Il riso ibrido: che cos’è? Rappresenta una svolta in campo alimentare?

In campo alimentare il riso ha sempre giocato un ruolo molto significativo come alimento di base per miliardi di persone, fin dai tempi pre-storici.

Alcuni recenti sviluppi, portati avanti dagli ingegneri biomolecolari della Yonsei University in Corea del Sud, stanno per elevare questo alimento a un livello completamente nuovo, integrando cellule animali nei chicchi di riso per creare un alimento ibrido che potrebbe rivelarsi una svolta nel nostro approccio al cibo sostenibile.

Il riso ibrido: che cos’è? Quali sono le sue caratteristiche?

I ricercatori sono riusciti ad integrare con discreto successo cellule animali nei chicchi riso: questo è stato possibile usando una sostanza chimica gelatinosa come rivestimento dei chicchi su scala nanometrica.

Ai fini di arricchire la componente cellulare, il riso viene incubato in termostato a circa 37 gradi Celsius per 1-2 settimane e successivamente cotti in un forno a microonde.

Come risultato è stato ottenuto un riso dalle sfumature rose e violacee, che non solo risulta gradevole da un punto di vista visivo ma offre anche notevoli benefici nutrizionali.

Gli autori dello studio, spiegano che il riso ottenuto con questo procedimento biotecnologico, contiene 310 milligrammi in più di proteine per 100 grammi rispetto al riso non trattato.

Oltre a questo, il riso contiene anche un quantitativo maggiore di carboidrati in più rispetto al riso convenzionale, risultato di un ritardo nella degradazione dei carboidrati.

Il punto di forza del riso ibrido: un apporto maggiore di proteine e carboidrati

L’aumento congiunto dei carboidrati e della componente proteica, ottenuti grazie all’ibridazione con cellule umane, rende il riso ibrido un alimento altamente nutritivo.

Gli autori dello studio sostengono che l’apporto proteico significativamente più elevato correlato al consumo di riso ibrido sia dovuto alla gelatina di pesce e agli enzimi usati per stabilizzare la struttura dei chicchi di riso.

Da un punto di vista delle proprietà organolettiche sono state effettuate analisi aromatiche che hanno dimostrato come il riso ibrido sia caratterizzato da un sapore simile a quello normale, esprimendo un leggero accenno di proteine animali, con un sentore che ricorda il burro e le mandorle, seguito da una sottile sfumatura di grasso.

Viene davvero voglia di assaggiarlo, magari nella forma di un buonissimo risotto!

Carne coltivata: un’alternativa sostenibile

Il riso ibrido rappresenta, da un punto di vista concettuale, una fusione tra i cereali e la carne coltivata: un espediente, questo, che può guadagnare attenzione come potenziale soluzione a vari problemi legati alla produzione convenzionale di carne, come il degrado ambientale e i problemi di benessere animale.

La carne coltivata viene prodotta coltivando cellule animali in laboratorio:  secondo gli esperti potrebbe ridurre, tra le varie cose, il rischio di resistenza antimicrobica, uno dei problemi più importanti per la sanità globale, in quanto questo fenomeno è dovuto in larga parte all’abuso di antibiotici in campo zootecnico.

Il processo di produzione di carne coltivata prevede il prelievo di un piccolo campione di cellule animali che vengono propagate in vitro e fatte proliferare dividendosi per dare origine a tessuto muscolare e adiposo.

Nel 2013 è stato presentato il primo hamburger a base di cellule staminali: i primi sperimentatori ritennero fin da subito che la produzione di carne coltivata possa essere resa più efficiente in laboratorio, e in futuro, anche in larga scala, sostituendo definitivamente gli allevamenti.

Quali sono le sfide per l’accettazione sul mercato di questi prodotti?

Uno degli aspetti più difficili, ma anche tra i più fondamentali del successo del riso ibrido sarà riuscire a farlo accettare dal mondo dei consumatori.

In Corea del Sud, dove i colori del riso variano ampiamente, il riso rosa potrebbe non suscitare grande sorpresa. Tuttavia, in Europa o negli Stati Uniti, i consumatori potrebbero essere meno abituati a un riso di questo colore.

Alcuni autori dello studio hanno sottolineato come la tecnologia usata per la produzione del riso ibrido potrebbe essere usata anche per lo sviluppo di altri tipi di cereali.

Quale sarà l’impatto sul mercato dei prodotti basati sulla carne coltivata?

Questo tipo di tecnologia potrebbe essere impiegata come mezzo di sussistenza alimentare nelle aree del globo dove si registrano crisi alimentari o carestie.

La carne coltivata, se prodotta su scala industriale, potrebbe rivoluzionare il nostro sistema alimentare, riducendo l’impatto ambientale e migliorando la sicurezza alimentare.

Molte analisi economico-finanziare sono state effettuate su quello che potrebbe essere il giro d’affari attorno alla carne coltivata: secondo la società di consulenza globale McKinsey, l’impatto sul mercato della carne coltivata potrebbe generare un volume di affari dell’ordine dei 23,4 miliardi di euro entro il 2030.

Nel frattempo l’Unione Europea sta ancora lavorando alla delineazione di un quadro normativo per queste nuove tipologie di alimenti, che potrebbe comportare anche un ritardo nella loro immissione sul mercato rispetto ad altre regioni del globo.

Carne coltivata e riso ibrido: c’è futuro?

L’entusiasmo da parte degli autori che hanno condotto per primi le sperimentazioni sul riso ibrido è molto elevato; tuttavia, molti esperti continuano a rimanere scettici al riguardo.

Dal punto di vista nutrizionale il consumo di alimenti naturali e meno trasformati è sempre un percorso preferibile.

La carne coltivata e gli alimenti ibridi rientrerebbero, qualora fosse permesso il loro commercio, nell’alveo degli alimenti trasformati: questo rappresenta una potenziale barriera per l’accettazione da parte dei consumatori orientati verso una dieta più naturale.

L’obiettivo è superare i limiti della tecnologia esistente e creare soluzioni alimentari che siano sicure, nutrienti e compatibili con le esigenze globali.

La scelta dei chicchi di riso, con la loro bassa incidenza di allergie e l’alto valore culturale in Corea del Sud, è un esempio di come la ricerca possa essere guidata da considerazioni culturali e scientifiche.

Concludendo possiamo affermare che il riso ibrido sviluppato dalla Yonsei University rappresenta un prodotto innovativo con un potenziale enorme nel campo degli alimenti sostenibili.

Dalla combinazione dei benefici nutrizionali dei cereali con le proteine di origine animale può nascere un’innovazione alimentare che potrebbe offrire una soluzione alle sfide nutrizionali del mondo.

Tra gli ostacoli più complessi al raggiungimento di un immissione in commercio di questo tipo di prodotti compaiono l’accettazione dei consumatori e la necessità di costruire una normativa che ne regolamenti la vendita.

Fonti

https://it.euronews.com/salute/2024/04/26/riso-rosa-come-cibo-del-futuro-lunione-tra-cereali-e-carne-coltivata

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