Vermi intestinali: nuova pillola 2 in 1. Lo studio

Un nuovo trattamento, già in fase 3, sembra combattere efficacemente le infezioni da vermi intestinali, gli elminti trasmessi dal suolo. Colpiscono almeno un miliardo e mezzo di persone nel mondo e per l’Organizzazione Mondiale della Sanità è prioritario che entro il 2030 non siano più un problema di salute pubblica. Il nuovo trattamento, il cui studio è pubblicato sulla rivista Lancet Infectious Diseases, combina due principi attivi nella stessa somministrazione per facilitare l’assunzione e combattere un maggior numero di patogeni.

Vermi intestinali, quali sono i sintomi

Le infezioni da elminti trasmessi dal suolo sono dovuti a diversi patogeni. Sono anche particolarmente diffusi nelle aree più povere del mondo. I sintomi sono prevalentemente gastrointestinali e possono portare a:

  • anemia
  • malnutrizione
  • compromissione dello sviluppo fisicoe cognitivo
  • morte, in casi estremi.

Albendazolo e invermectina contro i vermi intestinali

Gli studiosi hanno riportato i risultati di uno studio di fase 2/3 adattativo, randomizzato e controllato, che confronta il regime standard di una singola dose di 400 mg di albendazolo con due formulazioni sperimentali a dose fissa di albendazolo e ivermectina. Ad oggi – spiegano i ricercatori – il trattamento maggiormente in uso è l’antiparassitario albendazolo che, tuttavia, è efficace soltanto per alcuni dei parassiti. Da qui l’idea di abbinarlo a un secondo antiparassitario, l’ivermectina appunto, unendo i due principi attivi in un’unica pillola, a dosaggio fisso, per facilitare la somministrazione. Questo approccio è stato sperimentato in uno studio clinico condotto su circa mille bambini in Etiopia, Kenya e Mozambico. La ricerca ha potuto verificarne la sicurezza e poi l’efficacia. Il progetto è stato sviluppato di concerto con organizzazioni africane ed europee.

La novità introdotta dallo studio

Studi precedenti dimostrano che la sinergia tra albendazolo e ivermectina aumenta l’efficacia nel trattamento di Trichuristrichiura e colpisce anche Strongyloides stercoralis, due parassiti intestinali. Qual è, dunque, la novità in questo caso? A differenza dell’albendazolo, il dosaggio dell’ivermectina si basa sul peso corporeo dell’individuo e quindi è altamente variabile, oltre che difficile da dosare in aree remote. Per superare questo problema è stata considerata l’altezza al posto del peso per determinare la dose di ivermectina. Inoltre, questo studio ha usato una formulazione orodispersibile che riduce il rischio di soffocamento nei bambini.

Trattamento più efficace e semplice

Lo studio mostra che l’abbinamento di due farmaci in un’unica pillola aumenta l’efficacia del trattamento, estendendola a un numero più ampio di patogeni, e semplifica le modalità di assunzione. Il trattamento non dà particolari rischi e ha un’efficacia superiore al 95%.

“Può dare ai paesi endemici la possibilità dipuntare agli obiettivi di eliminazione delle infezioni da elmintitrasmessi dal suolo”

afferma il coordinatore dello studio. I risultati dello studio sono già stati sottoposti alle autorità regolatorie europea e ghanese dalle quali si attende una risposta.

Fonte:
Albendazole and ivermectin co-formulation for soil-transmitted helminthiases

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