote (con forma più grave di quella dei genitori)
- il 25% di probabilità di avere un figlio sano
- il 50% di probabilità di avere un figlio eterozigote (come i genitori)
Un individuo affetto dalla forma omozigote avrà:
- tutti i figli eterozigoti se concepiti con un soggetto sano;
- il 50% dei figli eterozigoti e il 50% di figli omozigoti se concepiti con un soggetto eterozigote.
Leqvio®: come funziona e posologia
Il Leqvio® è un farmaco a base di principio attivo inclisiran, il quale agisce come inibitore della proteina PCSK9 legandosi all’RNA (fonte). Questa proteina è in grado di degradare il recettore LDL e aumentare di conseguenza i livelli di colesterolo cattivo nel sangue. L’azione dell’inclisiran ne attenua gli effetti e favorisce quindi la riduzione dei livelli di colesterolo LDL (fonte).
Gli effetti benefici dell’inclisiran sono stati confermati da tre studi eseguiti su un totale di 3.660 soggetti, il 94% dei quali assumeva già altri farmaci per la riduzione del colesterolo LDL (come per esempio le statine, ossia farmaci inibitori della sintesi del colesterolo endogeno). Dopo 15 mesi di trattamento è emerso che i soggetti trattati con il Leqvio® presentavano livelli di colesterolo inferiori del 50% rispetto all’inizio della terapia.
Il medico curante può prescrivere il Leqvio® (dosaggio da 284 mg) qualora i livelli di colesterolo del paziente non diminuiscono anche con il dosaggio massimo di statine o altri farmaci per ridurlo. Il principio attivo si somministra mediante iniezione sottocutanea, solitamente nella pancia o negli arti. Dopo la prima iniezione si dovranno attendere almeno 3 mesi per la seconda, per poi arrivare a un’iniezione ogni 6 mesi a partire dalla terza dose. La somministrazione del Leqvio® è riservata solamente ai pazienti adulti.
Al momento non esistono ancora prove dirette del fatto che il farmaco abbatta in maniera diretta il rischio di infarto e ictus. Tuttavia la riduzione del colesterolo favorisce un miglioramento della salute del sistema cardiocircolatorio dei soggetti interessati.
Leqvio®: effetti collaterali e controindicazioni
In base al rapporto EMA relativo agli effetti indesiderati, fino al 10% dei pazienti ai quali si somministra il Leqvio® può soffrire dei seguenti disturbi nel sito d’iniezione (fonte):
- Dolore;
- Bruciore o arrossamento;
- Prurito ed eruzioni cutanee;
La somministrazione del farmaco è fortemente sconsigliata in caso di:
- Conclamata allergia al principio attivo inclisiran o agli altri componenti della soluzione;
- Gravidanza accertata o sospetta;
Per quanto riguarda invece la somministrazione alla donne in allattamento il discorso è più complesso. Sebbene si consigli di rivolgersi al proprio medico curante per considerare o meno la somministrazione del Leqvio®, al momento non sono ancora stati studiati eventuali effetti dannosi sulla salute del neonato allattato da madre che assuma il farmaco.
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