La complessità del sangue umano: gruppi sanguigni, sistema MAL e sicurezza nelle trasfusioni

Il sangue umano, questa meravigliosa sostanza che scorre nel nostro corpo, è molto più complesso di quanto possiamo immaginare. Tra i 4 e i 6 litri circolanti nel sistema cardiovascolare, il sangue si compone di una parte liquida, il plasma, e di elementi cellulari come globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.

Il plasma è la componente acquosa del sangue, che contiene anche proteine e nutrienti disciolti, essenziali per il funzionamento dell’organismo e per il sostentamento energetico delle cellule.

I globuli rossi o eritrociti, svolgono il ruolo vitale di trasportare ossigeno dai polmoni a tutte le cellule del corpo, mentre rimuovono l’anidride carbonica, un prodotto di scarto del metabolismo cellulare.

Dall’altra parte, i globuli bianchi, o leucociti, sono gli attori principali del sistema immunitario, sempre pronti a difenderci dalle infezioni. Infine, le piastrine sono coinvolte nel delicato processo di coagulazione, evitando che un piccolo taglio possa trasformarsi in una minaccia seria.

Che cosa sono i gruppi sanguigni?

Un aspetto affascinante del sangue è la sua diversità tra gli individui. Questa variabilità è legata a ciò che comunemente chiamiamo “gruppo sanguigno”. Ma che cos’è esattamente?

Il gruppo sanguigno è una caratteristica genetica che dipende dalla presenza di specifici antigeni, cioè molecole situate sulla superficie dei globuli rossi.

Questi antigeni interagiscono con anticorpi presenti nel plasma e la loro combinazione determina le reazioni immunitarie che possono verificarsi se il nostro corpo entra in contatto con sangue “estraneo”.

Il sistema di classificazione più conosciuto e utilizzato è l’AB0, che distingue quattro principali gruppi sanguigni: A, B, AB e 0. Nei soggetti con gruppo A, i globuli rossi presentano l’antigene A e il sangue contiene anticorpi contro l’antigene B. Viceversa, nel gruppo B si trova l’antigene B, mentre gli anticorpi sono diretti contro l’antigene A.

Chi appartiene al gruppo 0 non ha antigeni sui propri globuli rossi, ma possiede anticorpi contro entrambi, A e B. Infine, le persone con gruppo AB possiedono entrambi gli antigeni sui globuli rossi e, per questo, non producono anticorpi contro di essi.

Un altro indicatore importante è il fattore Rh, rappresentato dalla presenza o assenza dell’antigene D. Questo determina se il gruppo sanguigno è positivo o negativo. Quindi, i gruppi sanguigni si suddividono ulteriormente in otto categorie: A+, A-, B+, B-, 0+, 0-, AB+ e AB-.

Come funziona il delicato equilibrio della compatibilità sanguigna?

La compatibilità tra gruppi sanguigni è un argomento critico, soprattutto quando si parla di trasfusioni o trapianti. Se una persona riceve sangue con antigeni che il suo sistema immunitario non riconosce, il corpo reagisce producendo anticorpi contro gli antigeni estranei.

Questa reazione può causare l’agglutinazione dei globuli rossi, un processo che porta alla loro distruzione e a gravi complicazioni, talvolta fatali.

Per questo motivo, esistono regole precise che governano la compatibilità tra i gruppi sanguigni. Il gruppo A, per esempio, può ricevere sangue solo dai gruppi A e 0, mentre il gruppo B può ricevere sangue dai gruppi B e 0.

Il gruppo AB, definito “ricevitore universale”, può ricevere sangue da tutti i gruppi, poiché non contiene anticorpi contro A o B. Al contrario, il gruppo 0 è detto “donatore universale” perché non presenta antigeni sui globuli rossi, ma può ricevere sangue solo da individui con gruppo 0. Anche il fattore Rh gioca un ruolo importante: chi ha Rh positivo può ricevere sangue Rh positivo o negativo, mentre chi ha Rh negativo può ricevere solo sangue Rh negativo.

La nuova scoperta del sistema MAL: come funziona?

Nel panorama già molto complesso dei gruppi sanguigni, una recente scoperta ha aggiunto un nuovo tassello.
Il sistema MAL, recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista “Blood” dall’American Society of Hematology, ha finalmente risolto un mistero che aveva confuso gli scienziati per oltre cinquant’anni.

Nel 1972, durante l’analisi del sangue di una donna incinta, i medici si accorsero dell’assenza di un antigene che fino ad allora si credeva fosse universale: l’AnWj, presente nel 99,9% della popolazione.

La recente scoperta ha rivelato che l’antigene AnWj è legato alla proteina “myelin and lymphocyte protein”, e che l’assenza di questa molecola, dovuta a mutazioni genetiche, dà origine a un gruppo sanguigno estremamente raro, chiamato AnWj-negativo.

Questa condizione è così rara che, secondo Nicole Thornton, una delle autrici dello studio, potrebbe colpire solo poche migliaia di persone in tutto il mondo. Tuttavia, per questi individui, sapere di avere un gruppo sanguigno AnWj-negativo potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte in caso di necessità di una trasfusione.

Che ripercussioni può avere questa scoperta sulla sicurezza delle trasfusioni?

La scoperta del sistema MAL e del gruppo An-Wj-negativo può avere importanti ripercussioni sulla sicurezza delle trasfusioni di sangue.

Alla luce di ciò, in alcune patologie del sangue o in determinate patologie tumorali, l’espressione dell’antigene AnWj può anche subire un processo di soppressione dell’espressione, rendendo ancora più difficile garantire la compatibilità sanguigna tra soggetti nell’ambito delle trasfusioni.

Riuscire a identificare in anticipo la presenza o l’assenza di questo antigene potrebbe permettere di evitare reazioni trasfusionali pericolose.

Quest’evidenza ci sottolinea l’importanza enorme di continuare l’esplorazione la biologia dei gruppi sanguigni.
Nonostante il sistema AB0 e il fattore Rh siano i più noti e i più utilizzati, ci sono decine di altri sistemi di classificazione, alcuni dei quali ancora sconosciuti o poco compresi.

Al giorno d’oggi si contano almeno 47 sistemi diversi di classificazione del sangue, ognuno basato sulla presenza di antigeni specifici espressi sulla superficie dei globuli rossi.
La scoperta del sistema MAL rappresenta un ulteriore passo avanti nella comprensione di queste complessità e dimostra quanto ci sia ancora da imparare sulla biologia del sangue.

Quali prospettive si aprono per il futuro?

Il caso del soggetto di sesso femminile caratterizzata dal gruppo AnWj-negativo ha permesso di fare luce su aspetti che avranno un ruolo chiave nell’apertura di una nuova era nella icerca sui gruppi sanguigni.

Ogni nuovo dato in questo campo ha il potere di permetterci di implementare e migliorare le tecniche diagnostiche, rendere molto più sicure le trasfusioni e fornire risposte a enigmi medici che aspettano da decenni una spiegazione.

La scoperta di nuovi antigeni, come nel caso del sistema MAL, ci ricorda che il corpo umano è incredibilmente complesso e che la nostra comprensione della biologia del sangue è ancora in evoluzione.

Fonti

https://www.focus.it/scienza/salute/scoperto-un-nuovo-sistema-di-gruppi-sanguigni-si-chiama-mal

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