Lecanemab, il farmaco per Alzheimer lieve. Ecco le indicazioni d’uso

I farmaci per trattare le fasi iniziali della sindrome di Alzheimer sono oggetto di grande interesse. E’ notizia recente il parere positivo del Comitato per i farmaci a uso umano (CHMP) dell’ Ente regolatorio europeo dei medicinali (EMA) sulla commercializzazione di Lecanemab (Leqembi). Il prodotto è già in commercio in altri paesi, ma alcune controindicazioni ne avevano bloccato l’inserimento in Europa.
Vediamo, quindi, cos’è, chi potrà accedere al farmaco e quali sono le principali controindicazioni.

Cos’è Lecanemab

Lecanemab (Leqembi) è un anticorpo monoclonale, disponibile come concentrato da 100 mg/ml per soluzione per infusione. Il prodotto si lega alle forme aggregate solubili e insolubili di beta-amiloide, riducendo così le placche beta. Il beneficio del medicinale consiste nella riduzione della progressione dei deficit cognitivi e funzionali associati alla malattia di Alzheimer. Al momento non sono ancora disponibili le raccomandazioni dettagliate sull’uso di questo prodotto. Il riassunto delle sue caratteristiche sarà pubblicato e disponibile una volta concessa l’autorizzazione all’immissione in commercio da parte della Commissione Europea.

Chi può accedere al trattamento

Leqembi è indicato per il trattamento di pazienti adulti con una diagnosi clinica di lieve deterioramento cognitivo e lieve demenza dovuti ad Alzheimer precoce. I pazienti che possono accedere al trattamento dovranno presentare una sola o nessuna copia di ApoE4, una particolare forma del gene per la proteina apolipoproteina E. Questa condizione comporta meno probabilità di sviluppare anomalie di imaging correlate all’amiloide (ARIA) rispetto a persone con due copie di ApoE4. Viene, quindi, raccomandato di effettuare un test per verificare lo stato di ApoE4 prima di iniziare il trattamento e di informare il paziente sul rischio di sviluppare ARIA.

Inoltre, il CHMP ha anche imposto un programma di accesso controllato ed esami di risonanza magnetica regolari per monitorare la sicurezza del farmaco. Infatti, l’avvio del trattamento e la sua supervisione competono ai medici esperti che possono avere accesso tempestivo alla risonanza magnetica se necessario. Le infusioni di Lecanemab devono essere somministrate da operatori sanitari qualificati, formati per monitorare, riconoscere e gestire le reazioni correlate all’infusione.

Legame tra apolipoproteina E e Alzheimer

L’ APOE è l’apolipoproteina dominante nel cervello e si sintetizza dagli astrociti nella barrieraemato-encefalica. Ha un ruolo nel riciclo e nella ridistribuzione del colesterolo a livello cerebrale. Il gene dell’APOE si trova nel cromosoma 19 e ha 3 alleli che conferiscono di più o di meno suscettibilità o protezione nei confronti della demenza. In particolare, l’allele Ɛ4 di APOEƐ4 rappresenta il principale fattore di rischio genetico per la malattia di Alzheimer. I portatori mostrano un incremento della produzione e una ridotta capacità di degradazione della proteina beta-amiloide rispetto ai non-portatori. Ne consegue che nei portatori si presenta un aumento dei depositi di proteina beta amiloide a livello cerebrale con una precoce formazione delle placche amiloidi.

Controindicazioni e effetti avversi

Gli effetti collaterali più comuni sono le anomalie di imaging correlate all’amiloide, in acronimo ARIA e le emorragie intracerebrali di diametro superiore a 1 cm. Con il termine ARIA si intende un effetto collaterale grave riconosciuto associato a Lecanemab, solitamente nelle prime fasi del trattamento. Sono di norma asintomatiche, sebbene possano raramente manifestarsi eventi gravi e pericolosi per la vita (ad esempio crisi epilettiche). ARIA comporta gonfiore e potenziali emorragie nel cervello.
Quando presenti, i sintomi riportati associati alle ARIA possono includere:

  • mal di testa
  • confusione
  • alterazioni visive
  • vertigini
  • nausea
  • difficoltà nella deambulazione.

Possono inoltre verificarsi deficit neurologici focali. In generale, i sintomi associati alle ARIA tendono generalmente a risolversi nel tempo, ma è necessario uno stretto controllo mediante esami di risonanza magnetica.

La rivalutazione del CHMP sulla commercializzazione di Lecanemab

Il Comitato per i farmaci a uso umano dell’Ema ha recentemente dato parere positivo per  l’approvazione del farmaco. Per gli esperti, la notizia dell’approvazione apre una nuova storia per il trattamento dei pazienti con Alzheimer, in particolare per coloro che si trovano nelle fasi iniziali. Questa estate, l’Agenzia europea per i medicinali aveva bocciato il farmaco che era già approvato in altri paesi, come gli Stati Uniti e il Giappone.

Adesso, la recente approvazione, arriva a seguito di nuova analisi dei dati sul farmaco da parte dell’enteregolatorio europeo. Il CHMP ha concluso che, nella popolazione ristretta valutata nel riesame, i benefici di Lecanemab nel rallentare la progressione dei sintomi della malattia superano i suoi rischi. Sarà ora la Commissione europea a dover dare l’approvazione definitiva per l’immissione in commercio che dovrebbe arrivare entro un paio di mesi. Infine, bisognerà ugualmente attendere la decisione di Aifa (Agenzia regolatoria italiana dei farmaci) anche in relazione ai centri che verranno autorizzati in Italia a somministrare la terapia.

Fonti:
EMA – Lequembi
FDA -Lecanemab

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