Iperemesi gravidica: sintomi, cause e come trattarla

Se il buongiorno si vede dal mattino, in alcuni casi l’inizio della giornata è segnato da nausea e vomito. Capita spesso durante il primo trimestre di gravidanza e si risolve spontaneamente. C’è però una condizione in cui i sintomi della nausea mattutina sono particolarmente pesanti, tanto da portare alla disidratazione e alla perdita di peso. Parliamo dell’iperemesi gravidica, una patologia che impatta a livello fisico ed emotivo con un peggioramento della qualità di vita della donna in gravidanza.

Vediamo, quindi, quali sono i sintomi, come si tratta e come si affronta anche dal punto di vista emotivo.

Cos’è l’iperemesi gravidica

Durante la gravidanza, e in particolare durante il primo trimestre, si verificano spesso nausea e vomito. Normalmente il malessere si verifica al mattino, la cosiddetta nausea mattutina, ma può, in realtà, verificarsi in qualsiasi momento della giornata. A volte, scatenata anche da particolari odori o sapori. La nausea, ma in particolare il vomito, normalmente compare alla quinta settimana, e scompare tra la 16esima e la 18esima settimana di gestazione.
Invece, quando si parla di iperemesi gravidica si intendono nausea e vomito molto più intensi del normale, con episodi di rigetto frequenti tanto da arrivare a disidratarsi e a perdere peso. Se le donne in gravidanza accusano episodi occasionali di vomito, ma con aumento di peso e senza disidratazione, non sono affette da iperemesi gravidica. E’ importante tenere presente che l’iperemesi gravidica è molto peggiore della normale nausea da gravidanza e non è il risultato di qualcosa che la pazienta ha o non ha fatto.

Sintomi dell’iperemesi gravidica

La sintomatologia da iperemesi gravidica non riguardano solo la presenza di nausea e vomito. Infatti, questa patologia è caratterizzata anche da:

  • perdita di peso, più del 5%
  • disidratazione
  • chetosi
  • alterazioni elettrolitiche.

La disidratazione può portare ad ulteriori problematiche quali tachicardia, ipotensione, e più raramente, maggiore rischio di sviluppare un coagulo di sangue (trombosi venosa profonda).
Inoltre, l’iperemesi gravidica può dare un lieve ipertiroidismo transitorio.
È raro che l’iperemesi gravidica persista dopo la 16esima o la 18esima settimana di gravidanza, ma in quei casi è particolarmente pericolosa perché può:

  • danneggiare il fegato, causando ittero e degradazione del tessuto epatico
  • sviluppare l’encefalopatia di Wernicke, causando stato confusionale, sonnolenza, problemi oculari e perdita di equilibrio
  • lacerarsi l’esofago.

Le possibili cause dell’iperemesi gravidica

A oggi non si conoscono le cause dell’iperemesi gravidica, ma gli esperti ipotizzano che il disturbo sia di tipo genetico.

Dal momento che durante i primi mesi di gravidanza si verificano degli aumenti significativi di estrogeni e beta hCG (gonadotropina corionica), è possibile che l’iperemesi sia collegata anche a questo.
Nel caso degli estrogeni, i livelli di estradiolo aumentano all’inizio della gravidanza e diminuiscono successivamente, rispecchiando l’andamento tipico della nausea e del vomito in gravidanza. Inoltre, nausea e il vomito sono noti effetti collaterali dei farmaci contenenti estrogeni.
Per quanto riguarda i livelli di hCG, raggiungono il picco durante il primo trimestre, proprio in corrispondenza dei sintomi di iperemesi. Alcuni studi mostrano una correlazione tra concentrazioni più elevate di hCG e iperemesi, ma al momento non ci sono sufficienti dati a supporto.
Infine, si sospetta anche che la nausea possa essere vista come un meccanismo di difesa del corpo per tenere la donna, quindi il feto, lontana da cibi potenzialmente pericolosi.

Come si diagnostica l’iperemesi

Nausea e vomito sono sintomi comuni anche ad altre patologie, come gastroenterite, occlusione intestinale, ecc., per questo è fondamentale rivolgersi al medico per avere una diagnosi corretta. Lo specialista valuterà l’insorgenza, la durata, la frequenza e il tipo di nausea e vomito. Non solo, infatti potrebbe anche tenere traccia delle misurazioni del peso, analizzare i valori dei corpi chetoni urinari oltre a valutare gli elettroliti sierici e fare i test di funzionalità renale. Ulteriori esami che possono essere richiesti sono: l’ormone tireostimolante, gli elettroliti sierici, l’azotemia, la creatinina, aspartato aminotransferasi (AST), alanina aminotransferasi (ALT), magnesio, e fosfato.

Infine, con l’ecografia si escludono una forma di gravidanza anomala (mola idatiforme) e l’eventuale gravidanza gemellare.

Come trattare l’iperemesi gravidica

Innanzitutto, se viene diagnosticata la patologia si esclude qualsiasi terapia orale, ma si somministrano liquidi per via endovenosa. Di solito sono liquidi contenenti glucosio (zucchero), elettroliti e vitamine. Nel caso in cui il vomito persista è possibile il ricovero in ospedale dove si continua l’assunzione di liquidi. I medici potrebbero anche somministrare farmaci sintomatici per alleviare la nausea.
Dopo la reidratazione e fermato il vomito, se sono tollerati i liquidi, si può provare a far assumere piccole ma frequenti porzioni di alimenti. Via via che la paziente riesce a tollerare le porzioni, si può cautamente aumentarne la quantità. Invece, se non riesce a bere liquidi, potrebbe essere necessaria la loro somministrazione per via endovenosa in ospedale o a casa per un periodo di tempo variabile.
Qualora il disturbo dovesse proseguire anche dopo la reintroduzione di liquidi ed elettroliti, o dovesse ripresentarsi, potrebbero essere prescritti farmaci sintomatici come gli antiemetici e la vitamina B6.

La salute del nascituro se la madre soffre di iperemesi

Bisogna ricordare che la condizione di iperemesi coinvolge due pazienti: la madre e il nascituro. Se trattata, è improbabile che la patologia danneggi il bambino.
Tuttavia, la perdita di peso durante la gravidanza aumenta il rischio che il bambino possa nascere più piccolo del previsto. Al momento, però, gli studi riportano informazioni contrastanti riguardo l’incidenza di basso peso alla nascita e di neonati prematuri collegati alla nausea e al vomito in gravidanza. Infine, le ricerche, finora, non hanno mostrato un’associazione tra iperemesi e mortalità perinatale o neonatale e nemmeno la frequenza delle anomalie congenite nei nascituri.

Impatto emotivo e qualità di vita, non è da sottovalutare

La nausea e il vomito dell’iperemesi gravidica possono influire sulla qualità di vita di una donna in gravidanza proprio nel momento in cui si aspetta di vivere l’attesa più serenamente.
La condizione non ha solo un impatto fisico, con la sintomatologia vista in precedenza, ma anche emotivo. Può essere, infatti, una situazione difficile da affrontare, che senza trattamento, può anche portare alla depressione.
La nausea grave, infatti, può essere estenuante e impedire di svolgere le attività quotidiane, come andare al lavoro o persino alzarsi dal letto.
Oltre a malessere e stanchezza, si potrebbe provare anche:

  1. ansia nell’uscire o essere troppo lontana da casa nel caso si presentasse la necessità di vomitare
  2. isolamento perché non si conoscono persone che hanno avuto iperemesi gravidica e possano comprendere la situazione
  3. confusione sul perché sta accadendo
  4. incertezza su come affrontare il resto della gravidanza se continua il malessere

Se si provano anche uno di questi sentimenti e bene parlarne con il proprio specialista di riferimento che può aiutare a comprendere meglio la situazione e proporre delle strategie per affrontare la condizione.

Fonti:

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